Post by babyara on Oct 1, 2006 21:29:11 GMT 1
Ewan faceva quasi fatica a trascinare le gambe.
Non era distante l’albergo dove avevano appuntamento con George dal parcheggio in cui avevano lasciato la macchina, ma passare mezzo pomeriggio accovacciato a terra, pulendo il disastro che aveva combinato, stava dando i suoi frutti.
Guardò per un attimo il proprio riflesso nella vetrina di un negozio, il suo viso portava chiaro il segno dello schiaffo che Liam gli aveva dato, ma per il resto il suo aspetto era impeccabile come sempre. Si era vestito in varie sfumature di nero: pantaloni, camicia, cravatta, giacca e soprabito.
“Insomma pronto per un funerale…” pensò Ewan sorridendo amaramente tra sé.
Era stato per un po’ indeciso se indossare o meno la cravatta, ma si era accorto che senza si sarebbero notati troppo i lividi sul collo.
Arrivati di fronte alle ampie porte d’ingresso dell’hotel un uomo in uniforme li fece passare e subito si diressero verso il bar dove avevano appuntamento con George. Appena li vide arrivare il regista andò loro incontro sorridendo, ma il suo volto si rabbuiò non appena vide il livido sulla guancia di Ewan.
Si avvicinò al ragazzo e gli appoggiò una mano sulla spalla cercando di mantenere la calma.
- Sono contento di vederti Ewan… immagino che tu abbia sbattuto contro una porta… -
Ewan arrossì un poco, ma sorrise calorosamente al regista.
- Già. Questo è quello che succede a camminare per casa al buio. Sono felice anche io di vederti George. –
George lo guardò ancora un attimo, poi lo attirò a sé abbracciandolo. Considerava quel ragazzo alla stregua di un figlio e il vederlo così gli faceva aumentare ancora di più la voglia di mettere le mani addosso al bel tipo al suo fianco.
Sentimento peraltro del tutto ricambiato. L’occhiata che Liam lanciò a George fu fredda come il ghiaccio, ma saggiamente decise di rimanere in silenzio.
Di sicuro c’erano dei giornalisti lì intorno, era impensabile che non gironzolassero nei paraggi dell’albergo in cui il grande Lucas era sceso... anche perchè quel vecchio stupido era un abitudinario, ogni volta che arrivava a New York si recava invariabilmente al Four Season.
Avere le macchine fotografiche puntate addosso di solito non gli dispiaceva, anzi, però preferiva non essere immortalato proprio mentre insultava il regista di Guerre Stellari. Di conseguenza rimase indietro di qualche passo, le braccia incrociate sul petto ad aspettare che i due avessero finito con le loro smancerie da quattro soldi. All’inizio aveva perfino sospettato che se la facessero insieme, ma ben presto si era reso conto che Ewan - a differenza sua - non aveva le palle per tenere in piedi una tresca segreta con qualcun altro.
“Ad essere onesti, non ha le palle per fare assolutamente niente, eccetto frignare come un moccioso quando qualcosa va storto”, pensò Liam con disprezzo, poi diede un leggero colpo di tosse, in modo da ricordare al resto del mondo che c’era anche lui.
Per un attimo, un solo lunghissimo attimo Ewan si era completamente dimenticato della presenza di Liam. O meglio, aveva voluto scordarsi di lui, della sua ombra, ma ora quel colpo di tosse lo aveva riportato bruscamente alla realtà.
Si staccò dall’abbraccio del regista sorridendogli e si girò piano verso Liam. Quello che vide nei suoi occhi non gli piacque nemmeno un po’, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine. Pareva che il loro rapporto vivesse solo del disprezzo che Liam provava nei suoi confronti.
George guardò negli occhi l’uomo al fianco di Ewan senza aver paura o provare disagio e nel suo sguardo c’era tutto l’odio che provava per lui.
C’erano rabbia e frustrazione, si proprio così. Il non sapere cosa fare per tirare fuori Ewan da quella situazione riusciva solo a farlo sentire una perfetta nullità.
D’altra parte se avessero chiesto il parere di Liam, quasi sicuramente avrebbe replicato che era perchè George era una nullità.
Con voce calma e tranquilla disse:
- Buona sera Liam. E’ sempre un piacere rivederti. –
- Mio caro George, sono felice di poter dire altrettanto. E credo che tu lo sappia bene. – replicò Liam con un sorriso del tutto naturale. Nessuno avrebbe potuto comprendere il sarcasmo della sua risposta.
Ewan si passò distrattamente una mano nei capelli, non gli era sfuggita l’ironia nelle parole di George e, ne era certo, non era passata inosservata alle orecchie di Liam. Prevedeva guai, guai seri. La serata si prospettava molto difficile.
O divertente. Tutto dipendeva dai punti di vista. Liam naturalmente propendeva per il secondo.
Ewan fece un passo indietro, quasi volesse allontanarsi dai due uomini, che sembravano belve sul punto di attaccarsi.
Un mormorio nella hall dell’albergo gli fece girare la testa.
Era abituato a vedere cose inusuali, ma, certo, quel ragazzo le batteva tutte! Non aveva mai visto nessuno prima presentarsi al Four Season vestito in quel modo, jeans sfilacciati, maglietta a righe verdi e scarpe da ginnastica.
George seguì lo sguardo di Ewan e si girò a sua volta, poi tornando a guardare i due disse:
- Scusatemi un attimo. –
Con passo deciso si diresse verso la hall, proprio da quel ragazzo il cui abbigliamento aveva sconvolto così tanto Ewan.
Quando gli fu di fronte George mise platealmente la mano sulla fronte e ridendo gli disse:
- Mio caro Hayden, di questo passo mi farai scacciare dall’albergo te ne rendi conto vero? –
Per tutta risposta l’altro, un biondino dagli occhi verdi, si infilò le mani in tasca e poi si strinse nelle spalle, mentre un sorriso furbetto gli si allargava sul volto. - Certo che me ne rendo conto. Anzi, ad essere sincero, era proprio lo scopo che mi proponevo di raggiungere. -
George gli mise una mano sulla spalla e continuò dicendo:
- Non sono mai stato così contento di vederti, credimi! –
- Ah, ci credo, ci credo. E’ normale. Capita a tutti quelli che mi incontrano. -
Hayden si girò verso gli addetti alla security, tirò fuori la lingua e disse – Visto? Ve l’avevo ben detto che avevo un appuntamento con lui! – Dopodiché prese sottobraccio il regista e gli fece l’occhiolino – Allora, andiamo? Comincio ad aver fame -
George non riuscì a trattenere un’allegra risata. Dal giorno in cui lo aveva conosciuto Hayden Christensen era riuscito a sorprenderlo in mille modi diversi. Quando era arrivato nel suo ufficio per il colloquio per il ruolo di Anakin si era aspettato un’altra persona. Certo sapeva che si trattava di un giovane diciottenne, ma chissà perché era convinto che il “suo” Anakin sarebbe stato un ragazzo dai sani principi morali, serio, educato… ed era arrivato Hayden.
Non che lui non fosse una persona seria, mentre parlavano di lavoro e del suo ruolo si era dimostrato il più attento degli ascoltatori, ma fuori dall’ambito lavorativo era una vera e propria forza della natura. Un vulcano, scatenato e pure con un caratterino niente male.
E gli addetti alla security ne avevano appena avuto la prova, dato che ci avevano discusso per un buon dieci minuti nel tentativo di tenerlo fuori dalla hall. Tentativo andato a vuoto, ovviamente. Quando Hayden si ficcava qualcosa in testa, era ben difficile che desistesse prima di aver raggiunto il suo scopo.
Quando arrivarono di fronte ad Ewan e Liam, George era praticamente raggiante ed i motivi erano due: innanzitutto aveva trovato probabilmente l’unica persona sulla faccia della terra in grado di tener testa a quell’essere ignobile di Liam e poi era sicuro che Hayden ed Ewan si sarebbero trovati subito, o forse questo era quello che lui sperava. Si avvicinò ad Ewan e gli mise una mano sulla spalla: - Lui è Ewan McGregor. Ewan – ed indicò Hayden – lui è Hayden Christensen, il nostro Anakin. –
Ewan aveva iniziato ad osservare il ragazzo mentre camminava al fianco di George, certo non era una persona abituata a passare inosservata, bastava vedere come era vestito. Si rese perfettamente conto che lo stava squadrando da capo a piedi e sperò che il ragazzo non se ne accorgesse, ma, soprattutto, che Liam non se rendesse conto.
Nemmeno lui sapeva dire se gli piaceva oppure no, di certo aveva qualcosa che ispirava simpatia e senz’altro un innegabile fascino.
- Piacere. – Hayden sorrise e piegò leggermente la testa di lato, come se anche lui stesse valutando l’uomo che aveva di fronte. I suoi occhi chiari scivolarono rapidamente sui lineamenti regolari di Ewan, senza soffermarsi sul livido bluastro che spiccava sulla sua guancia. Sembrava che non lo avesse nemmeno notato. - Tu sei quello che dovrà farmi da Maestro, se ben ricordo – disse alla fine in tono neutro, offrendogli la mano destra.
Ewan strinse la mano di Hayden poi gli disse: - Piacere mio di conoscerti giovane Padawan. – poi d’istinto si mise a ridere. - Scusami, questa è deformazione professionale. -
- Nessun problema, basta che non calchi troppo la mano sul ‘giovane’ – replicò Hayden, ridacchiando a sua volta.
Poi George indicò Liam e con fare sbrigativo disse:
- Lui è Liam Neeson. –
- Sì, ho presente. Ciao. Hayden. –
- Ciao. -
Chissà perché il sorriso di Hayden era cambiato. Ora non era né quello schietto che aveva rivolto a Ewan solo pochi istanti prima, né quello allegro riservato a George. Aveva un’accezione divertita, quasi sarcastica, che a Liam proprio non andava giù.
“Tu non mi piaci” comunicavano gli occhi di Neeson, mentre stringeva la mano tesa di Hayden con molta più forza del necessario. Stretta che, con sua grande sorpresa, venne prontamente ricambiata.
“Nemmeno tu.”
George guardò lo scambio di sguardi tra Liam ed Hayden e si divertì a considerare che i due non si piacevano per niente e la cosa non poteva dargli più soddisfazione.
“Ma chi lo sopporta?” si chiese ed i suoi occhi incontrarono quelli della risposta più ovvia. Ed erano occhi che la sapevano lunga e che dicevano tutto con un semplice sguardo. Aveva capito anche lui e prevedeva guai che come sempre avrebbe pagato sulla sua pelle.
Un moto di rabbia gli fece serrare istintivamente i pugni chiedendosi per la millesima volta come era possibile che al mondo dovessero esistere persone come Liam Neeson.
Dal canto suo Ewan in quel momento non stava pensando a nulla. La sua mente era lontano anni luce da quel posto, da quelle persone… era esattamente dove avrebbe voluto essere.
Non sapeva nemmeno lui il perché ma mai come in quel preciso istante sentiva la nostalgia di Crieff… della sua amata Scozia. Più di tutto sentiva nostalgia di Colin*. Da quando era iniziata la sua storia con Liam avevano avuto una brusca litigata ed erano mesi che non si sentivano più.
La voce di George lo riportò alla realtà ed Ewan sbuffò contrariato.
- Mi spiace per lei Signor McGregor se l’ho distratta, ma la cena ci aspetta. – disse il regista sorridendo all’attore, poi si lasciarono guidare da un cameriere verso una saletta privata.
- Carino – commentò Hayden fermandosi un attimo a dare un’occhiata intorno mentre gli altri lo superavano e si mettevano a sedere. – Almeno qui possiamo stare tranquilli –
George sorrise ad Hayden:
- E’ per questo che amo questo posto, sanno come fornire la privacy necessaria. -
- Si. Anche a me piace aver poca gente intorno - Dopo aver annuito, apparentemente soddisfatto della scelta del regista, prese anche lui posto intorno al tavolo. Alla sua destra aveva Neeson che lo guardava con aria malevola, mentre Lucas era alla sua sinistra. Di fronte, per caso o per scelta, c’era Ewan McGregor.
Ewan si sedette in silenzio al suo posto osservando tutto ciò che aveva intorno.
Per un attimo sentì una fitta di dolore al viso ma strinse i denti e fece finta di niente. Sperò che gli altri non si fossero accorti di niente.
Speranza vana, poiché Liam l’aveva notato. Raramente qualcosa gli sfuggiva, dato che era un maniaco del controllo. Doveva sempre avere tutto bene in vista, tutto a portata di mano, poiché era convinto che se avesse allentato la guardia, gli altri ne avrebbero immediatamente approfittato.
Questa sua caratteristica lo ostacolava più spesso di quanto non fosse disposto ad ammettere. A forza di sospettare di chiunque, vedeva ogni piccola cosa come un velato spregio alla sua persona, ormai incapace di valutare con obiettività quello che la gente intendeva dire. Ora come ora però era contento di aver fatto caso alla smorfia fugace passata sul viso di Ewan. Non voleva che il suo compagno dimenticasse perché aveva quel livido in faccia, assolutamente no.
A parere di Liam, un altro che avrebbe avuto bisogno di qualcuno che si occupasse di lui era quel ragazzino sfacciato. Chissà dove George era riuscito a scovarlo. Liam sollevò un sopraccigli e spostò nuovamente l’attenzione su Hayden.
Si guardò ancora un attimo in giro poi Ewan spostò il suo interesse sul ragazzo seduto di fronte a sé ed abbozzò un sorriso. Era un tipo sveglio di questo ne era certo, da che lo aveva visto lo avevano colpito i suoi occhi.
Erano vispi ed allegri e questo era segno di scaltrezza.
- Allora Hayden, - disse per rompere il silenzio – parlaci un po’ di te avanti, non essere timido-
- Ah...non è che ci sia molto da dire. Anzi, diciamo che non c’è proprio niente d’interessante. –
Ewan alzò le spalle e si appoggiò meglio allo schienale della sedia tentando di allungare un po’ le gambe per alleviare la tensione.
- Tutti abbiamo qualcosa d’interessante da dire, non credo che tu faccia eccezione, mio giovane Padawan. – disse ancora calcando la voce sulla parola giovane.
George mise una mano sulla spalla di Hayden e guardandolo disse: - Buono Hayden, non offenderlo troppo in fin dei conti è pur sempre il tuo Maestro… - Spostò il suo sguardo su Ewan cercando di mantenere un’espressione seria. - Ewan smettila di fare il bambino dispettoso. –
Per tutta risposta l’attore scozzese fece una leggera linguaccia a Gorge, scoppiando poi in una fragorosa risata.
Dopo un attimo di esitazione, Hayden si unì a lui. C’era qualcosa di contagioso in quella risata, forse perchè non suonava falsa o puramente ad effetto, come alcune che aveva sentito in precedenza. L’altro stava ridendo sul serio.
Fu in quel momento, mentre le loro voci risuonavano cristalline, che Hayden decise che Ewan gli piaceva.
- Il fatto è, - riprese quando uno dei camerieri arrivò con i menù e iniziò a distribuirli ai quattro commensali – che io credo sia meglio intorbidare le acque e non scoprirsi mai del tutto. Altrimenti il divertimento finisce in fretta. –
Ewan osservò più attentamente il giovane, poi non degnando nemmeno di uno sguardo il menù appoggio i gomiti sul tavolo, incrociò le mani e vi appoggiò il mento.
Con la sua espressione più seria disse - Dunque sei un ragazzo misterioso, mi piace. Ricordati però che a forza di fare i misteriosi si rischia di diventare noiosi. –
Lo guardò ancora un attimo poi distolse lo sguardo e sorrise. Aveva appena deciso che quel ragazzo non era affatto male, lavorare con lui sarebbe stato fonte di continui guai, non sapeva perché, ma ne aveva quasi la certezza.
Dal canto suo Hayden prese il suo menù, lo aprì e dopo averci dato una rapidissima scorsa lo richiuse. La trafila era sembrato del tutto naturale, ma Liam, che non gli aveva tolto gli occhi di dosso nemmeno per un istante, incominciò subito a domandarsi come mai il loro giovane amico non fosse interessato alla lista dei cibi.
“...come mai, come mai...mi sembra di aver... ah, forse ci sono...solo devo essere sicuro..”
Un sorrisetto antipatico gli apparve sul volto – Hayden Christensen... – disse con nonchalanche, facendo scorrere il dito sulla pagina dedicata ai vini, - ...il tuo non è un nome comune, sono sicuro di averlo già sentito da qualche parte... vediamo... – l’attore finse di concentrarsi per un attimo - se non sbaglio hai recitato il quel telefilm canadese...come si chiamava? ‘Higher ground’? –
- Esatto –
“Molto bene”
Quando Liam aprì bocca per parlare in un attimo Ewan si ricordò della sua presenza. Si rese conto a malincuore che se non ci fosse stato lui quella sarebbe stata una serata molto carina, ma lui con il suo tono ed il suo modo di fare aveva il potere di rovinare anche gli attimi più sereni.
“Ed allora perché gli stai ancora insieme Ewan McGregor?” stupidi pensieri che non lo lasciavano mai in pace.
- Hai fatto altri lavori oltre a quel telefilm Hayden? – gli chiese usando il suo tono più dolce, si sentiva terribilmente in colpa nei suoi confronti per via del comportamento del suo compagno.
- Hm... – non sapeva nemmeno lui perchè continuasse a svicolare in quel modo. Di sicuro non era perchè si vergognasse del fatto di aver, finora, lavorato relativamente poco. Gli altri due erano entrambi molto più vecchi, perciò era normale che avessero più roba all’attivo. Eppure non voleva parlare di sè. Forse perchè il sorriso di condiscendenza di Neeson cominciava davvero a dargli sui nervi. – Qualcosina. -
Ewan sorrise alla risposta di Hayden poi tornò a concentrare la sua attenzione sul menù. Lo leggeva ma in realtà poco gli interessa di ordinare qualcosa in particolare. Aveva pensato che Hayden fosse un ragazzo più aperto e spontaneo, ma forse si era sbagliato.
Era più difficile conversare con lui rispetto a qualunque altra persona avesse conosciuto… chi lo sa forse con il tempo e conoscendosi meglio le cose avrebbero preso una giusta piega, questo non lo poteva sapere, ma lo sperava perché il ragazzino gli era risultato molto simpatico.
George osservò lo scambio di battute tra i due e si rese conto che la discussione era arrivata ad un punto morto. Hayden continuava a non rispondere alle domande di Ewan, e lui continuava a chiedersi perché visto che era chiaro che tra i due si era instaurata da subito una spontanea simpatia.
Decise di vedere come si sarebbero messe le cose senza intervenire.
Giusto per avere le mani occupate, anche Hayden riprese in mano il menù e incominciò a sfogliarlo dall’inizio. Aveva appena raggiunto l’ultima pagina quando la voce bassa di Liam lo interruppe.
- Hayden? –
Il biondino sollevò la testa con aria interrogativa – Si? –
- Mi chiedevo se potresti farmi un favore...ho dimenticato a casa gli occhiali, perciò non riesco a leggere chiaramente... potresti leggermi la carta dei vini? -
Ewan aggrottò un sopracciglio, da quando in qua Liam non ci vedeva senza gli occhiali? Non li portava praticamente mai, nemmeno a casa. Appoggiò un gomito al tavolo e mise la testa sulla mano aperta, dove voleva arrivare Liam? Cosa stava tramando?
Se lo avesse saputo, avrebbe probabilmente cercato di fermarlo, perchè quello che l’uomo aveva in mente era di mettere in difficoltà Hayden, per poi umiliarlo davanti a tutti.
Hayden ne era pienamente consapevole. Bastava guardare il modo in cui Liam stava gongolando, le mani incrociate sotto il mento, in attesa. In qualche modo quel bastardo lo sapeva, e non desiderava altro che sentirlo annaspare sui nomi elegantemente scritti, lottando contro ogni singola parola mentre le lettere gli si confondevano davanti agli occhi, si scambiavano di posto l’una con l’altra come per magia.
“No. No.”
Hayden sollevò lo sguardo su Liam, poi mise giù il menù con un gesto secco. Non gliel’avrebbe data vinta, anche se significava rivelare un qualcosa di cui si vergognava profondamente.
- No. - Trasse un respiro profondo, poi continuò – No. Mi dispiace, ma non posso aiutarti in questo caso. Sono dislessico. –
Ecco dunque dove voleva arrivare Liam. Il suo scopo era mettere in imbarazzo Hayden dunque…
Ewan scosse la testa in segno di rassegnazione. Pareva che per il suo compagno mettere in imbarazzo le persone forse qualcosa di logico e sensato. Qualcosa che andava fatto per forza.
Prese la carta dei vini e rivolgendosi a Liam gli disse - Posso leggertela io senza nessun problema. –
- Se avessi voluto che me la leggessi tu te l’avrei chiesto, ti pare? – rispose l’altro con un sibilo irato.
Come sempre Ewan rimase zitto ed abbassò lo sguardo. Per l’ennesima volta era riuscito a farlo arrabbiare, sarebbe mai riuscito a comportarsi in modo diverso? Avrebbe voluto fare di tutto per farsi amare da Liam per com’era ma questo non bastava, doveva imparare ad essere sempre migliore. E un giorno, forse, ci sarebbe riuscito.
Si alzò dal tavolo e disse guardando Liam - Vado un attimo in bagno. –
Poi, senza aspettare una risposta che sapeva non sarebbe mai venuta si allontanò dalla stanza.
“Ma perchè Ewan deve sempre mettersi in mezzo? Perchè non si fa mai gli affari suoi? La nostra vita in comune ne trarrebbe sicuramente beneficio.”
Scuotendo leggermente la testa, Liam rigirò il menù verso di se, facendo mostra di ignorare apertamente gli altri. Nessuno escluso. Così si perse l’occhiata assassina che George gli stava lanciando.
Strozzarlo? No, troppo rapido…
Picchiarlo a sangue? No, poi si sarebbe sporcato…
Non sapeva cosa avrebbe voluto fare a Liam in quel momento, quel che è certo è che avrebbe fatto di tutto.
Conosceva il problema di Hayden e sapeva quanto il parlarne imbarazzasse il ragazzo perché aveva già vissuto quella situazione con lui. Si ricordava ancora quando nel suo ufficio, il giorno del provino, Hayden gli aveva parlato del suo problema. Il ragazzo aveva avuto probabilmente paura che la dislessia fosse un intoppo per la sua partecipazione al film. Ma George era stato deciso e risoluto nella risposta che gli aveva dato, non esistevano problemi di nessun genere e se non ce n'erano per lui che era il regista non sarebbe stato un problema per nessun altro.
Decise comunque di non dire nulla, l’unica cosa che non voleva fare era darla vinta a Liam peggiorando il senso di vergogna di Hayden.
Non che potesse essere peggiorato di molto. Se c’era una cosa che Hayden odiava era mettere i propri difetti – quel difetto in particolare - sulla pubblica piazza, in modo che gli altri potessero compatirlo. Era già brutto abbastanza doverci avere a che fare ogni giorno, grazie tante.
L’imbarazzante silenzio che si era creato tra loro venne interrotto dal maitre, venuto a prendere le ordinazioni.
Hayden gli rivolse un’occhiata colma di gratitudine. Almeno avrebbe distratto sia George che Liam per qualche minuto, e con un po’ di fortuna si sarebbero entrambi dimenticati dell’argomento ‘dislessia’ una volta che il maitre se ne fosse andato. O perlomeno ci sperava, anche se credere che Neeson avrebbe mollato l’osso così facilmente sarebbe stato da ingenui.
Lo sguardo di Hayden s’indurì. Nemmeno quando rimasero nuovamente soli, nuovamente in silenzio, accennò ad addolcirsi.
Quando Ewan ritornò dal bagno si rese conto che nell’aria c’era molto tensione. Si sedette al suo posto e sorrise dolcemente ad Hayden, insomma quel ragazzino avrebbe potuto essere minimo suo fratello e vederlo lì seduto, zitto e con uno sguardo tutt’altro che promettente non gli andava.
- Sono già passati per le ordinazioni? – Doveva dire qualcosa, quel silenzio era assordante per lui.
- Si. Ho ordinato anche per te, spero non ti dispiaccia – rispose Liam, stranamente sollecito, - non credo ci mettano molto.
Questa volta Liam aveva avuto ragione. Dopo poco più di un quarto d’ora, il cameriere ri ripresentò con il carrello di portata.
Finalmente si mangiava… chi lo sa forse il cibo avrebbe sciolto quell’imbarazzo che si era creato tra loro. Nemmeno George era riuscito a tenere in piedi una conversazione per più di cinque minuti. Con Liam non parlava, Hayden rispondeva a monosillabi ad ogni domanda e lui era incredibilmente stanco.
Ewan ringraziò il cielo quando finalmente si trovò un piatto fumante davanti. - Sembra invitante… - disse, rivolto forse più a sé stesso che non agli altri.
Appena mise in bocca il primo boccone la sua espressione cambiò di colpo, gli sembrò che qualcuno gli avesse appena dato un pugno allo stomaco.
Non era distante l’albergo dove avevano appuntamento con George dal parcheggio in cui avevano lasciato la macchina, ma passare mezzo pomeriggio accovacciato a terra, pulendo il disastro che aveva combinato, stava dando i suoi frutti.
Guardò per un attimo il proprio riflesso nella vetrina di un negozio, il suo viso portava chiaro il segno dello schiaffo che Liam gli aveva dato, ma per il resto il suo aspetto era impeccabile come sempre. Si era vestito in varie sfumature di nero: pantaloni, camicia, cravatta, giacca e soprabito.
“Insomma pronto per un funerale…” pensò Ewan sorridendo amaramente tra sé.
Era stato per un po’ indeciso se indossare o meno la cravatta, ma si era accorto che senza si sarebbero notati troppo i lividi sul collo.
Arrivati di fronte alle ampie porte d’ingresso dell’hotel un uomo in uniforme li fece passare e subito si diressero verso il bar dove avevano appuntamento con George. Appena li vide arrivare il regista andò loro incontro sorridendo, ma il suo volto si rabbuiò non appena vide il livido sulla guancia di Ewan.
Si avvicinò al ragazzo e gli appoggiò una mano sulla spalla cercando di mantenere la calma.
- Sono contento di vederti Ewan… immagino che tu abbia sbattuto contro una porta… -
Ewan arrossì un poco, ma sorrise calorosamente al regista.
- Già. Questo è quello che succede a camminare per casa al buio. Sono felice anche io di vederti George. –
George lo guardò ancora un attimo, poi lo attirò a sé abbracciandolo. Considerava quel ragazzo alla stregua di un figlio e il vederlo così gli faceva aumentare ancora di più la voglia di mettere le mani addosso al bel tipo al suo fianco.
Sentimento peraltro del tutto ricambiato. L’occhiata che Liam lanciò a George fu fredda come il ghiaccio, ma saggiamente decise di rimanere in silenzio.
Di sicuro c’erano dei giornalisti lì intorno, era impensabile che non gironzolassero nei paraggi dell’albergo in cui il grande Lucas era sceso... anche perchè quel vecchio stupido era un abitudinario, ogni volta che arrivava a New York si recava invariabilmente al Four Season.
Avere le macchine fotografiche puntate addosso di solito non gli dispiaceva, anzi, però preferiva non essere immortalato proprio mentre insultava il regista di Guerre Stellari. Di conseguenza rimase indietro di qualche passo, le braccia incrociate sul petto ad aspettare che i due avessero finito con le loro smancerie da quattro soldi. All’inizio aveva perfino sospettato che se la facessero insieme, ma ben presto si era reso conto che Ewan - a differenza sua - non aveva le palle per tenere in piedi una tresca segreta con qualcun altro.
“Ad essere onesti, non ha le palle per fare assolutamente niente, eccetto frignare come un moccioso quando qualcosa va storto”, pensò Liam con disprezzo, poi diede un leggero colpo di tosse, in modo da ricordare al resto del mondo che c’era anche lui.
Per un attimo, un solo lunghissimo attimo Ewan si era completamente dimenticato della presenza di Liam. O meglio, aveva voluto scordarsi di lui, della sua ombra, ma ora quel colpo di tosse lo aveva riportato bruscamente alla realtà.
Si staccò dall’abbraccio del regista sorridendogli e si girò piano verso Liam. Quello che vide nei suoi occhi non gli piacque nemmeno un po’, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine. Pareva che il loro rapporto vivesse solo del disprezzo che Liam provava nei suoi confronti.
George guardò negli occhi l’uomo al fianco di Ewan senza aver paura o provare disagio e nel suo sguardo c’era tutto l’odio che provava per lui.
C’erano rabbia e frustrazione, si proprio così. Il non sapere cosa fare per tirare fuori Ewan da quella situazione riusciva solo a farlo sentire una perfetta nullità.
D’altra parte se avessero chiesto il parere di Liam, quasi sicuramente avrebbe replicato che era perchè George era una nullità.
Con voce calma e tranquilla disse:
- Buona sera Liam. E’ sempre un piacere rivederti. –
- Mio caro George, sono felice di poter dire altrettanto. E credo che tu lo sappia bene. – replicò Liam con un sorriso del tutto naturale. Nessuno avrebbe potuto comprendere il sarcasmo della sua risposta.
Ewan si passò distrattamente una mano nei capelli, non gli era sfuggita l’ironia nelle parole di George e, ne era certo, non era passata inosservata alle orecchie di Liam. Prevedeva guai, guai seri. La serata si prospettava molto difficile.
O divertente. Tutto dipendeva dai punti di vista. Liam naturalmente propendeva per il secondo.
Ewan fece un passo indietro, quasi volesse allontanarsi dai due uomini, che sembravano belve sul punto di attaccarsi.
Un mormorio nella hall dell’albergo gli fece girare la testa.
Era abituato a vedere cose inusuali, ma, certo, quel ragazzo le batteva tutte! Non aveva mai visto nessuno prima presentarsi al Four Season vestito in quel modo, jeans sfilacciati, maglietta a righe verdi e scarpe da ginnastica.
George seguì lo sguardo di Ewan e si girò a sua volta, poi tornando a guardare i due disse:
- Scusatemi un attimo. –
Con passo deciso si diresse verso la hall, proprio da quel ragazzo il cui abbigliamento aveva sconvolto così tanto Ewan.
Quando gli fu di fronte George mise platealmente la mano sulla fronte e ridendo gli disse:
- Mio caro Hayden, di questo passo mi farai scacciare dall’albergo te ne rendi conto vero? –
Per tutta risposta l’altro, un biondino dagli occhi verdi, si infilò le mani in tasca e poi si strinse nelle spalle, mentre un sorriso furbetto gli si allargava sul volto. - Certo che me ne rendo conto. Anzi, ad essere sincero, era proprio lo scopo che mi proponevo di raggiungere. -
George gli mise una mano sulla spalla e continuò dicendo:
- Non sono mai stato così contento di vederti, credimi! –
- Ah, ci credo, ci credo. E’ normale. Capita a tutti quelli che mi incontrano. -
Hayden si girò verso gli addetti alla security, tirò fuori la lingua e disse – Visto? Ve l’avevo ben detto che avevo un appuntamento con lui! – Dopodiché prese sottobraccio il regista e gli fece l’occhiolino – Allora, andiamo? Comincio ad aver fame -
George non riuscì a trattenere un’allegra risata. Dal giorno in cui lo aveva conosciuto Hayden Christensen era riuscito a sorprenderlo in mille modi diversi. Quando era arrivato nel suo ufficio per il colloquio per il ruolo di Anakin si era aspettato un’altra persona. Certo sapeva che si trattava di un giovane diciottenne, ma chissà perché era convinto che il “suo” Anakin sarebbe stato un ragazzo dai sani principi morali, serio, educato… ed era arrivato Hayden.
Non che lui non fosse una persona seria, mentre parlavano di lavoro e del suo ruolo si era dimostrato il più attento degli ascoltatori, ma fuori dall’ambito lavorativo era una vera e propria forza della natura. Un vulcano, scatenato e pure con un caratterino niente male.
E gli addetti alla security ne avevano appena avuto la prova, dato che ci avevano discusso per un buon dieci minuti nel tentativo di tenerlo fuori dalla hall. Tentativo andato a vuoto, ovviamente. Quando Hayden si ficcava qualcosa in testa, era ben difficile che desistesse prima di aver raggiunto il suo scopo.
Quando arrivarono di fronte ad Ewan e Liam, George era praticamente raggiante ed i motivi erano due: innanzitutto aveva trovato probabilmente l’unica persona sulla faccia della terra in grado di tener testa a quell’essere ignobile di Liam e poi era sicuro che Hayden ed Ewan si sarebbero trovati subito, o forse questo era quello che lui sperava. Si avvicinò ad Ewan e gli mise una mano sulla spalla: - Lui è Ewan McGregor. Ewan – ed indicò Hayden – lui è Hayden Christensen, il nostro Anakin. –
Ewan aveva iniziato ad osservare il ragazzo mentre camminava al fianco di George, certo non era una persona abituata a passare inosservata, bastava vedere come era vestito. Si rese perfettamente conto che lo stava squadrando da capo a piedi e sperò che il ragazzo non se ne accorgesse, ma, soprattutto, che Liam non se rendesse conto.
Nemmeno lui sapeva dire se gli piaceva oppure no, di certo aveva qualcosa che ispirava simpatia e senz’altro un innegabile fascino.
- Piacere. – Hayden sorrise e piegò leggermente la testa di lato, come se anche lui stesse valutando l’uomo che aveva di fronte. I suoi occhi chiari scivolarono rapidamente sui lineamenti regolari di Ewan, senza soffermarsi sul livido bluastro che spiccava sulla sua guancia. Sembrava che non lo avesse nemmeno notato. - Tu sei quello che dovrà farmi da Maestro, se ben ricordo – disse alla fine in tono neutro, offrendogli la mano destra.
Ewan strinse la mano di Hayden poi gli disse: - Piacere mio di conoscerti giovane Padawan. – poi d’istinto si mise a ridere. - Scusami, questa è deformazione professionale. -
- Nessun problema, basta che non calchi troppo la mano sul ‘giovane’ – replicò Hayden, ridacchiando a sua volta.
Poi George indicò Liam e con fare sbrigativo disse:
- Lui è Liam Neeson. –
- Sì, ho presente. Ciao. Hayden. –
- Ciao. -
Chissà perché il sorriso di Hayden era cambiato. Ora non era né quello schietto che aveva rivolto a Ewan solo pochi istanti prima, né quello allegro riservato a George. Aveva un’accezione divertita, quasi sarcastica, che a Liam proprio non andava giù.
“Tu non mi piaci” comunicavano gli occhi di Neeson, mentre stringeva la mano tesa di Hayden con molta più forza del necessario. Stretta che, con sua grande sorpresa, venne prontamente ricambiata.
“Nemmeno tu.”
George guardò lo scambio di sguardi tra Liam ed Hayden e si divertì a considerare che i due non si piacevano per niente e la cosa non poteva dargli più soddisfazione.
“Ma chi lo sopporta?” si chiese ed i suoi occhi incontrarono quelli della risposta più ovvia. Ed erano occhi che la sapevano lunga e che dicevano tutto con un semplice sguardo. Aveva capito anche lui e prevedeva guai che come sempre avrebbe pagato sulla sua pelle.
Un moto di rabbia gli fece serrare istintivamente i pugni chiedendosi per la millesima volta come era possibile che al mondo dovessero esistere persone come Liam Neeson.
Dal canto suo Ewan in quel momento non stava pensando a nulla. La sua mente era lontano anni luce da quel posto, da quelle persone… era esattamente dove avrebbe voluto essere.
Non sapeva nemmeno lui il perché ma mai come in quel preciso istante sentiva la nostalgia di Crieff… della sua amata Scozia. Più di tutto sentiva nostalgia di Colin*. Da quando era iniziata la sua storia con Liam avevano avuto una brusca litigata ed erano mesi che non si sentivano più.
La voce di George lo riportò alla realtà ed Ewan sbuffò contrariato.
- Mi spiace per lei Signor McGregor se l’ho distratta, ma la cena ci aspetta. – disse il regista sorridendo all’attore, poi si lasciarono guidare da un cameriere verso una saletta privata.
- Carino – commentò Hayden fermandosi un attimo a dare un’occhiata intorno mentre gli altri lo superavano e si mettevano a sedere. – Almeno qui possiamo stare tranquilli –
George sorrise ad Hayden:
- E’ per questo che amo questo posto, sanno come fornire la privacy necessaria. -
- Si. Anche a me piace aver poca gente intorno - Dopo aver annuito, apparentemente soddisfatto della scelta del regista, prese anche lui posto intorno al tavolo. Alla sua destra aveva Neeson che lo guardava con aria malevola, mentre Lucas era alla sua sinistra. Di fronte, per caso o per scelta, c’era Ewan McGregor.
Ewan si sedette in silenzio al suo posto osservando tutto ciò che aveva intorno.
Per un attimo sentì una fitta di dolore al viso ma strinse i denti e fece finta di niente. Sperò che gli altri non si fossero accorti di niente.
Speranza vana, poiché Liam l’aveva notato. Raramente qualcosa gli sfuggiva, dato che era un maniaco del controllo. Doveva sempre avere tutto bene in vista, tutto a portata di mano, poiché era convinto che se avesse allentato la guardia, gli altri ne avrebbero immediatamente approfittato.
Questa sua caratteristica lo ostacolava più spesso di quanto non fosse disposto ad ammettere. A forza di sospettare di chiunque, vedeva ogni piccola cosa come un velato spregio alla sua persona, ormai incapace di valutare con obiettività quello che la gente intendeva dire. Ora come ora però era contento di aver fatto caso alla smorfia fugace passata sul viso di Ewan. Non voleva che il suo compagno dimenticasse perché aveva quel livido in faccia, assolutamente no.
A parere di Liam, un altro che avrebbe avuto bisogno di qualcuno che si occupasse di lui era quel ragazzino sfacciato. Chissà dove George era riuscito a scovarlo. Liam sollevò un sopraccigli e spostò nuovamente l’attenzione su Hayden.
Si guardò ancora un attimo in giro poi Ewan spostò il suo interesse sul ragazzo seduto di fronte a sé ed abbozzò un sorriso. Era un tipo sveglio di questo ne era certo, da che lo aveva visto lo avevano colpito i suoi occhi.
Erano vispi ed allegri e questo era segno di scaltrezza.
- Allora Hayden, - disse per rompere il silenzio – parlaci un po’ di te avanti, non essere timido-
- Ah...non è che ci sia molto da dire. Anzi, diciamo che non c’è proprio niente d’interessante. –
Ewan alzò le spalle e si appoggiò meglio allo schienale della sedia tentando di allungare un po’ le gambe per alleviare la tensione.
- Tutti abbiamo qualcosa d’interessante da dire, non credo che tu faccia eccezione, mio giovane Padawan. – disse ancora calcando la voce sulla parola giovane.
George mise una mano sulla spalla di Hayden e guardandolo disse: - Buono Hayden, non offenderlo troppo in fin dei conti è pur sempre il tuo Maestro… - Spostò il suo sguardo su Ewan cercando di mantenere un’espressione seria. - Ewan smettila di fare il bambino dispettoso. –
Per tutta risposta l’attore scozzese fece una leggera linguaccia a Gorge, scoppiando poi in una fragorosa risata.
Dopo un attimo di esitazione, Hayden si unì a lui. C’era qualcosa di contagioso in quella risata, forse perchè non suonava falsa o puramente ad effetto, come alcune che aveva sentito in precedenza. L’altro stava ridendo sul serio.
Fu in quel momento, mentre le loro voci risuonavano cristalline, che Hayden decise che Ewan gli piaceva.
- Il fatto è, - riprese quando uno dei camerieri arrivò con i menù e iniziò a distribuirli ai quattro commensali – che io credo sia meglio intorbidare le acque e non scoprirsi mai del tutto. Altrimenti il divertimento finisce in fretta. –
Ewan osservò più attentamente il giovane, poi non degnando nemmeno di uno sguardo il menù appoggio i gomiti sul tavolo, incrociò le mani e vi appoggiò il mento.
Con la sua espressione più seria disse - Dunque sei un ragazzo misterioso, mi piace. Ricordati però che a forza di fare i misteriosi si rischia di diventare noiosi. –
Lo guardò ancora un attimo poi distolse lo sguardo e sorrise. Aveva appena deciso che quel ragazzo non era affatto male, lavorare con lui sarebbe stato fonte di continui guai, non sapeva perché, ma ne aveva quasi la certezza.
Dal canto suo Hayden prese il suo menù, lo aprì e dopo averci dato una rapidissima scorsa lo richiuse. La trafila era sembrato del tutto naturale, ma Liam, che non gli aveva tolto gli occhi di dosso nemmeno per un istante, incominciò subito a domandarsi come mai il loro giovane amico non fosse interessato alla lista dei cibi.
“...come mai, come mai...mi sembra di aver... ah, forse ci sono...solo devo essere sicuro..”
Un sorrisetto antipatico gli apparve sul volto – Hayden Christensen... – disse con nonchalanche, facendo scorrere il dito sulla pagina dedicata ai vini, - ...il tuo non è un nome comune, sono sicuro di averlo già sentito da qualche parte... vediamo... – l’attore finse di concentrarsi per un attimo - se non sbaglio hai recitato il quel telefilm canadese...come si chiamava? ‘Higher ground’? –
- Esatto –
“Molto bene”
Quando Liam aprì bocca per parlare in un attimo Ewan si ricordò della sua presenza. Si rese conto a malincuore che se non ci fosse stato lui quella sarebbe stata una serata molto carina, ma lui con il suo tono ed il suo modo di fare aveva il potere di rovinare anche gli attimi più sereni.
“Ed allora perché gli stai ancora insieme Ewan McGregor?” stupidi pensieri che non lo lasciavano mai in pace.
- Hai fatto altri lavori oltre a quel telefilm Hayden? – gli chiese usando il suo tono più dolce, si sentiva terribilmente in colpa nei suoi confronti per via del comportamento del suo compagno.
- Hm... – non sapeva nemmeno lui perchè continuasse a svicolare in quel modo. Di sicuro non era perchè si vergognasse del fatto di aver, finora, lavorato relativamente poco. Gli altri due erano entrambi molto più vecchi, perciò era normale che avessero più roba all’attivo. Eppure non voleva parlare di sè. Forse perchè il sorriso di condiscendenza di Neeson cominciava davvero a dargli sui nervi. – Qualcosina. -
Ewan sorrise alla risposta di Hayden poi tornò a concentrare la sua attenzione sul menù. Lo leggeva ma in realtà poco gli interessa di ordinare qualcosa in particolare. Aveva pensato che Hayden fosse un ragazzo più aperto e spontaneo, ma forse si era sbagliato.
Era più difficile conversare con lui rispetto a qualunque altra persona avesse conosciuto… chi lo sa forse con il tempo e conoscendosi meglio le cose avrebbero preso una giusta piega, questo non lo poteva sapere, ma lo sperava perché il ragazzino gli era risultato molto simpatico.
George osservò lo scambio di battute tra i due e si rese conto che la discussione era arrivata ad un punto morto. Hayden continuava a non rispondere alle domande di Ewan, e lui continuava a chiedersi perché visto che era chiaro che tra i due si era instaurata da subito una spontanea simpatia.
Decise di vedere come si sarebbero messe le cose senza intervenire.
Giusto per avere le mani occupate, anche Hayden riprese in mano il menù e incominciò a sfogliarlo dall’inizio. Aveva appena raggiunto l’ultima pagina quando la voce bassa di Liam lo interruppe.
- Hayden? –
Il biondino sollevò la testa con aria interrogativa – Si? –
- Mi chiedevo se potresti farmi un favore...ho dimenticato a casa gli occhiali, perciò non riesco a leggere chiaramente... potresti leggermi la carta dei vini? -
Ewan aggrottò un sopracciglio, da quando in qua Liam non ci vedeva senza gli occhiali? Non li portava praticamente mai, nemmeno a casa. Appoggiò un gomito al tavolo e mise la testa sulla mano aperta, dove voleva arrivare Liam? Cosa stava tramando?
Se lo avesse saputo, avrebbe probabilmente cercato di fermarlo, perchè quello che l’uomo aveva in mente era di mettere in difficoltà Hayden, per poi umiliarlo davanti a tutti.
Hayden ne era pienamente consapevole. Bastava guardare il modo in cui Liam stava gongolando, le mani incrociate sotto il mento, in attesa. In qualche modo quel bastardo lo sapeva, e non desiderava altro che sentirlo annaspare sui nomi elegantemente scritti, lottando contro ogni singola parola mentre le lettere gli si confondevano davanti agli occhi, si scambiavano di posto l’una con l’altra come per magia.
“No. No.”
Hayden sollevò lo sguardo su Liam, poi mise giù il menù con un gesto secco. Non gliel’avrebbe data vinta, anche se significava rivelare un qualcosa di cui si vergognava profondamente.
- No. - Trasse un respiro profondo, poi continuò – No. Mi dispiace, ma non posso aiutarti in questo caso. Sono dislessico. –
Ecco dunque dove voleva arrivare Liam. Il suo scopo era mettere in imbarazzo Hayden dunque…
Ewan scosse la testa in segno di rassegnazione. Pareva che per il suo compagno mettere in imbarazzo le persone forse qualcosa di logico e sensato. Qualcosa che andava fatto per forza.
Prese la carta dei vini e rivolgendosi a Liam gli disse - Posso leggertela io senza nessun problema. –
- Se avessi voluto che me la leggessi tu te l’avrei chiesto, ti pare? – rispose l’altro con un sibilo irato.
Come sempre Ewan rimase zitto ed abbassò lo sguardo. Per l’ennesima volta era riuscito a farlo arrabbiare, sarebbe mai riuscito a comportarsi in modo diverso? Avrebbe voluto fare di tutto per farsi amare da Liam per com’era ma questo non bastava, doveva imparare ad essere sempre migliore. E un giorno, forse, ci sarebbe riuscito.
Si alzò dal tavolo e disse guardando Liam - Vado un attimo in bagno. –
Poi, senza aspettare una risposta che sapeva non sarebbe mai venuta si allontanò dalla stanza.
“Ma perchè Ewan deve sempre mettersi in mezzo? Perchè non si fa mai gli affari suoi? La nostra vita in comune ne trarrebbe sicuramente beneficio.”
Scuotendo leggermente la testa, Liam rigirò il menù verso di se, facendo mostra di ignorare apertamente gli altri. Nessuno escluso. Così si perse l’occhiata assassina che George gli stava lanciando.
Strozzarlo? No, troppo rapido…
Picchiarlo a sangue? No, poi si sarebbe sporcato…
Non sapeva cosa avrebbe voluto fare a Liam in quel momento, quel che è certo è che avrebbe fatto di tutto.
Conosceva il problema di Hayden e sapeva quanto il parlarne imbarazzasse il ragazzo perché aveva già vissuto quella situazione con lui. Si ricordava ancora quando nel suo ufficio, il giorno del provino, Hayden gli aveva parlato del suo problema. Il ragazzo aveva avuto probabilmente paura che la dislessia fosse un intoppo per la sua partecipazione al film. Ma George era stato deciso e risoluto nella risposta che gli aveva dato, non esistevano problemi di nessun genere e se non ce n'erano per lui che era il regista non sarebbe stato un problema per nessun altro.
Decise comunque di non dire nulla, l’unica cosa che non voleva fare era darla vinta a Liam peggiorando il senso di vergogna di Hayden.
Non che potesse essere peggiorato di molto. Se c’era una cosa che Hayden odiava era mettere i propri difetti – quel difetto in particolare - sulla pubblica piazza, in modo che gli altri potessero compatirlo. Era già brutto abbastanza doverci avere a che fare ogni giorno, grazie tante.
L’imbarazzante silenzio che si era creato tra loro venne interrotto dal maitre, venuto a prendere le ordinazioni.
Hayden gli rivolse un’occhiata colma di gratitudine. Almeno avrebbe distratto sia George che Liam per qualche minuto, e con un po’ di fortuna si sarebbero entrambi dimenticati dell’argomento ‘dislessia’ una volta che il maitre se ne fosse andato. O perlomeno ci sperava, anche se credere che Neeson avrebbe mollato l’osso così facilmente sarebbe stato da ingenui.
Lo sguardo di Hayden s’indurì. Nemmeno quando rimasero nuovamente soli, nuovamente in silenzio, accennò ad addolcirsi.
Quando Ewan ritornò dal bagno si rese conto che nell’aria c’era molto tensione. Si sedette al suo posto e sorrise dolcemente ad Hayden, insomma quel ragazzino avrebbe potuto essere minimo suo fratello e vederlo lì seduto, zitto e con uno sguardo tutt’altro che promettente non gli andava.
- Sono già passati per le ordinazioni? – Doveva dire qualcosa, quel silenzio era assordante per lui.
- Si. Ho ordinato anche per te, spero non ti dispiaccia – rispose Liam, stranamente sollecito, - non credo ci mettano molto.
Questa volta Liam aveva avuto ragione. Dopo poco più di un quarto d’ora, il cameriere ri ripresentò con il carrello di portata.
Finalmente si mangiava… chi lo sa forse il cibo avrebbe sciolto quell’imbarazzo che si era creato tra loro. Nemmeno George era riuscito a tenere in piedi una conversazione per più di cinque minuti. Con Liam non parlava, Hayden rispondeva a monosillabi ad ogni domanda e lui era incredibilmente stanco.
Ewan ringraziò il cielo quando finalmente si trovò un piatto fumante davanti. - Sembra invitante… - disse, rivolto forse più a sé stesso che non agli altri.
Appena mise in bocca il primo boccone la sua espressione cambiò di colpo, gli sembrò che qualcuno gli avesse appena dato un pugno allo stomaco.