Post by babyara on Oct 1, 2006 22:00:36 GMT 1
Quanto tempo era passato da quella sera? Ewan non se lo ricordava… forse giorni, probabilmente mesi. In tutto quel tempo aveva pensato molte volte di chiamarlo, di spiegargli perché se ne era andato così, senza una parola.
Lui era fatto a modo suo, e lo sapeva bene, tutti i giorni si diceva: lo chiamo, ma poi non lo faceva, che male c’era ad aspettare il giorno dopo?
Ed il giorno dopo era passato… e quello dopo ancora… ed ora eccolo lì, di nuovo sul quel set a lui tanto familiare, circondato da visi conosciuti.
Eccolo, ancora una volta, con addosso il costume di Obi-Wan Kenobi.
Sì guardò intorno e lo vide… splendido nei panni di Anakin, mentre parlava con George. Riflettendo ancora pensò che, in fin dei conti, aveva fatto bene a non chiamarlo, alla fine cosa avrebbe potuto dirgli? Sono stato uno stupido? Scusami? Non dovevo andarmene senza nemmeno salutarti e ringraziarti? Hayden lo avrebbe probabilmente mandato a quel paese, ed avrebbe fatto bene, Ewan lo sapeva.
No, meglio così… e allora perché mentre si avvicinava ai due sentiva una stretta allo stomaco?
George si voltò proprio mentre Ewan percorreva il corridoio che conduceva al set. - Buon giorno Maestro Obi-Wan. – gli disse sorridendo.
Ewan rispose al sorriso. - Buon giorno a te George, ed anche a te Hayden. – la sua voce era tranquilla e pacata come sempre, nonostante i suoi sentimenti fossero così confusi.
“Sono proprio un bravo attore…” pensò tra sé.
- Ciao –
Il saluto non arrivò subito, ma solo dopo qualche secondo, come se Hayden fosse stato indeciso fin all’ultimo sull’opportunità di rispondergli. Se alla fine lo aveva fatto, era solo perché non voleva che George incominciasse a porsi domande strane.
Dopotutto, il regista, non era al corrente del loro dopocena, se così si poteva chiamarlo. Al ricordo, Hayden arrossì leggermente e girò la testa dall’altra parte. Ogni volta che ci pensava si sentiva incredibilmente idiota… e, inutile a dirsi, ci aveva pensato molto spesso negli ultimi tempi.
Per Ewan fu semplice accorgersi della reazione di Hayden, sia per il saluto, sia che per quel lieve rossore.
- George abbiamo bisogno di te… - urlò all’improvviso una voce dal fondo del set.
Il regista guardò i due scuotendo la testa.
- E questo è solo il primo giorno. Vado a vedere che succede intanto, Maestro, - disse rivolto ad Ewan – fai visitare un po’ questi strani luoghi al tuo giovane allievo. – Detto questo si allontanò dai due.
“Ed ora?” si chiese Ewan. Cosa doveva fare? Dire?
Niente di strano, semplicemente ciò che George gli aveva appena detto. Guardò Hayden e gli disse: - Vieni, ti faccio vedere il set. –
- Se ci tieni – Hayden si strinse nelle spalle. Non gli andava proprio di restare solo con Ewan, ma ormai era fatta. Meglio fare buon viso a cattivo gioco, stringere i denti e sperare che il tutto finisse in fretta.
– Andiamo? -
Ewan iniziò a camminare e senza mai girarsi fece visitare ad Hayden tutti i locali. Il più giovane lo seguiva in silenzio, le mani ficcate nelle tasche e un’espressione contrariata dipinta sul volto. Arrivati in fondo all’ennesimo corridoio aprì una porta, che li portò su un terrazzo lontano da occhi indiscreti.
- Questo è il luogo che più amo. Non ci viene mai nessuno, il posto perfetto per rilassarsi e trovare la concentrazione. –
- Ah. Carino. – Erano le prime parole che Hayden pronunciava da quando avevano lasciato il set principale. – …Forse è il caso di tornare indietro… - aggiunse subito dopo, mentre le sue dita incominciavano a tormentare la treccina che gli avevano applicato poco prima.
Ewan però non sembrava averlo sentito, ed anche se lo avesse sentito avrebbe fatto finta di niente. Si appoggiò con la schiena al muro guardando il cielo sopra di loro, carico di nuvole, non prometteva niente di buono, così come lo sguardo di Hayden.
Fu in quel momento, osservando l’azzurro che finalmente riacquistò la sua calma, la sua lucidità mentale e si sentì una volta di più un perfetto idiota! Solo poco prima aveva creduto che non dir niente ad Hayden su quella sera fosse una buona idea, ora era matematicamente sicuro del contrario. Se non avesse detto qualcosa, qualsiasi cosa, la situazione non si sarebbe mai sbloccata e loro avevano un film da girare insieme.
Respirò a fondo e, senza distogliere lo sguardo dal cielo, disse: - Da quella sera ho pensato mille volte di chiamarti, ma me ne è sempre mancato il coraggio. Non sapevo cosa dirti e, soprattutto, non sapevo se tu volevi sentirti dire qualcosa, – Ewan si staccò dal muro sistemando il costume per alleviare la tensione che sentiva – mi dispiace Hayden, mi sono comportato molto male e me ne rendo conto, ma dovevo andarmene. Non potevo restare… avrei dovuto ringraziarti e non l’ho fatto, ma posso farlo ora, sempre che tu voglia restare ad ascoltarmi ancora un po’… -
- … Non… non voglio ringraziamenti. Non è il caso. Però adesso sono curioso di sentire cos’altro hai da dire. Vai avanti. -
Ewan abbozzò un mezzo sorriso, non riuscendo a capire lo stato d’animo del ragazzo, aveva paura di dire o fare qualsiasi cosa.
“Ma non devi fare proprio niente!!!” gli urlò la sua coscienza.
E il fatto che Hayden lo stesse osservando in silenzio, immobile di fronte a lui, non aiutava assolutamente. Solo le sue dita si muovevano, rigirandosi incessantemente la treccia intorno all’indice, mentre i suoi occhi avevano assunto una tonalità cupa, quasi spenta.
- Si? – lo sollecitò per la seconda volta.
- Già, cos’altro ho da dire… in questi mesi, più e più volte, mi sono dato dello stupido per il mio comportamento. Accidenti, sono un uomo adulto e maturo, ma quella sera mi sono comportato peggio di un ragazzino. Non avrei dovuto baciarti Hayden, è questa la cosa di cui sono più dispiaciuto. Potrei elencarti mille motivi per i quali non avrei dovuto farlo, ma ormai il danno è fatto. –
Ewan fece qualche passo, appoggiando le mani sulla rete di recinzione della terrazza.
- Cazzo… è mai possibile? Ti è bastato baciarmi e lasciarti baciare per mandarmi fuori di testa e sarebbe potuto succedere qualcosa che forse entrambi avremmo voluto… che entrambi volevamo in quel momento, ma non sarebbe stato giusto. Sei un mio collega ed io sono impegnato, forse non felicemente, ma lo sono. – Sospirò. - Ci sono tante cose che voglio dimenticare di quella serata, ma di certo non quel bacio. Lo terrò come un bel ricordo, ringraziando una fabbrica di sonniferi Hayden… voglio solo ricominciare da capo. Voglio solo sapere se posso considerarti un amico… -
- Capisco. – Hayden chiuse gli occhi per un attimo, poi annuì lentamente. – Hai ragione. Non poteva funzionare. E’ stato meglio così –
Non era vero, certo. Hayden non capiva, e non era nemmeno interessato a fare uno sforzo per arrivare a comprendere quello che Ewan intendeva. Però era anche consapevole che impuntarsi ora non li avrebbe portati da nessuna parte. Forse era meglio accettare il fatto che Ewan non nutrisse il minimo interesse per lui – almeno non da sobrio – e cercare di farsela passare in fretta.
Quello.
E anche resistere alla tentazione di buttarlo giù dal terrazzo, che poi, era la stessa cosa che avrebbe fatto volentieri Ewan stesso, se solo avesse potuto leggere nei pensieri di Hayden. Perché tutto quello che Ewan aveva detto dimostrava proprio l’interesse che nutriva nei suoi confronti, soprattutto quando era sobrio come quella sera.
– Va bene. Amici, allora? -
Ewan sorrise. - Amici… - si avvicinò a lui porgendogli la mano. Hayden gliela strinse e anche qui diede una mirabile prova di autocontrollo, evitando di stringere tanto forte quanto avrebbe voluto.
*****
- Ouch…-
Cinque secondi prima Hayden era in piedi, impegnato a sfuggire a Matt. Il cameraman sembrava divertirsi un mondo ad inseguirlo brandendo la lightsaber di Ewan, tanto quanto lui si divertiva a farlo correre in lungo e in largo per il set, e quanto Ewan stesso si svagava stando a guardarli.
Il problema nasceva quando il più giovane inciampava su qualcosa. C’erano grovigli di cavi in tutti gli angoli e non sempre se ne accorgeva in tempo. Anzi, non se ne accorgeva quasi mai.
- Obi-Wan…possibile che il tuo Padawan sia sempre per terra? Non gli hai insegnato proprio niente? – ridacchiò l’uomo rivolgendosi ad Ewan.
Dal canto suo Ewan scoppiò in una fragorosa risata. Mise una mano sulla spalla di Matt e gli disse: - Punto primo, sono molto geloso della mia lightsaber dovresti saperlo, perciò attento a te mio caro… -
- Uh-uh certo, come no… -
L’altro lo ignorò, fece qualche passo e si accucciò accanto ad Hayden arruffandogli i capelli.
- Il secondo punto riguarda te mio giovane Padawan… cosa dobbiamo fare? Metterti i cartelli segnaletici per farti restare in piedi? –
- Ha-ha-ha. Davvero divertente, Ewan. – Hayden fece una smorfia, poi decise di lasciar perdere e si mise a ridacchiare a sua volta. – Non è colpa mia, sono loro che lasciano tutto in giro. Logico che poi la gente normale inciampi, no? –
- Vuol dire che sei l’unica persona normale su questo set mio caro… - rispose Ewan sogghignando.
Si rialzò senza smettere di ridere poi allungò una mano per aiutare Hayden ad alzarsi.
- Grazie. Visto? – Hayden regalò al cameraman un sorriso a trentacinque denti. – Anche se cado, c’è sempre qualcuno pronto a darmi una mano. -
- Ma non mi dire. E come mai? –
- Perché sono bello, intelligente, bravo, simpatico,altruista, generoso e carino. Tra le altre cose. -
Ewan si mise di fianco a Matt dandogli una gomitata. - Per favore non dimenticare la tua dote principale Hayden, anche se non la ammetterai mai. Sei il ragazzo più modesto che io abbia mai incontrato. –
- E perché non dovrei ammetterlo? E’ vero. La perfezione fatta persona. Se ogni tanto sbaglio è solo per non farvi rimanere troppo male, lo sai – rispose Hayden mentre si risistemava il costume. Il pezzo di sopra, almeno, perché aveva ancora addosso i suoi jeans neri e le scarpe da ginnastica.
Ewan andò a mettersi di fronte a lui appoggiandogli una mano sulla spalla e tenendo gli occhi fissi al pavimento. - Come posso io umile essere umano competere con un essere superiore come te? Non mi è umanamente possibile farlo… -
- Oh, non ti preoccupare. Do lezioni. A pagamento, s’intende. –
Di colpo Ewan rialzò gli occhi, serio, fissando quelli di Hayden, ma non riuscì a reggere per più di un secondo che subito scoppiò a ridere un’altra volta. Si mise una mano sullo stomaco.
- Hayden sei meglio di un comico professionista credimi. Con te certo non si corre il rischio di annoiarsi, di questo te ne devo dare atto mio caro… -
- Sai una cosa? Ho la vaga impressione che questo non sia esattamente un complimento…-
L’uomo cercò di darsi un contegno, poi si girò a guardare Hayden.
- No lo è credimi, riesci sempre a mettermi di buon umore, ormai dovresti averlo capito, ma ora va a cambiarti se non vuoi che George se la prenda con te, perché non sei ancora pronto, e con me, che, secondo lui, sono la tua balia e devo farti rigare dritto. –
- Ti manca qualche taglia di reggiseno per essere credibile come balia. Però puoi sempre provare ad arrangiarti con le imbottiture. Chissà, magari staresti anche bene… –
Hayden non aveva ancora completato l’ultima parola che stava già filando via. Non aveva proprio voglia di vedersi arrivare la lightsaber di Ewan dietro, o magari qualcosa di ancora più pesante.
Ewan alzò gli occhi al cielo. - Che mi tocca fare per un pezzo di pane… -
- Oh bè, - rispose Matt guardandolo di sottecchi – direi che ci sono destini peggiori che dover tenere d’occhio un teenager, non credi? Anche se il suddetto teenager non riuscirebbe a star zitto nemmeno se gli chiudessero la bocca con una saldatrice. -
*****
- Ewan! – urlò George.
Lui arrivò di corsa rischiando di rompersi l’osso del collo, ma quello che aveva appena sentito era stato denominato da tutti come “L’urlo di George terrorizza anche l’occidente”… peggio di Bruce Lee!
Appena arrivato di fronte al regista si piegò in due appoggiando le mani alle ginocchia per riprendere fiato.
- Scusa il ritardo, ma stamattina l’auto ha deciso di abbandonarmi… -
- Se, se, va bene, ma ora sali su quel coso, - disse il regista indicando lo speeder gialla. – Come vedi il tuo giovane Padawan ti sta già aspettando. -
Il ‘giovane Padawan’ in questione tolse precipitosamente gli stivali dal cruscotto, fece una smorfia e appoggiò il mento contro il palmo della mano, facendo del suo meglio per apparire contrariato. – Quando la pianterete con questa storia, sarà sempre troppo tardi – sbuffò, sollevando gli occhi al cielo.
George lo guardò. - Mio caro Hayden rassegnati al tuo ruolo… - poi prese posto dietro la macchina da presa.
Ewan venne aiutato dagli assistenti di scena a sistemarsi all’interno di quello che lui, molto simpaticamente, amava definire “trappola mortale”. Una volta preso posto si voltò a guardare Hayden.
- Buon giorno. –
- Ciao. – Hayden piegò la testa di lato, poi abbassò la voce – Dì la verità, non avevi voglia di alzarti stamattina, vero? –
Ewan appoggiò la testa all’indietro e sorridendo disse: - Esatto, ma ti avverto, se lo dici a George resterai un giovane Padawan per sempre, sono molto bravo con la lightsaber dovresti saperlo oramai. –
- Quale delle due? – rispose immediatamente Hayden, cogliendo la palla al balzo. Pochi giorni prima aveva letto su un giornale un’intervista in cui Ewan dichiarava che fremeva dalla voglia di far vedere a tutti la vera lightsaber, perciò non era riuscito a trattenersi dal fargli una battutina al riguardo.
“E poi vorrei vederla anch’io.”
Ma questo si limitò a pensarlo. La cotta non gi era ancora passata. Anzi, peggiorava con il passare dei giorni.
Ewan sgranò gli occhi, non si aspettava la risposta di Hayden! Per un attimo restò senza parole, poi si riprese e disse: - Hayden, Hayden… sei troppo malizioso, mio giovane Padawan… - poi gli fece una linguaccia. – Comunque, se proprio devo rispondere alla tua domanda, bhe, con tutte e due direi… -
- Whoa…e poi sono io quello modesto. Comunque se lo dici tu mi fido, e… -
Furono disturbati da un urlo che proveniva da qualche parte sul set.
- Ma che cazzo… - sbottò Ewan alzandosi in piedi come meglio poteva nella “trappola mortale”. Si guardò intorno e vide Matt steso a terra.
- Tutto bene? – urlò.
Matt fece un segno con un braccio ed Ewan annuì tornando a sedersi.
- Matt è caduto… - disse rivolto ad Hayden.
- Oh cazzo! – Hayden saltò in piedi a sua volta, poi si sporse dalla navicella. – Matty? –
Niente, dal suo lato non riusciva a vedere nulla, perché era quasi a ridosso del telo blu.
“Forse di qui…”
Quando si rese pienamente conto del fatto che per sporgersi dal lato opposto si era dovuto sdraiare un grembo ad Ewan, le guance di Hayden persero un po’ di colore. Ormai era fatta però, di certo non poteva rialzarsi di scatto…e da una parte, nemmeno lo voleva, così come non lo voleva Ewan che, per un attimo, perse il contatto con la realtà.
Sentiva il corpo del giovane sul suo, indossava il costume di Obi-Wan, ed aveva molto caldo.
“Cazzo… ma come può ridurmi sempre in questo stato?” pensò tra sé, chiudendo gli occhi per cercare di riacquistare la calma.
- Matty? Sei vivo? – chiese Hayden con voce leggermente più rauca del normale.
- Certo, bimbo, grazie per l’interessamento – gli rispose il cameraman con una smorfia, intento a massaggiarsi il gomito. – Che vuoi? –
- Niente, mi chiedevo…non è che potresti rifarlo? Ero girato e non ti ho visto. –
- Hayden! -
Ewan si passò la mano tra i capelli ridendo, poi, istintivamente, appoggiò una mano sulla schiena di Hayden accarezzandogliela. Il contatto fu lieve, ma bastò per far irrigidire di colpo il più giovane.
“Perché fai così? E perché ho dovuto ficcarmi in questa situazione?”
Recriminare non serviva a niente però, anche perché tutta l’attenzione di Hayden era catturata da quelle dita che si muovevano lentamente sulla sua schiena. Anche le parole di Ewan gli arrivarono lontane, ovattate.
- Quando vuoi sei una vera peste, pover’uomo, abbi pietà di lui. –
“O di me?” Ewan non sapeva bene nemmeno lui a chi dei due si stesse riferendo.
I pensieri che vorticavano nella mente di Hayden erano molto simili. Si risollevò lentamente, poi lo fissò. – Non… non lo fare. Altrimenti va a finire che mi dimentico che sei: poco felicemente fidanzato e... -
L’uomo lo guardò per un attimo che gli parve infinito. Sentiva i rumori del set, i suoni di sempre, ma sembrava che nulla avesse importanza per lui. Respirò a fondo poi alzò le mani.
- Scusami… - mormorò.
- Va tutto bene. Ho cominciato io. Scusami tu. – Hayden sorrise appena, l’indice della destra già impegnato nel giocherellare con la trecciolina che gli scendeva sul petto. – Allora che dobbiamo fare? -
Ewan lo guardò ancora e ricambio il sorriso.
Certo che però anche lui… con quella treccina…
Accanto allo speeder alcuni tecnici stavano lavorando, così per non farsi sentire mise il copione in parte al viso e diede una gomitata ad Hayden.
- Sei una piccola peste! Smettila di giocare con quella treccina… un giorno o l’altro te la troverai in mano… poi cosa conti di farci? Di prenderci George al lazo? – Poi Ewan si mise a ridere, aveva bisogno di allentare la tensione.
- No, è troppo corta, posso farlo solo con qualcuno di molto vicino. La prossima volta me ne faccio attaccare un più lunga, che dici? –
Non aveva veramente intenzione di mettersi a ridere anche lui, ma la risata di Ewan era contagiosa e Hayden non aveva ancora imparato a resisterle.
*****
Ewan camminava a passo spedito per il corridoio, si stava chiedendo se oltre a dargli il ruolo di balia di Hayden, George lo avesse preso anche per il suo postino personale. Aveva voglia di andare nel suo camerino, togliersi il costume di Obi-Wan e andarsene di filato a casa, invece doveva passare nel camerino di Hayden per portargli il copione modificato del giorno dopo.
“Tutto fare mi chiameranno d’ora in poi… che poi potrei anche smetterla di lamentarmi visto che il mio camerino è di fronte a quello di Hayden…”
Si fermò nel bel mezzo del corridoio scuotendo la testa, ultimamente aveva sempre i nervi tesi, le cose con Liam andavano di male in peggio, era stanco e se la prendeva per tutto, anche per cose senza senso come quelle.
Riprese a camminare e, arrivato di fronte al camerino di Hayden, bussò.
…Niente da fare, da dietro la porta chiusa non filtrava il benché minimo rumore..
Ewan provò ancora a bussare, ma quando non ottenne risultati provò a girare la maniglia della porta, gli sembrava strano che Hayden se ne fosse andato, aveva lasciato il set solo qualche minuto prima di lui.
“Porta aperta, ma è mai possibile?” si disse l’uomo entrando nel camerino.
Sentì il rumore della doccia…
“E pure sotto la doccia… è pazzo” penso ancora.
- Hayden! – urlò.
“Cosa?”
Nonostante il rumore dell’acqua e nonostante la particolare faccenda di cui si stava occupando prima di venir così bruscamente interrotto, Hayden riconobbe quasi subito la voce di Ewan. E sbiancò.
“Oh cazzo… di tutti i momenti e di tutte le persone…”
- Ewan… – rispose, sperando ardentemente che il suo tono risultasse perlomeno normale, poi si passò entrambe le mani sul viso. Come diavolo avrebbe fatto ad uscire, adesso? Tutto voleva tranne che l’altro si accorgesse di cosa stava facendo fino a pochi secondi prima. - Aspetta un momento… -
Ewan sbuffò.
- Hayden sbrigati, voglio andarmene a casa… -
“Ti odio” sillabò Hayden rivolto al pannello semitrasparente della doccia, poi sospirò.
– Va bene… -
“Ma te lo sei voluto tu.” Chiuse l’acqua con il gomito, dando un colpo secco al miscelatore, poi fece scorrere la porta quel tanto che bastava per farci passare la testa. – Ti spiace passarmi l’asciugamano, Maestro? O quello, o ti giri fino a quando non mi sono messo qualcosa addosso. -
Il sorriso che esibiva era strafottente come al solito, ma il suo battito cardiaco era in rapida ascesa.
L’uomo si passò una mano tra i capelli, era veramente un tempista, niente da dire su questo.
Nelle ultime settimane quando si trovava vicino ad Hayden, nei suoi paraggi, si rendeva conto che il costume di Obi-Wan gli teneva molto, troppo caldo.
“E adesso questo…” pensò.
Lui era fatto a modo suo, e lo sapeva bene, tutti i giorni si diceva: lo chiamo, ma poi non lo faceva, che male c’era ad aspettare il giorno dopo?
Ed il giorno dopo era passato… e quello dopo ancora… ed ora eccolo lì, di nuovo sul quel set a lui tanto familiare, circondato da visi conosciuti.
Eccolo, ancora una volta, con addosso il costume di Obi-Wan Kenobi.
Sì guardò intorno e lo vide… splendido nei panni di Anakin, mentre parlava con George. Riflettendo ancora pensò che, in fin dei conti, aveva fatto bene a non chiamarlo, alla fine cosa avrebbe potuto dirgli? Sono stato uno stupido? Scusami? Non dovevo andarmene senza nemmeno salutarti e ringraziarti? Hayden lo avrebbe probabilmente mandato a quel paese, ed avrebbe fatto bene, Ewan lo sapeva.
No, meglio così… e allora perché mentre si avvicinava ai due sentiva una stretta allo stomaco?
George si voltò proprio mentre Ewan percorreva il corridoio che conduceva al set. - Buon giorno Maestro Obi-Wan. – gli disse sorridendo.
Ewan rispose al sorriso. - Buon giorno a te George, ed anche a te Hayden. – la sua voce era tranquilla e pacata come sempre, nonostante i suoi sentimenti fossero così confusi.
“Sono proprio un bravo attore…” pensò tra sé.
- Ciao –
Il saluto non arrivò subito, ma solo dopo qualche secondo, come se Hayden fosse stato indeciso fin all’ultimo sull’opportunità di rispondergli. Se alla fine lo aveva fatto, era solo perché non voleva che George incominciasse a porsi domande strane.
Dopotutto, il regista, non era al corrente del loro dopocena, se così si poteva chiamarlo. Al ricordo, Hayden arrossì leggermente e girò la testa dall’altra parte. Ogni volta che ci pensava si sentiva incredibilmente idiota… e, inutile a dirsi, ci aveva pensato molto spesso negli ultimi tempi.
Per Ewan fu semplice accorgersi della reazione di Hayden, sia per il saluto, sia che per quel lieve rossore.
- George abbiamo bisogno di te… - urlò all’improvviso una voce dal fondo del set.
Il regista guardò i due scuotendo la testa.
- E questo è solo il primo giorno. Vado a vedere che succede intanto, Maestro, - disse rivolto ad Ewan – fai visitare un po’ questi strani luoghi al tuo giovane allievo. – Detto questo si allontanò dai due.
“Ed ora?” si chiese Ewan. Cosa doveva fare? Dire?
Niente di strano, semplicemente ciò che George gli aveva appena detto. Guardò Hayden e gli disse: - Vieni, ti faccio vedere il set. –
- Se ci tieni – Hayden si strinse nelle spalle. Non gli andava proprio di restare solo con Ewan, ma ormai era fatta. Meglio fare buon viso a cattivo gioco, stringere i denti e sperare che il tutto finisse in fretta.
– Andiamo? -
Ewan iniziò a camminare e senza mai girarsi fece visitare ad Hayden tutti i locali. Il più giovane lo seguiva in silenzio, le mani ficcate nelle tasche e un’espressione contrariata dipinta sul volto. Arrivati in fondo all’ennesimo corridoio aprì una porta, che li portò su un terrazzo lontano da occhi indiscreti.
- Questo è il luogo che più amo. Non ci viene mai nessuno, il posto perfetto per rilassarsi e trovare la concentrazione. –
- Ah. Carino. – Erano le prime parole che Hayden pronunciava da quando avevano lasciato il set principale. – …Forse è il caso di tornare indietro… - aggiunse subito dopo, mentre le sue dita incominciavano a tormentare la treccina che gli avevano applicato poco prima.
Ewan però non sembrava averlo sentito, ed anche se lo avesse sentito avrebbe fatto finta di niente. Si appoggiò con la schiena al muro guardando il cielo sopra di loro, carico di nuvole, non prometteva niente di buono, così come lo sguardo di Hayden.
Fu in quel momento, osservando l’azzurro che finalmente riacquistò la sua calma, la sua lucidità mentale e si sentì una volta di più un perfetto idiota! Solo poco prima aveva creduto che non dir niente ad Hayden su quella sera fosse una buona idea, ora era matematicamente sicuro del contrario. Se non avesse detto qualcosa, qualsiasi cosa, la situazione non si sarebbe mai sbloccata e loro avevano un film da girare insieme.
Respirò a fondo e, senza distogliere lo sguardo dal cielo, disse: - Da quella sera ho pensato mille volte di chiamarti, ma me ne è sempre mancato il coraggio. Non sapevo cosa dirti e, soprattutto, non sapevo se tu volevi sentirti dire qualcosa, – Ewan si staccò dal muro sistemando il costume per alleviare la tensione che sentiva – mi dispiace Hayden, mi sono comportato molto male e me ne rendo conto, ma dovevo andarmene. Non potevo restare… avrei dovuto ringraziarti e non l’ho fatto, ma posso farlo ora, sempre che tu voglia restare ad ascoltarmi ancora un po’… -
- … Non… non voglio ringraziamenti. Non è il caso. Però adesso sono curioso di sentire cos’altro hai da dire. Vai avanti. -
Ewan abbozzò un mezzo sorriso, non riuscendo a capire lo stato d’animo del ragazzo, aveva paura di dire o fare qualsiasi cosa.
“Ma non devi fare proprio niente!!!” gli urlò la sua coscienza.
E il fatto che Hayden lo stesse osservando in silenzio, immobile di fronte a lui, non aiutava assolutamente. Solo le sue dita si muovevano, rigirandosi incessantemente la treccia intorno all’indice, mentre i suoi occhi avevano assunto una tonalità cupa, quasi spenta.
- Si? – lo sollecitò per la seconda volta.
- Già, cos’altro ho da dire… in questi mesi, più e più volte, mi sono dato dello stupido per il mio comportamento. Accidenti, sono un uomo adulto e maturo, ma quella sera mi sono comportato peggio di un ragazzino. Non avrei dovuto baciarti Hayden, è questa la cosa di cui sono più dispiaciuto. Potrei elencarti mille motivi per i quali non avrei dovuto farlo, ma ormai il danno è fatto. –
Ewan fece qualche passo, appoggiando le mani sulla rete di recinzione della terrazza.
- Cazzo… è mai possibile? Ti è bastato baciarmi e lasciarti baciare per mandarmi fuori di testa e sarebbe potuto succedere qualcosa che forse entrambi avremmo voluto… che entrambi volevamo in quel momento, ma non sarebbe stato giusto. Sei un mio collega ed io sono impegnato, forse non felicemente, ma lo sono. – Sospirò. - Ci sono tante cose che voglio dimenticare di quella serata, ma di certo non quel bacio. Lo terrò come un bel ricordo, ringraziando una fabbrica di sonniferi Hayden… voglio solo ricominciare da capo. Voglio solo sapere se posso considerarti un amico… -
- Capisco. – Hayden chiuse gli occhi per un attimo, poi annuì lentamente. – Hai ragione. Non poteva funzionare. E’ stato meglio così –
Non era vero, certo. Hayden non capiva, e non era nemmeno interessato a fare uno sforzo per arrivare a comprendere quello che Ewan intendeva. Però era anche consapevole che impuntarsi ora non li avrebbe portati da nessuna parte. Forse era meglio accettare il fatto che Ewan non nutrisse il minimo interesse per lui – almeno non da sobrio – e cercare di farsela passare in fretta.
Quello.
E anche resistere alla tentazione di buttarlo giù dal terrazzo, che poi, era la stessa cosa che avrebbe fatto volentieri Ewan stesso, se solo avesse potuto leggere nei pensieri di Hayden. Perché tutto quello che Ewan aveva detto dimostrava proprio l’interesse che nutriva nei suoi confronti, soprattutto quando era sobrio come quella sera.
– Va bene. Amici, allora? -
Ewan sorrise. - Amici… - si avvicinò a lui porgendogli la mano. Hayden gliela strinse e anche qui diede una mirabile prova di autocontrollo, evitando di stringere tanto forte quanto avrebbe voluto.
*****
- Ouch…-
Cinque secondi prima Hayden era in piedi, impegnato a sfuggire a Matt. Il cameraman sembrava divertirsi un mondo ad inseguirlo brandendo la lightsaber di Ewan, tanto quanto lui si divertiva a farlo correre in lungo e in largo per il set, e quanto Ewan stesso si svagava stando a guardarli.
Il problema nasceva quando il più giovane inciampava su qualcosa. C’erano grovigli di cavi in tutti gli angoli e non sempre se ne accorgeva in tempo. Anzi, non se ne accorgeva quasi mai.
- Obi-Wan…possibile che il tuo Padawan sia sempre per terra? Non gli hai insegnato proprio niente? – ridacchiò l’uomo rivolgendosi ad Ewan.
Dal canto suo Ewan scoppiò in una fragorosa risata. Mise una mano sulla spalla di Matt e gli disse: - Punto primo, sono molto geloso della mia lightsaber dovresti saperlo, perciò attento a te mio caro… -
- Uh-uh certo, come no… -
L’altro lo ignorò, fece qualche passo e si accucciò accanto ad Hayden arruffandogli i capelli.
- Il secondo punto riguarda te mio giovane Padawan… cosa dobbiamo fare? Metterti i cartelli segnaletici per farti restare in piedi? –
- Ha-ha-ha. Davvero divertente, Ewan. – Hayden fece una smorfia, poi decise di lasciar perdere e si mise a ridacchiare a sua volta. – Non è colpa mia, sono loro che lasciano tutto in giro. Logico che poi la gente normale inciampi, no? –
- Vuol dire che sei l’unica persona normale su questo set mio caro… - rispose Ewan sogghignando.
Si rialzò senza smettere di ridere poi allungò una mano per aiutare Hayden ad alzarsi.
- Grazie. Visto? – Hayden regalò al cameraman un sorriso a trentacinque denti. – Anche se cado, c’è sempre qualcuno pronto a darmi una mano. -
- Ma non mi dire. E come mai? –
- Perché sono bello, intelligente, bravo, simpatico,altruista, generoso e carino. Tra le altre cose. -
Ewan si mise di fianco a Matt dandogli una gomitata. - Per favore non dimenticare la tua dote principale Hayden, anche se non la ammetterai mai. Sei il ragazzo più modesto che io abbia mai incontrato. –
- E perché non dovrei ammetterlo? E’ vero. La perfezione fatta persona. Se ogni tanto sbaglio è solo per non farvi rimanere troppo male, lo sai – rispose Hayden mentre si risistemava il costume. Il pezzo di sopra, almeno, perché aveva ancora addosso i suoi jeans neri e le scarpe da ginnastica.
Ewan andò a mettersi di fronte a lui appoggiandogli una mano sulla spalla e tenendo gli occhi fissi al pavimento. - Come posso io umile essere umano competere con un essere superiore come te? Non mi è umanamente possibile farlo… -
- Oh, non ti preoccupare. Do lezioni. A pagamento, s’intende. –
Di colpo Ewan rialzò gli occhi, serio, fissando quelli di Hayden, ma non riuscì a reggere per più di un secondo che subito scoppiò a ridere un’altra volta. Si mise una mano sullo stomaco.
- Hayden sei meglio di un comico professionista credimi. Con te certo non si corre il rischio di annoiarsi, di questo te ne devo dare atto mio caro… -
- Sai una cosa? Ho la vaga impressione che questo non sia esattamente un complimento…-
L’uomo cercò di darsi un contegno, poi si girò a guardare Hayden.
- No lo è credimi, riesci sempre a mettermi di buon umore, ormai dovresti averlo capito, ma ora va a cambiarti se non vuoi che George se la prenda con te, perché non sei ancora pronto, e con me, che, secondo lui, sono la tua balia e devo farti rigare dritto. –
- Ti manca qualche taglia di reggiseno per essere credibile come balia. Però puoi sempre provare ad arrangiarti con le imbottiture. Chissà, magari staresti anche bene… –
Hayden non aveva ancora completato l’ultima parola che stava già filando via. Non aveva proprio voglia di vedersi arrivare la lightsaber di Ewan dietro, o magari qualcosa di ancora più pesante.
Ewan alzò gli occhi al cielo. - Che mi tocca fare per un pezzo di pane… -
- Oh bè, - rispose Matt guardandolo di sottecchi – direi che ci sono destini peggiori che dover tenere d’occhio un teenager, non credi? Anche se il suddetto teenager non riuscirebbe a star zitto nemmeno se gli chiudessero la bocca con una saldatrice. -
*****
- Ewan! – urlò George.
Lui arrivò di corsa rischiando di rompersi l’osso del collo, ma quello che aveva appena sentito era stato denominato da tutti come “L’urlo di George terrorizza anche l’occidente”… peggio di Bruce Lee!
Appena arrivato di fronte al regista si piegò in due appoggiando le mani alle ginocchia per riprendere fiato.
- Scusa il ritardo, ma stamattina l’auto ha deciso di abbandonarmi… -
- Se, se, va bene, ma ora sali su quel coso, - disse il regista indicando lo speeder gialla. – Come vedi il tuo giovane Padawan ti sta già aspettando. -
Il ‘giovane Padawan’ in questione tolse precipitosamente gli stivali dal cruscotto, fece una smorfia e appoggiò il mento contro il palmo della mano, facendo del suo meglio per apparire contrariato. – Quando la pianterete con questa storia, sarà sempre troppo tardi – sbuffò, sollevando gli occhi al cielo.
George lo guardò. - Mio caro Hayden rassegnati al tuo ruolo… - poi prese posto dietro la macchina da presa.
Ewan venne aiutato dagli assistenti di scena a sistemarsi all’interno di quello che lui, molto simpaticamente, amava definire “trappola mortale”. Una volta preso posto si voltò a guardare Hayden.
- Buon giorno. –
- Ciao. – Hayden piegò la testa di lato, poi abbassò la voce – Dì la verità, non avevi voglia di alzarti stamattina, vero? –
Ewan appoggiò la testa all’indietro e sorridendo disse: - Esatto, ma ti avverto, se lo dici a George resterai un giovane Padawan per sempre, sono molto bravo con la lightsaber dovresti saperlo oramai. –
- Quale delle due? – rispose immediatamente Hayden, cogliendo la palla al balzo. Pochi giorni prima aveva letto su un giornale un’intervista in cui Ewan dichiarava che fremeva dalla voglia di far vedere a tutti la vera lightsaber, perciò non era riuscito a trattenersi dal fargli una battutina al riguardo.
“E poi vorrei vederla anch’io.”
Ma questo si limitò a pensarlo. La cotta non gi era ancora passata. Anzi, peggiorava con il passare dei giorni.
Ewan sgranò gli occhi, non si aspettava la risposta di Hayden! Per un attimo restò senza parole, poi si riprese e disse: - Hayden, Hayden… sei troppo malizioso, mio giovane Padawan… - poi gli fece una linguaccia. – Comunque, se proprio devo rispondere alla tua domanda, bhe, con tutte e due direi… -
- Whoa…e poi sono io quello modesto. Comunque se lo dici tu mi fido, e… -
Furono disturbati da un urlo che proveniva da qualche parte sul set.
- Ma che cazzo… - sbottò Ewan alzandosi in piedi come meglio poteva nella “trappola mortale”. Si guardò intorno e vide Matt steso a terra.
- Tutto bene? – urlò.
Matt fece un segno con un braccio ed Ewan annuì tornando a sedersi.
- Matt è caduto… - disse rivolto ad Hayden.
- Oh cazzo! – Hayden saltò in piedi a sua volta, poi si sporse dalla navicella. – Matty? –
Niente, dal suo lato non riusciva a vedere nulla, perché era quasi a ridosso del telo blu.
“Forse di qui…”
Quando si rese pienamente conto del fatto che per sporgersi dal lato opposto si era dovuto sdraiare un grembo ad Ewan, le guance di Hayden persero un po’ di colore. Ormai era fatta però, di certo non poteva rialzarsi di scatto…e da una parte, nemmeno lo voleva, così come non lo voleva Ewan che, per un attimo, perse il contatto con la realtà.
Sentiva il corpo del giovane sul suo, indossava il costume di Obi-Wan, ed aveva molto caldo.
“Cazzo… ma come può ridurmi sempre in questo stato?” pensò tra sé, chiudendo gli occhi per cercare di riacquistare la calma.
- Matty? Sei vivo? – chiese Hayden con voce leggermente più rauca del normale.
- Certo, bimbo, grazie per l’interessamento – gli rispose il cameraman con una smorfia, intento a massaggiarsi il gomito. – Che vuoi? –
- Niente, mi chiedevo…non è che potresti rifarlo? Ero girato e non ti ho visto. –
- Hayden! -
Ewan si passò la mano tra i capelli ridendo, poi, istintivamente, appoggiò una mano sulla schiena di Hayden accarezzandogliela. Il contatto fu lieve, ma bastò per far irrigidire di colpo il più giovane.
“Perché fai così? E perché ho dovuto ficcarmi in questa situazione?”
Recriminare non serviva a niente però, anche perché tutta l’attenzione di Hayden era catturata da quelle dita che si muovevano lentamente sulla sua schiena. Anche le parole di Ewan gli arrivarono lontane, ovattate.
- Quando vuoi sei una vera peste, pover’uomo, abbi pietà di lui. –
“O di me?” Ewan non sapeva bene nemmeno lui a chi dei due si stesse riferendo.
I pensieri che vorticavano nella mente di Hayden erano molto simili. Si risollevò lentamente, poi lo fissò. – Non… non lo fare. Altrimenti va a finire che mi dimentico che sei: poco felicemente fidanzato e... -
L’uomo lo guardò per un attimo che gli parve infinito. Sentiva i rumori del set, i suoni di sempre, ma sembrava che nulla avesse importanza per lui. Respirò a fondo poi alzò le mani.
- Scusami… - mormorò.
- Va tutto bene. Ho cominciato io. Scusami tu. – Hayden sorrise appena, l’indice della destra già impegnato nel giocherellare con la trecciolina che gli scendeva sul petto. – Allora che dobbiamo fare? -
Ewan lo guardò ancora e ricambio il sorriso.
Certo che però anche lui… con quella treccina…
Accanto allo speeder alcuni tecnici stavano lavorando, così per non farsi sentire mise il copione in parte al viso e diede una gomitata ad Hayden.
- Sei una piccola peste! Smettila di giocare con quella treccina… un giorno o l’altro te la troverai in mano… poi cosa conti di farci? Di prenderci George al lazo? – Poi Ewan si mise a ridere, aveva bisogno di allentare la tensione.
- No, è troppo corta, posso farlo solo con qualcuno di molto vicino. La prossima volta me ne faccio attaccare un più lunga, che dici? –
Non aveva veramente intenzione di mettersi a ridere anche lui, ma la risata di Ewan era contagiosa e Hayden non aveva ancora imparato a resisterle.
*****
Ewan camminava a passo spedito per il corridoio, si stava chiedendo se oltre a dargli il ruolo di balia di Hayden, George lo avesse preso anche per il suo postino personale. Aveva voglia di andare nel suo camerino, togliersi il costume di Obi-Wan e andarsene di filato a casa, invece doveva passare nel camerino di Hayden per portargli il copione modificato del giorno dopo.
“Tutto fare mi chiameranno d’ora in poi… che poi potrei anche smetterla di lamentarmi visto che il mio camerino è di fronte a quello di Hayden…”
Si fermò nel bel mezzo del corridoio scuotendo la testa, ultimamente aveva sempre i nervi tesi, le cose con Liam andavano di male in peggio, era stanco e se la prendeva per tutto, anche per cose senza senso come quelle.
Riprese a camminare e, arrivato di fronte al camerino di Hayden, bussò.
…Niente da fare, da dietro la porta chiusa non filtrava il benché minimo rumore..
Ewan provò ancora a bussare, ma quando non ottenne risultati provò a girare la maniglia della porta, gli sembrava strano che Hayden se ne fosse andato, aveva lasciato il set solo qualche minuto prima di lui.
“Porta aperta, ma è mai possibile?” si disse l’uomo entrando nel camerino.
Sentì il rumore della doccia…
“E pure sotto la doccia… è pazzo” penso ancora.
- Hayden! – urlò.
“Cosa?”
Nonostante il rumore dell’acqua e nonostante la particolare faccenda di cui si stava occupando prima di venir così bruscamente interrotto, Hayden riconobbe quasi subito la voce di Ewan. E sbiancò.
“Oh cazzo… di tutti i momenti e di tutte le persone…”
- Ewan… – rispose, sperando ardentemente che il suo tono risultasse perlomeno normale, poi si passò entrambe le mani sul viso. Come diavolo avrebbe fatto ad uscire, adesso? Tutto voleva tranne che l’altro si accorgesse di cosa stava facendo fino a pochi secondi prima. - Aspetta un momento… -
Ewan sbuffò.
- Hayden sbrigati, voglio andarmene a casa… -
“Ti odio” sillabò Hayden rivolto al pannello semitrasparente della doccia, poi sospirò.
– Va bene… -
“Ma te lo sei voluto tu.” Chiuse l’acqua con il gomito, dando un colpo secco al miscelatore, poi fece scorrere la porta quel tanto che bastava per farci passare la testa. – Ti spiace passarmi l’asciugamano, Maestro? O quello, o ti giri fino a quando non mi sono messo qualcosa addosso. -
Il sorriso che esibiva era strafottente come al solito, ma il suo battito cardiaco era in rapida ascesa.
L’uomo si passò una mano tra i capelli, era veramente un tempista, niente da dire su questo.
Nelle ultime settimane quando si trovava vicino ad Hayden, nei suoi paraggi, si rendeva conto che il costume di Obi-Wan gli teneva molto, troppo caldo.
“E adesso questo…” pensò.