Post by babyara on Oct 1, 2006 21:45:16 GMT 1
- Ecco. - Hayden spinse la porta d'ingresso con il piede, lasciando le chiavi infilate nella toppa - Non ti spaventare. Non è poi così incasinato come sembra -
"Oddio...più o meno"
Effettivamente sembrava che fosse passato un uragano, e nessuno si fosse ancora preoccupato di riordinare. C'erano pile di scatoloni, vestiti e giornali sparsi un po’ dappertutto, il tipico segno di un trasloco in atto.
"Già…peccato che mi sia trasferito più di un mese fa…"
Ewan diede una rapida occhiata in giro, poi guardò Hayden, e ridendo, gli chiese: - Piove dal tetto? -
- No. E, comunque, nelle altre stanze è meglio. -
- Allora, se siamo all'asciutto e al riparo dal freddo va più che bene Hayden. -
- Ah si, anche il riscaldamento funziona. Non c'è da preoccuparsi per i dettagli tecnici... avrei solo bisogno di ficcare tutto dentro i vari cassetti, e non ho ancora avuto la vo… ehm, il tempo di farlo –
Dopo aver recuperato le chiavi, Hayden le lanciò dentro un vasetto di vetro posato in maniera precaria su una mensola, poi scavalcò una scatola - D'altra parte il disordine scoraggia i vicini rompiscatole. Dopo la prima visita di benvenuto non li ho più visti. Meglio così, non ho proprio voglia di gente che si auto invita a cena. -
Ewan sentì qualcosa sfregare contro i suoi piedi e quando abbassò lo sguardo si trovò a fissare uno splendido ammasso di peli neri. Sorrise e si accovacciò a terra cercando di non far movimenti bruschi, per non spaventare il gatto.
- Ciao bellissima... - disse allungando una mano. La gatta si avvicinò alla mano di Ewan ed iniziò ad annusarla e poi a leccarla. Lui le accarezzò il pelo nero e guardando Hayden disse: - E' veramente splendida. -
- Le vai a genio, sembra...hey, ragazza! Com'è che quando ti accarezzo io mi mordi e se lo fa lui vai in brodo di giuggiole? Non hai un minimo di rispetto, vedo! - Il biondino cercò di mantenere un cipiglio severo, ma dopo appena qualche secondo si mise a ridere - Lo so, è davvero molto bella. Il problema è che lo sa anche lei -
Ewan si rialzò ed appoggiò una mano sulla spalla di Hayden.
- E' una gatta, perciò vanitosa mio caro. -
- Vedo che te ne intendi. Vieni. - Hayden spinse da parte qualche scatolone in modo da avere il passaggio libero, fece un cenno all’altro che lo seguì, attento a non buttare a terra qualcosa. - E' la prima volta che ospito un gatto, non so ancora bene come comportarmi. A casa ho un cane, ma non ho potuto portarmelo dietro, così ho dovuto sopperire in qualche modo. Non mi andava di abitare completamente da solo -
- Credimi non c'è niente di meglio di un gatto come compagnia. La mia poi è molto coccolona e protettiva nei miei confronti, infatti odia Liam. -
Dopo aver pronunciato l'ultima frase si diede mentalmente dello stupido. Eccolo che tornava sempre... un incubo, il suo incubo.
- Ah -
- Lascia perdere quello che dico e ricorda che sono ubriaco. -
- Si, certo... - Hayden annuì, preferendo non commentare sul fatto che Ewan sembrasse stare leggermente meglio. Certo, era ancora pallido come un fantasma, ma ora per lo meno camminava senza aver bisogno di qualcuno che lo sostenesse. - Questo è il salotto, cioè la tua camera - disse mentre entrava in una stanza con ampie finestre e travi a vista - La stanza degli ospiti in teoria ci sarebbe, ma è messa ancora peggio dell'ingresso. -
- Qui andrà più che bene davvero. – Ewan si sedette sul divano e si lasciò andare contro lo schienale. - E' anche comodo. -
- Lascia perdere. E' addirittura meglio del mio letto - Hayden s'infilò le mani nelle tasche posteriori dei jeans e sollevò lo sguardo verso il soffitto. In quella posa sembrava ancora più giovane di quanto fosse in realtà. - …Avrei forse fatto meglio a lasciare a te la camera da letto e dormire qui. Ma ormai mi sono fregato da solo. - Sorrise tra sé, poi riportò l'attenzione su Ewan - Rimani qui, io vado a cercare le coperte. -
- Hayden non serve davvero, resta qui per favore. –
Ma che accidenti gli prendeva ora? Sembrava un bambino di dieci anni spaventato, ma cazzo! Lui era un uomo adulto e maturo e stava facendo la figura dell'idiota davanti ad un ragazzo con dieci anni meno di lui.
- Alle volte sono patetico, me ne rendo conto... -
Ecco, ci mancavano i pensieri tramutati in parole a dare un tocco di classe alla situazione.
- Non è vero. Non stai bene, tutto qui. -
Hayden raccolse una bottiglia d'acqua dal tavolo e ne bevve un sorso – Quando sto male io sono molto peggio, divento una lagna terribile. Ma ora per favore, lasciami fare. Mica vuoi dormire in giacca e cravatta, senza nemmeno una coperta, no? E' inverno e anche se il riscaldamento funziona bene, qualcosa te la devi mettere addosso lo stesso -
Ewan alzò le mani in segno di resa. Poi si tolse la cravatta e la buttò su una sedia.
- Sei tu il padrone di casa, mi limito ad assecondare le tue volontà. -
- Adoro sentire questo tipo di cose -
- Sì ma non farci l'abitudine, guarda che sei tu che dovrai stare sotto di me. Che ti piaccia o no. - Appena ebbe parlato Ewan chiuse di scatto gli occhi e si mise a ridere senza riuscire a fermarsi.
"Uh?"
Hayden lo guardò per un attimo, chiedendosi cosa ci fosse di tanto divertente ora. Solo in un secondo momento si accorse del doppio senso implicito nelle parole di Ewan e suo malgrado arrossì.
- Eh....vedremo - fu tutto quello che riuscì ad articolare.
L'uomo si asciugò con la mano gli occhi che ancora lacrimavano dal gran ridere. - No senti, scusa. Alle volte mi escono di bocca cose che non dovrei dire, poi a ripensarci mi butterei sotto un tir per la vergogna. Davvero non farci caso, era una stronzata non voluta. -
- Non c'è nessun problema, sta tranquillo - Hayden posò la bottiglia e indicò il piano superiore con il pollice - Vado a vedere cosa riesco a trovare, torno subito -
Detto questo, girò sui tacchi, e si diresse verso la scala interna. La battuta di Ewan non gli aveva dato fastidio. Si sentiva solo un po’ idiota per non averne colto il lato malizioso, nonostante sapesse che il doppio senso era stato del tutto casuale
"E il modo in cui ho reagito...minimo penserà che sono omofobo...ah, grandioso."
Non si fermò a considerare il fatto che se davvero lo fosse stato, non gli avrebbe mai offerto un posto in cui passare la notte, e Ewan, di questo, non poteva, non esserne consapevole.
Restato solo Ewan cercò di rilassare un po’ i muscoli, allungò le gambe ed appoggiò più comodamente la testa tornando a chiudere gli occhi. Voleva svuotare la mente dai mille pensieri che l'affollavano, ma pareva non riuscirci proprio. Doveva concentrarsi su qualcosa, qualsiasi cosa... e l'immagine di Hayden apparve nitida davanti ai suoi occhi chiusi.
Era dispiaciuto per quello che aveva detto poco prima, l'ultima cosa che voleva fare era mettere in imbarazzo il ragazzo. Ma il danno era fatto, sperava solo che Hayden non se la fosse presa. Gli era parso... cosa? Turbato?
Sinceramente non lo sapeva... decise di rimare solo, lì ad aspettare, con l'immagine del ragazzo, stampata in testa.
Non dovette aspettare molto, perché Hayden fu di ritorno abbastanza in fretta. Teneva tra le braccia due coperte e un cuscino, il tutto scovato in fondo all'armadio.
- Ecco. Credo che due bastino e avanzino. Ora aspetta, vedo se ti trovo qualcosa da metterti addosso - Squadrò Ewan da capo a piedi – Non abbiamo proprio la stessa taglia, ma non importa –
Ewan aprì gli occhi ed abbozzò un sorriso.
- Hayden per favore non diventar matto. Posso sempre tenere i pantaloni, per il resto funziona il riscaldamento... non morirò assiderato. –
- Spero di no, non saprei cosa raccontare alla padrona di casa. In ogni caso prendo atto delle tue obiezioni, ma ti cerco qualcosa lo stesso. Ok? Di 'ok' –
L'uomo lo guardò con gli occhi socchiusi, un sorriso malizioso sulle labbra.
- Ok... –
Perché accidenti si divertiva a provocarlo ora?
Per fortuna, questa volta, Hayden, non ci fece caso, poiché stava di nuovo fissando le travi del soffitto nel tentativo di ricordare dove avesse ficcato le sue magliette. Nei cassetti no di sicuro, ma forse erano ancora nell'ingresso. Sì. Da qualche parte.
- Aspetta –
Sparì di nuovo, stavolta in direzione opposta rispetto a quella da cui era venuto, senza notare l’espressione un po’ contrariata di Ewan.
Stava perdendo tutto il suo fascino ormai, ne era certo. Non che volesse davvero conquistare Hayden, anche perché con ogni probabilità era etero, però gli piaceva l’idea continua di provocarlo, o, forse, solo di giocare con qualcuno che non lo trattasse come l’ultimo degli essere umani e, questo, Hayden non lo stava facendo, anzi.
Quando lo vide lasciare di nuovo la stanza si alzò dal divano non senza fatica e tolse la camicia dai pantaloni iniziando a slacciarla. Poi la gettò di lato su una sedia ed iniziò a slacciare i pantaloni.
- Non ci posso credere, sono riuscito a trovare tutto quello che cercavo al primo colpo. E... –
Ewan non seppe mai cos'altro Hayden aveva da dire, perché il più giovane si era bloccato sulla porta e lo guardava con un'espressione assente stampata sul volto. Non era ben chiaro se fosse incantato o disgustato da quello che aveva di fronte.
L’uomo si girò a guardarlo e restò un attimo in silenzio ad osservalo. Poi si rese conto che la situazione poteva sembrare imbarazzante ed equivoca visto il suo abbigliamento, così si decise a parlare.
- Se mi passi una maglietta, puoi tornare a respirare. Devo far proprio schifo visto il tuo sguardo mio caro… -
Hayden arrossì furiosamente, ma questo invece che fermarlo lo riscosse dallo stato di trance e gli diede il 'la' per quello che seguì.
- Insomma, la vuoi piantare? – Sibilò, gli occhi leggermente socchiusi - Perché devi passare il tempo a commiserarti? Dici che sei patetico, dici che fai schifo, e questo e quello, ma smettila una buona volta! Non fai schifo! -
Aveva già rivelato fin troppo, ora sarebbe stato il caso di tacere. Il problema di Hayden era che, nei momenti di tensione, staccava completamente i collegamenti con il cervello e diceva qualsiasi cosa gli passasse per la testa. Proprio come era capitato adesso.
- Anzi, se vuoi proprio saperlo io ti trovo interessante. Se non fosse che sei già occupato, ci avrei anche fatto un pensierino! –
“Cazzo...andata...”
Ewan rimase per un attimo in silenzio incrociando le braccia sul petto. - Un pensierino? Ed io che pensavo che fossi etero… tutti gay li sceglie George… - Cercò di fare un po’ d’ironia, perché le parole di Hayden lo avevano colpito in pieno. Aveva ragione lui o Liam?
Ogni giorno il suo compagno gli ripeteva che era una nullità, un essere inutile solo buono a piangere come una fighetta isterica, ed ora questo ragazzino gli diceva di trovarlo interessante.
Si sentiva confuso… e forse, anzi non forse, si sentiva anche emozionato e felice per le parole di Hayden, anche per la rabbia che aveva visto nei suoi occhi.
- Facciamo un patto Hayden, io la smetto di commiserarmi se tu, ogni tanto, mi ricordi quanto sono bello ed affascinante, ci stai? – poi scoppiò a ridere. E per la prima volta da molto tempo era un sorriso vero e sincero, di quelli che solo Ewan sapeva regalare. Di quelli che gli illuminavano gli occhi chiari facendoli risplendere. Il sorriso che aveva affascinato molte donne, e uomini, senza che lui nemmeno se ne rendesse conto.
- Per me va bene, anche se ti dirò, ora mi sembra che ci stai provando… -
- Io ci sto provando? No, non direi… tu piuttosto che mi dici? Sono cinque minuti che te ne stai lì, immobile, a guardarmi, con quelle cose in mano che dovrebbero servire per coprirmi… ci trovi gusto, a guardarmi, Hayden? –
- Te l'ho detto, non sei brutto. Anzi. Solo secondo me.... –
Ewan si avvicinò di qualche passo ad Hayden ed allungò una mano, improvvisamente serio in volto.
- Facciamola finita ora avanti. Passami la maglietta e vai a dormire, ed è meglio che io faccia la stessa cosa. -
Non sapeva perché aveva detto quelle cose con un tono piuttosto duro. Non era rispetto nei confronti di Liam o forse sì? Forse era solo paura di perdere il controllo? Accidenti anche al ragazzino!
- Ah…sì... tieni - Se anche era rimasto male per il brusco cambiamento di tono, di sicuro, Hayden non lo dava a vedere. - Ho trovato anche un mio vecchio pigiama. Solo i pantaloni, ma non importa...a me è corto, perciò dovrebbe andarti bene -
La frecciatina avrebbe anche potuto risparmiarsela.
- Credo sia tutto...il bagno è in fondo al corridoio, la cucina qui di fronte e, se hai bisogno di qualcosa, io sono al piano di sopra –
- D'accordo. Grazie Hayden... -
- Di nulla –
Ewan prese gli abiti che Hayden gli porgeva e li appoggiò sul divano. - Buona notte Hayden. - disse senza neanche guardarlo.
- Buona notte. -
Ora sì, che era rimasto male, e sì che si vedeva. Non aveva sperato in una qualche conclusione piccante della serata, ma gli spiaceva che Ewan avesse bruscamente cambiato modo di fare. Anche, perché, non riusciva a capirne il motivo.
"Oh, che faccia un po’ quello che vuole. Tanto non è mio amico né niente, è solo un collega a cui, ho fatto un favore. Punto."
Hayden rimuginò su questo mentre saliva le scale che portavano in camera sua. Era né più, né
meno, la verità, Ewan non gli interessava. Sì. Allora perché si era fermato proprio sull'ultimo gradino, da dove poteva guardare in sala senza essere visto?
Quando sentì Hayden allontanarsi, Ewan si sedette sul divano, buttando da una parte i vestiti, con un gesto brusco. Aveva fatto bene… anche se, il ragazzo, ci era rimasto male, non avrebbe potuto non accorgersene. E allora, perché, si sentiva terribilmente in colpa?
Si era comportato esattamente come uno stupido, Hayden non meritava un comportamento così da parte sua, non dopo quello che aveva fatto per lui.
Sedette sul divano e si tolse le scarpe e le calze, poi si rialzò per togliersi i pantaloni. Prese i pantaloni del pigiama e li infilò. - Sei un cretino, ecco cosa sei Ewan!!! – disse ad alta voce.
Forse sentirlo dire gli faceva bene.
- Ok calma, domani gli chiedi scusa… -
Bene, ora che aveva espresso i suoi pensieri a voce alta si sentiva meglio.
Prese la maglietta e la indossò poi si sdraiò finalmente sul divano incrociando le braccia dietro la testa. Chiuse gli occhi aspettando che il sonno arrivasse.
Niente da fare, non riusciva a dormire. Di solito prendeva sonno qualche minuto dopo essersi infilato sotto le coperte, mentre stanotte, non c'era verso. Era da più di un'ora che si rigirava nel letto.
Frustrato, Hayden gettò di lato le coperte e si alzò, deciso ad andare di sotto a prendersi un bicchiere d'acqua. Inoltre aveva dei sonniferi in bagno, ne avrebbe mandato giù uno. Scese le scale annuendo tra sé, attento a fare meno rumore possibile. Dopotutto aveva un ospite in casa, e sicuramente, stava già dormendo, non c'era bisogno di svegliarlo solo perché lui era nervoso.
Ingoiare una pastiglia bianca e riempirsi un bicchiere d'acqua richiesero pochi minuti. Stava per tornarsene di sopra, quando gli parve di scorgere Ewan muoversi sul divano.
“Uh?”
Quando non si riesce a dormire, si è in casa di un perfetto estraneo, e lo si sente camminare in giro in piena notte si devono aprire gli occhi o continuare a dormire? Ewan si pose la domanda, e decise di tenere gli occhi chiusi, si era ripromesso di scusarsi con Hayden il giorno dopo, adesso non era pronto, non era ancora giorno.
Ma Hayden non lo sapeva.
E fu solo per sincerarsi che Ewan stesse bene che decise di entrare nella sala immersa nell'oscurità, invece di scrollare le spalle e tornare a letto. O almeno fu quello che si disse. In realtà non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine di Ewan così come l'aveva visto poco prima, mentre si cambiava.
Era stupido, era idiota ed era pericoloso da parte sua, ma non poteva farci niente. La parte razionale del suo cervello si era presa una vacanza, ora era l'istinto a comandare, e lo spingeva irrimediabilmente verso l'uomo che dormiva sul suo divano.
Arrivato di fronte a lui, Hayden si fermò a guardarlo. Per un lungo istante i suoi occhi, ormai abituati all'oscurità, scivolarono sul corpo di Ewan, intuendone i contorni da sotto le coperte. Era dannatamente bello, anche un cieco se ne sarebbe accorto.
"Piantala, vattene via!"
Invece si sedette sul tappeto.
Che stava facendo Hayden? Aveva sentito i suoi passi avvicinarsi, lo aveva sentito sedersi... doveva preoccuparsi? A prima vista sembrava una persona innocua, ma non ci si può mai fidare abbastanza.
"Vuole giocare?" si disse "Accontentiamolo..."
Sempre facendo finta di dormire, allungò un braccio nella direzione in cui pensava si trovasse Hayden, e fece finta di niente, quando sentì la sua mano sfiorare la spalla del ragazzo.
Hayden non se lo aspettava proprio e trasalì, rischiando di rovesciare il bicchiere. Riuscì a tenerlo in equilibrio solo per un colpo di fortuna. Il rumore però poteva averlo svegliato...il suo battito cardiaco aumentò mentre si girava nuovamente verso Ewan, che restò fermo ed immobile, continuando a fingere di dormire.
"Basta."
Finora gli era andata bene, ma non poteva sperare che continuasse così in eterno. Prima, o poi Ewan si sarebbe accorto della sua presenza e lui ci avrebbe fatto la figura del cretino. Meglio andarsene finché era in tempo. Se proprio non fosse riuscito a calmare i suoi bollenti spiriti, avrebbe sempre potuto arrangiarsi da solo. E, comunque, il sonnifero avrebbe fatto effetto di lì a poco.
A disagio Hayden si mosse, il labbro inferiore stretto tra i denti.
Quando Ewan sentì il ragazzo alzarsi non pensò, e per una volta decise di abbandonare il lato razionale di sé, voleva capire.
Strinse la mano attorno al polso di Hayden ed aprì lentamente gli occhi. - Hayden... - la sua voce era bassa... pronunciando solo il suo nome, aveva rivelato subito quello che stava provando. Attrazione! Forte ed intensa verso quel ragazzo che conosceva appena.
- Ewan...- Hayden era fermo, perfettamente immobile, nonostante si fosse sollevato da terra solo a metà. - Ewan...-
Ewan si girò su un fianco, ed allungò anche l'altro braccio, posando la mano sulla una guancia di Hayden. Istintivamente, il più giovane, ci si appoggiò contro, piegando leggermente la testa. Era così...non sapeva nemmeno lui come descriverlo, in modo che non suonasse come un romanzo d'appendice, però l'unica parola che gli veniva in mente era 'giusto'.
- Hayden...- Non era ancora mattina, lo sapeva, ma doveva dire qualcosa, qualsiasi cosa. - Scusami per prima... - mormorò, mentre con le dita accarezzava la pelle morbida della guancia di Hayden.
- Non...non c'è problema. Davvero. So che non volevi... - Perché parlava sempre troppo? Perché non era capace di stare zitto, dire per una volta solo lo stretto indispensabile? - ... non importa. Non me la sono presa, questo intendevo -
- Bene... però, anche se tu dici che non c'è un problema, ti devo contraddire... è vero che prima non volevo Hayden, ma adesso voglio troppo... torna a letto per favore... questa sera hai fatto per me più di tante altre persone... ma ora voglio... e non posso volerlo... –
- Perché? - Quello di Hayden era poco più di un sussurro - Mentre parlava aveva incominciato ad avvicinarsi senza neanche accorgersene, e ora solo pochi centimetri separavano i loro visi - Perché? -
- Perché ho paura di perdermi... paura di non poter più tornare indietro... - anche le sue parole uscirono leggere dalle sue labbra.
- Non sai nemmeno chi sono.... -
- Nemmeno tu sai chi sono io, però i tuoi occhi sono un libro aperto... -
- E cosa dicono? -
- Dicono che vogliono esattamente quello che voglio io, ma che hanno paura... dicono che quello che raccontano sui colpi di fulmine non sono sciocchezze... dicono tante cose Hayden... -
- Io non ho paura -
- Oh, sta zitto –
- Meglio -
Ewan non si sarebbe mai deciso, ormai era chiaro, perciò doveva farlo lui. Hayden prese il coraggio a due mani e si spinse ancora più in avanti.
Addio ragione... Hayden aveva deciso per entrambi. Chiuse gli occhi ed appoggiò una mano tra i capelli dell’uomo attirandolo di più a sé, schiacciando le sue labbra con forza su quelle del giovane.
La bocca di Hayden fu la prima ad aprirsi, permettendo alla lingua di Ewan di entrare in lui… di cercare la sua per poi perdersi.
Se in seguito gli avessero chiesto di descrivere il loro primo bacio, non avrebbe saputo farlo. Tutto quello che si ricordava era la mano di Ewan che continuava ad accarezzargli i capelli, il suo profumo, il suo corpo premuto contro, mentre le loro lingue si intrecciavano, esplorando la bocca di entrambi.
Ewan appoggiò le mani sulle sue spalle e piano lo allontanò da sé odiandosi per aver interrotto quel bacio... quel bacio che lo stava facendo impazzire. Si girò meglio su un fianco appoggiando la schiena allo schienale del divano e scostando la coperta.
- Credo che qui staresti più comodo... - disse attirando piano Hayden verso di sé.
- Ah... – lui lo lasciò fare, permettendogli di condurre il gioco come meglio credeva. Non era il suo solito modo di agire, normalmente era lui solo a decidere per se stesso, ma ora si sentiva...strano? Aveva la testa leggera, come se stesse sognando e tutto quello non fosse reale. – Sì -
Ewan alzò gli occhi per incontrare quelli di Hayden.
- Sdraiati... -
Obbediente, Hayden si sdraiò sul divano, di fianco a Ewan. Non c'era molto posto, perciò fu costretto a stringersi a lui per non cadere.
L'uomo gli accarezzò i capelli scendendo poi ad accarezzargli un braccio. Avvicinò il viso al suo e lo baciò ancora, e ancora, e ogni volta Hayden rispondeva con foga crescente. Ewan gli piaceva, ormai non poteva più negarlo nemmeno a se stesso. Eppure... aveva cominciato a vederlo sotto quell'aspetto solo poche ore prima.
Ewan scese con la bocca a baciargli il collo respirando il suo profumo. Infilò la mano sotto la sua maglietta accarezzandogli i muscoli del torace. Istintivamente Hayden inarcò la schiena, quasi come se volesse fare più contatto con il corpo dell’altro, mentre le sue cosce si allargavano leggermente.
Ewan passò con le mani ad accarezzargli la schiena, ed ancora una volta catturò le sue labbra, rendendosi conto che non avrebbe mai voluto smettere di baciarlo. Quando si staccò dalla sua bocca lo guardò negli occhi e lo strinse ancora di più a sé.
- Hayden… sei sicuro, di quello che stai facendo? –
- Io …sì. Certo che sì. Perché non dovrei? - Le sue braccia si strinsero attorno al corpo di Ewan, come a sottolineare le sue parole, ma aveva la bocca secca. Ingoiò a vuoto una volta o due, poi ripeté di sì in un tono che sperava suonasse convincente. - Perché ho dieci anni meno di te? Perché c'è Liam? Perché non sai chi sono? -
Aveva paura, si rese conto in quel momento che, se ci fosse stata un’altra persona al suo posto non sarebbe stato un problema, ma quel ragazzo era diverso dagli altri e se c’era una cosa che Ewan non voleva era fare del male agli altri, quello lo aveva fatto in passato e non poteva permettersi di farlo ancora.
Hayden non sapeva tutto questo, ovviamente, anche se riusciva ad intuire che c’era qualcosa che lo stava bloccando. – Non sono un bambino. –
E per dimostrarglielo, gli fece scivolare entrambe le mani sotto la maglietta, ripetendo lo stesso gesto dello scozzese.
Ewan chiuse gli occhi perdendosi nel contatto delle mani di Hayden sulla sua pelle. - Non penso che tu sia piccolo e Liam non c’entra,… solo non voglio… - si morse un labbro – non voglio farti del male Hayden. –
- Allora vai avanti. -
Hayden cercò ancora una volta la bocca di Ewan, mentre le sue dita gli graffiavano leggermente la schiena, voleva essere baciato di nuovo. E quasi riuscì nel suo intento: le sue labbra erano arrivate a sfiorare quelle di Ewan quando per attimo la vista gli si offuscò.
“Che diavolo….?”
Ewan si accorse che qualcosa non andava e portò una mano dietro la testa di Hayden.
- Che succede? –
- Non…niente. – Hayden si appoggiò alla mano di Ewan e in qualche modo riuscì a mettere insieme un sorriso – Niente, sto bene. Andiamo avanti? – Il suo sorriso si fece più accentuato, anche se c’era qualcosa che continuava a sfuggirgli.
L’uomo gli accarezzò dolcemente i capelli, sorridendogli, e lo baciò dolcemente.
- Hayden … -
Questa volta non ci provò nemmeno a rispondere. Gli occhi gli si chiusero da soli e, rifiutarono di aprirsi, per un lasso di tempo, che a lui parve eterno. Quando finalmente ci riuscì, gli sembrò che Ewan non fosse nella stanza insieme a lui, ma lontano mille miglia.
"Oddio...più o meno"
Effettivamente sembrava che fosse passato un uragano, e nessuno si fosse ancora preoccupato di riordinare. C'erano pile di scatoloni, vestiti e giornali sparsi un po’ dappertutto, il tipico segno di un trasloco in atto.
"Già…peccato che mi sia trasferito più di un mese fa…"
Ewan diede una rapida occhiata in giro, poi guardò Hayden, e ridendo, gli chiese: - Piove dal tetto? -
- No. E, comunque, nelle altre stanze è meglio. -
- Allora, se siamo all'asciutto e al riparo dal freddo va più che bene Hayden. -
- Ah si, anche il riscaldamento funziona. Non c'è da preoccuparsi per i dettagli tecnici... avrei solo bisogno di ficcare tutto dentro i vari cassetti, e non ho ancora avuto la vo… ehm, il tempo di farlo –
Dopo aver recuperato le chiavi, Hayden le lanciò dentro un vasetto di vetro posato in maniera precaria su una mensola, poi scavalcò una scatola - D'altra parte il disordine scoraggia i vicini rompiscatole. Dopo la prima visita di benvenuto non li ho più visti. Meglio così, non ho proprio voglia di gente che si auto invita a cena. -
Ewan sentì qualcosa sfregare contro i suoi piedi e quando abbassò lo sguardo si trovò a fissare uno splendido ammasso di peli neri. Sorrise e si accovacciò a terra cercando di non far movimenti bruschi, per non spaventare il gatto.
- Ciao bellissima... - disse allungando una mano. La gatta si avvicinò alla mano di Ewan ed iniziò ad annusarla e poi a leccarla. Lui le accarezzò il pelo nero e guardando Hayden disse: - E' veramente splendida. -
- Le vai a genio, sembra...hey, ragazza! Com'è che quando ti accarezzo io mi mordi e se lo fa lui vai in brodo di giuggiole? Non hai un minimo di rispetto, vedo! - Il biondino cercò di mantenere un cipiglio severo, ma dopo appena qualche secondo si mise a ridere - Lo so, è davvero molto bella. Il problema è che lo sa anche lei -
Ewan si rialzò ed appoggiò una mano sulla spalla di Hayden.
- E' una gatta, perciò vanitosa mio caro. -
- Vedo che te ne intendi. Vieni. - Hayden spinse da parte qualche scatolone in modo da avere il passaggio libero, fece un cenno all’altro che lo seguì, attento a non buttare a terra qualcosa. - E' la prima volta che ospito un gatto, non so ancora bene come comportarmi. A casa ho un cane, ma non ho potuto portarmelo dietro, così ho dovuto sopperire in qualche modo. Non mi andava di abitare completamente da solo -
- Credimi non c'è niente di meglio di un gatto come compagnia. La mia poi è molto coccolona e protettiva nei miei confronti, infatti odia Liam. -
Dopo aver pronunciato l'ultima frase si diede mentalmente dello stupido. Eccolo che tornava sempre... un incubo, il suo incubo.
- Ah -
- Lascia perdere quello che dico e ricorda che sono ubriaco. -
- Si, certo... - Hayden annuì, preferendo non commentare sul fatto che Ewan sembrasse stare leggermente meglio. Certo, era ancora pallido come un fantasma, ma ora per lo meno camminava senza aver bisogno di qualcuno che lo sostenesse. - Questo è il salotto, cioè la tua camera - disse mentre entrava in una stanza con ampie finestre e travi a vista - La stanza degli ospiti in teoria ci sarebbe, ma è messa ancora peggio dell'ingresso. -
- Qui andrà più che bene davvero. – Ewan si sedette sul divano e si lasciò andare contro lo schienale. - E' anche comodo. -
- Lascia perdere. E' addirittura meglio del mio letto - Hayden s'infilò le mani nelle tasche posteriori dei jeans e sollevò lo sguardo verso il soffitto. In quella posa sembrava ancora più giovane di quanto fosse in realtà. - …Avrei forse fatto meglio a lasciare a te la camera da letto e dormire qui. Ma ormai mi sono fregato da solo. - Sorrise tra sé, poi riportò l'attenzione su Ewan - Rimani qui, io vado a cercare le coperte. -
- Hayden non serve davvero, resta qui per favore. –
Ma che accidenti gli prendeva ora? Sembrava un bambino di dieci anni spaventato, ma cazzo! Lui era un uomo adulto e maturo e stava facendo la figura dell'idiota davanti ad un ragazzo con dieci anni meno di lui.
- Alle volte sono patetico, me ne rendo conto... -
Ecco, ci mancavano i pensieri tramutati in parole a dare un tocco di classe alla situazione.
- Non è vero. Non stai bene, tutto qui. -
Hayden raccolse una bottiglia d'acqua dal tavolo e ne bevve un sorso – Quando sto male io sono molto peggio, divento una lagna terribile. Ma ora per favore, lasciami fare. Mica vuoi dormire in giacca e cravatta, senza nemmeno una coperta, no? E' inverno e anche se il riscaldamento funziona bene, qualcosa te la devi mettere addosso lo stesso -
Ewan alzò le mani in segno di resa. Poi si tolse la cravatta e la buttò su una sedia.
- Sei tu il padrone di casa, mi limito ad assecondare le tue volontà. -
- Adoro sentire questo tipo di cose -
- Sì ma non farci l'abitudine, guarda che sei tu che dovrai stare sotto di me. Che ti piaccia o no. - Appena ebbe parlato Ewan chiuse di scatto gli occhi e si mise a ridere senza riuscire a fermarsi.
"Uh?"
Hayden lo guardò per un attimo, chiedendosi cosa ci fosse di tanto divertente ora. Solo in un secondo momento si accorse del doppio senso implicito nelle parole di Ewan e suo malgrado arrossì.
- Eh....vedremo - fu tutto quello che riuscì ad articolare.
L'uomo si asciugò con la mano gli occhi che ancora lacrimavano dal gran ridere. - No senti, scusa. Alle volte mi escono di bocca cose che non dovrei dire, poi a ripensarci mi butterei sotto un tir per la vergogna. Davvero non farci caso, era una stronzata non voluta. -
- Non c'è nessun problema, sta tranquillo - Hayden posò la bottiglia e indicò il piano superiore con il pollice - Vado a vedere cosa riesco a trovare, torno subito -
Detto questo, girò sui tacchi, e si diresse verso la scala interna. La battuta di Ewan non gli aveva dato fastidio. Si sentiva solo un po’ idiota per non averne colto il lato malizioso, nonostante sapesse che il doppio senso era stato del tutto casuale
"E il modo in cui ho reagito...minimo penserà che sono omofobo...ah, grandioso."
Non si fermò a considerare il fatto che se davvero lo fosse stato, non gli avrebbe mai offerto un posto in cui passare la notte, e Ewan, di questo, non poteva, non esserne consapevole.
Restato solo Ewan cercò di rilassare un po’ i muscoli, allungò le gambe ed appoggiò più comodamente la testa tornando a chiudere gli occhi. Voleva svuotare la mente dai mille pensieri che l'affollavano, ma pareva non riuscirci proprio. Doveva concentrarsi su qualcosa, qualsiasi cosa... e l'immagine di Hayden apparve nitida davanti ai suoi occhi chiusi.
Era dispiaciuto per quello che aveva detto poco prima, l'ultima cosa che voleva fare era mettere in imbarazzo il ragazzo. Ma il danno era fatto, sperava solo che Hayden non se la fosse presa. Gli era parso... cosa? Turbato?
Sinceramente non lo sapeva... decise di rimare solo, lì ad aspettare, con l'immagine del ragazzo, stampata in testa.
Non dovette aspettare molto, perché Hayden fu di ritorno abbastanza in fretta. Teneva tra le braccia due coperte e un cuscino, il tutto scovato in fondo all'armadio.
- Ecco. Credo che due bastino e avanzino. Ora aspetta, vedo se ti trovo qualcosa da metterti addosso - Squadrò Ewan da capo a piedi – Non abbiamo proprio la stessa taglia, ma non importa –
Ewan aprì gli occhi ed abbozzò un sorriso.
- Hayden per favore non diventar matto. Posso sempre tenere i pantaloni, per il resto funziona il riscaldamento... non morirò assiderato. –
- Spero di no, non saprei cosa raccontare alla padrona di casa. In ogni caso prendo atto delle tue obiezioni, ma ti cerco qualcosa lo stesso. Ok? Di 'ok' –
L'uomo lo guardò con gli occhi socchiusi, un sorriso malizioso sulle labbra.
- Ok... –
Perché accidenti si divertiva a provocarlo ora?
Per fortuna, questa volta, Hayden, non ci fece caso, poiché stava di nuovo fissando le travi del soffitto nel tentativo di ricordare dove avesse ficcato le sue magliette. Nei cassetti no di sicuro, ma forse erano ancora nell'ingresso. Sì. Da qualche parte.
- Aspetta –
Sparì di nuovo, stavolta in direzione opposta rispetto a quella da cui era venuto, senza notare l’espressione un po’ contrariata di Ewan.
Stava perdendo tutto il suo fascino ormai, ne era certo. Non che volesse davvero conquistare Hayden, anche perché con ogni probabilità era etero, però gli piaceva l’idea continua di provocarlo, o, forse, solo di giocare con qualcuno che non lo trattasse come l’ultimo degli essere umani e, questo, Hayden non lo stava facendo, anzi.
Quando lo vide lasciare di nuovo la stanza si alzò dal divano non senza fatica e tolse la camicia dai pantaloni iniziando a slacciarla. Poi la gettò di lato su una sedia ed iniziò a slacciare i pantaloni.
- Non ci posso credere, sono riuscito a trovare tutto quello che cercavo al primo colpo. E... –
Ewan non seppe mai cos'altro Hayden aveva da dire, perché il più giovane si era bloccato sulla porta e lo guardava con un'espressione assente stampata sul volto. Non era ben chiaro se fosse incantato o disgustato da quello che aveva di fronte.
L’uomo si girò a guardarlo e restò un attimo in silenzio ad osservalo. Poi si rese conto che la situazione poteva sembrare imbarazzante ed equivoca visto il suo abbigliamento, così si decise a parlare.
- Se mi passi una maglietta, puoi tornare a respirare. Devo far proprio schifo visto il tuo sguardo mio caro… -
Hayden arrossì furiosamente, ma questo invece che fermarlo lo riscosse dallo stato di trance e gli diede il 'la' per quello che seguì.
- Insomma, la vuoi piantare? – Sibilò, gli occhi leggermente socchiusi - Perché devi passare il tempo a commiserarti? Dici che sei patetico, dici che fai schifo, e questo e quello, ma smettila una buona volta! Non fai schifo! -
Aveva già rivelato fin troppo, ora sarebbe stato il caso di tacere. Il problema di Hayden era che, nei momenti di tensione, staccava completamente i collegamenti con il cervello e diceva qualsiasi cosa gli passasse per la testa. Proprio come era capitato adesso.
- Anzi, se vuoi proprio saperlo io ti trovo interessante. Se non fosse che sei già occupato, ci avrei anche fatto un pensierino! –
“Cazzo...andata...”
Ewan rimase per un attimo in silenzio incrociando le braccia sul petto. - Un pensierino? Ed io che pensavo che fossi etero… tutti gay li sceglie George… - Cercò di fare un po’ d’ironia, perché le parole di Hayden lo avevano colpito in pieno. Aveva ragione lui o Liam?
Ogni giorno il suo compagno gli ripeteva che era una nullità, un essere inutile solo buono a piangere come una fighetta isterica, ed ora questo ragazzino gli diceva di trovarlo interessante.
Si sentiva confuso… e forse, anzi non forse, si sentiva anche emozionato e felice per le parole di Hayden, anche per la rabbia che aveva visto nei suoi occhi.
- Facciamo un patto Hayden, io la smetto di commiserarmi se tu, ogni tanto, mi ricordi quanto sono bello ed affascinante, ci stai? – poi scoppiò a ridere. E per la prima volta da molto tempo era un sorriso vero e sincero, di quelli che solo Ewan sapeva regalare. Di quelli che gli illuminavano gli occhi chiari facendoli risplendere. Il sorriso che aveva affascinato molte donne, e uomini, senza che lui nemmeno se ne rendesse conto.
- Per me va bene, anche se ti dirò, ora mi sembra che ci stai provando… -
- Io ci sto provando? No, non direi… tu piuttosto che mi dici? Sono cinque minuti che te ne stai lì, immobile, a guardarmi, con quelle cose in mano che dovrebbero servire per coprirmi… ci trovi gusto, a guardarmi, Hayden? –
- Te l'ho detto, non sei brutto. Anzi. Solo secondo me.... –
Ewan si avvicinò di qualche passo ad Hayden ed allungò una mano, improvvisamente serio in volto.
- Facciamola finita ora avanti. Passami la maglietta e vai a dormire, ed è meglio che io faccia la stessa cosa. -
Non sapeva perché aveva detto quelle cose con un tono piuttosto duro. Non era rispetto nei confronti di Liam o forse sì? Forse era solo paura di perdere il controllo? Accidenti anche al ragazzino!
- Ah…sì... tieni - Se anche era rimasto male per il brusco cambiamento di tono, di sicuro, Hayden non lo dava a vedere. - Ho trovato anche un mio vecchio pigiama. Solo i pantaloni, ma non importa...a me è corto, perciò dovrebbe andarti bene -
La frecciatina avrebbe anche potuto risparmiarsela.
- Credo sia tutto...il bagno è in fondo al corridoio, la cucina qui di fronte e, se hai bisogno di qualcosa, io sono al piano di sopra –
- D'accordo. Grazie Hayden... -
- Di nulla –
Ewan prese gli abiti che Hayden gli porgeva e li appoggiò sul divano. - Buona notte Hayden. - disse senza neanche guardarlo.
- Buona notte. -
Ora sì, che era rimasto male, e sì che si vedeva. Non aveva sperato in una qualche conclusione piccante della serata, ma gli spiaceva che Ewan avesse bruscamente cambiato modo di fare. Anche, perché, non riusciva a capirne il motivo.
"Oh, che faccia un po’ quello che vuole. Tanto non è mio amico né niente, è solo un collega a cui, ho fatto un favore. Punto."
Hayden rimuginò su questo mentre saliva le scale che portavano in camera sua. Era né più, né
meno, la verità, Ewan non gli interessava. Sì. Allora perché si era fermato proprio sull'ultimo gradino, da dove poteva guardare in sala senza essere visto?
Quando sentì Hayden allontanarsi, Ewan si sedette sul divano, buttando da una parte i vestiti, con un gesto brusco. Aveva fatto bene… anche se, il ragazzo, ci era rimasto male, non avrebbe potuto non accorgersene. E allora, perché, si sentiva terribilmente in colpa?
Si era comportato esattamente come uno stupido, Hayden non meritava un comportamento così da parte sua, non dopo quello che aveva fatto per lui.
Sedette sul divano e si tolse le scarpe e le calze, poi si rialzò per togliersi i pantaloni. Prese i pantaloni del pigiama e li infilò. - Sei un cretino, ecco cosa sei Ewan!!! – disse ad alta voce.
Forse sentirlo dire gli faceva bene.
- Ok calma, domani gli chiedi scusa… -
Bene, ora che aveva espresso i suoi pensieri a voce alta si sentiva meglio.
Prese la maglietta e la indossò poi si sdraiò finalmente sul divano incrociando le braccia dietro la testa. Chiuse gli occhi aspettando che il sonno arrivasse.
Niente da fare, non riusciva a dormire. Di solito prendeva sonno qualche minuto dopo essersi infilato sotto le coperte, mentre stanotte, non c'era verso. Era da più di un'ora che si rigirava nel letto.
Frustrato, Hayden gettò di lato le coperte e si alzò, deciso ad andare di sotto a prendersi un bicchiere d'acqua. Inoltre aveva dei sonniferi in bagno, ne avrebbe mandato giù uno. Scese le scale annuendo tra sé, attento a fare meno rumore possibile. Dopotutto aveva un ospite in casa, e sicuramente, stava già dormendo, non c'era bisogno di svegliarlo solo perché lui era nervoso.
Ingoiare una pastiglia bianca e riempirsi un bicchiere d'acqua richiesero pochi minuti. Stava per tornarsene di sopra, quando gli parve di scorgere Ewan muoversi sul divano.
“Uh?”
Quando non si riesce a dormire, si è in casa di un perfetto estraneo, e lo si sente camminare in giro in piena notte si devono aprire gli occhi o continuare a dormire? Ewan si pose la domanda, e decise di tenere gli occhi chiusi, si era ripromesso di scusarsi con Hayden il giorno dopo, adesso non era pronto, non era ancora giorno.
Ma Hayden non lo sapeva.
E fu solo per sincerarsi che Ewan stesse bene che decise di entrare nella sala immersa nell'oscurità, invece di scrollare le spalle e tornare a letto. O almeno fu quello che si disse. In realtà non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine di Ewan così come l'aveva visto poco prima, mentre si cambiava.
Era stupido, era idiota ed era pericoloso da parte sua, ma non poteva farci niente. La parte razionale del suo cervello si era presa una vacanza, ora era l'istinto a comandare, e lo spingeva irrimediabilmente verso l'uomo che dormiva sul suo divano.
Arrivato di fronte a lui, Hayden si fermò a guardarlo. Per un lungo istante i suoi occhi, ormai abituati all'oscurità, scivolarono sul corpo di Ewan, intuendone i contorni da sotto le coperte. Era dannatamente bello, anche un cieco se ne sarebbe accorto.
"Piantala, vattene via!"
Invece si sedette sul tappeto.
Che stava facendo Hayden? Aveva sentito i suoi passi avvicinarsi, lo aveva sentito sedersi... doveva preoccuparsi? A prima vista sembrava una persona innocua, ma non ci si può mai fidare abbastanza.
"Vuole giocare?" si disse "Accontentiamolo..."
Sempre facendo finta di dormire, allungò un braccio nella direzione in cui pensava si trovasse Hayden, e fece finta di niente, quando sentì la sua mano sfiorare la spalla del ragazzo.
Hayden non se lo aspettava proprio e trasalì, rischiando di rovesciare il bicchiere. Riuscì a tenerlo in equilibrio solo per un colpo di fortuna. Il rumore però poteva averlo svegliato...il suo battito cardiaco aumentò mentre si girava nuovamente verso Ewan, che restò fermo ed immobile, continuando a fingere di dormire.
"Basta."
Finora gli era andata bene, ma non poteva sperare che continuasse così in eterno. Prima, o poi Ewan si sarebbe accorto della sua presenza e lui ci avrebbe fatto la figura del cretino. Meglio andarsene finché era in tempo. Se proprio non fosse riuscito a calmare i suoi bollenti spiriti, avrebbe sempre potuto arrangiarsi da solo. E, comunque, il sonnifero avrebbe fatto effetto di lì a poco.
A disagio Hayden si mosse, il labbro inferiore stretto tra i denti.
Quando Ewan sentì il ragazzo alzarsi non pensò, e per una volta decise di abbandonare il lato razionale di sé, voleva capire.
Strinse la mano attorno al polso di Hayden ed aprì lentamente gli occhi. - Hayden... - la sua voce era bassa... pronunciando solo il suo nome, aveva rivelato subito quello che stava provando. Attrazione! Forte ed intensa verso quel ragazzo che conosceva appena.
- Ewan...- Hayden era fermo, perfettamente immobile, nonostante si fosse sollevato da terra solo a metà. - Ewan...-
Ewan si girò su un fianco, ed allungò anche l'altro braccio, posando la mano sulla una guancia di Hayden. Istintivamente, il più giovane, ci si appoggiò contro, piegando leggermente la testa. Era così...non sapeva nemmeno lui come descriverlo, in modo che non suonasse come un romanzo d'appendice, però l'unica parola che gli veniva in mente era 'giusto'.
- Hayden...- Non era ancora mattina, lo sapeva, ma doveva dire qualcosa, qualsiasi cosa. - Scusami per prima... - mormorò, mentre con le dita accarezzava la pelle morbida della guancia di Hayden.
- Non...non c'è problema. Davvero. So che non volevi... - Perché parlava sempre troppo? Perché non era capace di stare zitto, dire per una volta solo lo stretto indispensabile? - ... non importa. Non me la sono presa, questo intendevo -
- Bene... però, anche se tu dici che non c'è un problema, ti devo contraddire... è vero che prima non volevo Hayden, ma adesso voglio troppo... torna a letto per favore... questa sera hai fatto per me più di tante altre persone... ma ora voglio... e non posso volerlo... –
- Perché? - Quello di Hayden era poco più di un sussurro - Mentre parlava aveva incominciato ad avvicinarsi senza neanche accorgersene, e ora solo pochi centimetri separavano i loro visi - Perché? -
- Perché ho paura di perdermi... paura di non poter più tornare indietro... - anche le sue parole uscirono leggere dalle sue labbra.
- Non sai nemmeno chi sono.... -
- Nemmeno tu sai chi sono io, però i tuoi occhi sono un libro aperto... -
- E cosa dicono? -
- Dicono che vogliono esattamente quello che voglio io, ma che hanno paura... dicono che quello che raccontano sui colpi di fulmine non sono sciocchezze... dicono tante cose Hayden... -
- Io non ho paura -
- Oh, sta zitto –
- Meglio -
Ewan non si sarebbe mai deciso, ormai era chiaro, perciò doveva farlo lui. Hayden prese il coraggio a due mani e si spinse ancora più in avanti.
Addio ragione... Hayden aveva deciso per entrambi. Chiuse gli occhi ed appoggiò una mano tra i capelli dell’uomo attirandolo di più a sé, schiacciando le sue labbra con forza su quelle del giovane.
La bocca di Hayden fu la prima ad aprirsi, permettendo alla lingua di Ewan di entrare in lui… di cercare la sua per poi perdersi.
Se in seguito gli avessero chiesto di descrivere il loro primo bacio, non avrebbe saputo farlo. Tutto quello che si ricordava era la mano di Ewan che continuava ad accarezzargli i capelli, il suo profumo, il suo corpo premuto contro, mentre le loro lingue si intrecciavano, esplorando la bocca di entrambi.
Ewan appoggiò le mani sulle sue spalle e piano lo allontanò da sé odiandosi per aver interrotto quel bacio... quel bacio che lo stava facendo impazzire. Si girò meglio su un fianco appoggiando la schiena allo schienale del divano e scostando la coperta.
- Credo che qui staresti più comodo... - disse attirando piano Hayden verso di sé.
- Ah... – lui lo lasciò fare, permettendogli di condurre il gioco come meglio credeva. Non era il suo solito modo di agire, normalmente era lui solo a decidere per se stesso, ma ora si sentiva...strano? Aveva la testa leggera, come se stesse sognando e tutto quello non fosse reale. – Sì -
Ewan alzò gli occhi per incontrare quelli di Hayden.
- Sdraiati... -
Obbediente, Hayden si sdraiò sul divano, di fianco a Ewan. Non c'era molto posto, perciò fu costretto a stringersi a lui per non cadere.
L'uomo gli accarezzò i capelli scendendo poi ad accarezzargli un braccio. Avvicinò il viso al suo e lo baciò ancora, e ancora, e ogni volta Hayden rispondeva con foga crescente. Ewan gli piaceva, ormai non poteva più negarlo nemmeno a se stesso. Eppure... aveva cominciato a vederlo sotto quell'aspetto solo poche ore prima.
Ewan scese con la bocca a baciargli il collo respirando il suo profumo. Infilò la mano sotto la sua maglietta accarezzandogli i muscoli del torace. Istintivamente Hayden inarcò la schiena, quasi come se volesse fare più contatto con il corpo dell’altro, mentre le sue cosce si allargavano leggermente.
Ewan passò con le mani ad accarezzargli la schiena, ed ancora una volta catturò le sue labbra, rendendosi conto che non avrebbe mai voluto smettere di baciarlo. Quando si staccò dalla sua bocca lo guardò negli occhi e lo strinse ancora di più a sé.
- Hayden… sei sicuro, di quello che stai facendo? –
- Io …sì. Certo che sì. Perché non dovrei? - Le sue braccia si strinsero attorno al corpo di Ewan, come a sottolineare le sue parole, ma aveva la bocca secca. Ingoiò a vuoto una volta o due, poi ripeté di sì in un tono che sperava suonasse convincente. - Perché ho dieci anni meno di te? Perché c'è Liam? Perché non sai chi sono? -
Aveva paura, si rese conto in quel momento che, se ci fosse stata un’altra persona al suo posto non sarebbe stato un problema, ma quel ragazzo era diverso dagli altri e se c’era una cosa che Ewan non voleva era fare del male agli altri, quello lo aveva fatto in passato e non poteva permettersi di farlo ancora.
Hayden non sapeva tutto questo, ovviamente, anche se riusciva ad intuire che c’era qualcosa che lo stava bloccando. – Non sono un bambino. –
E per dimostrarglielo, gli fece scivolare entrambe le mani sotto la maglietta, ripetendo lo stesso gesto dello scozzese.
Ewan chiuse gli occhi perdendosi nel contatto delle mani di Hayden sulla sua pelle. - Non penso che tu sia piccolo e Liam non c’entra,… solo non voglio… - si morse un labbro – non voglio farti del male Hayden. –
- Allora vai avanti. -
Hayden cercò ancora una volta la bocca di Ewan, mentre le sue dita gli graffiavano leggermente la schiena, voleva essere baciato di nuovo. E quasi riuscì nel suo intento: le sue labbra erano arrivate a sfiorare quelle di Ewan quando per attimo la vista gli si offuscò.
“Che diavolo….?”
Ewan si accorse che qualcosa non andava e portò una mano dietro la testa di Hayden.
- Che succede? –
- Non…niente. – Hayden si appoggiò alla mano di Ewan e in qualche modo riuscì a mettere insieme un sorriso – Niente, sto bene. Andiamo avanti? – Il suo sorriso si fece più accentuato, anche se c’era qualcosa che continuava a sfuggirgli.
L’uomo gli accarezzò dolcemente i capelli, sorridendogli, e lo baciò dolcemente.
- Hayden … -
Questa volta non ci provò nemmeno a rispondere. Gli occhi gli si chiusero da soli e, rifiutarono di aprirsi, per un lasso di tempo, che a lui parve eterno. Quando finalmente ci riuscì, gli sembrò che Ewan non fosse nella stanza insieme a lui, ma lontano mille miglia.