Post by babyara on Dec 24, 2006 14:18:15 GMT 1
- Sei pronto per un brindisi? –
Quel giorno Sean era l’espressione stessa della felicità e non faceva niente per nasconderlo. Il suo miglior completo Armani indosso, sorriso sulla faccia, bicchiere di costoso champagne in mano: sembrava che il produttore stesse per sposarsi. Solo che il giorno del suo matrimonio, Sean non era stato così contento; non era un caso se aveva divorziato dopo pochi anni, precisamente quando si era accorto che sua moglie non riusciva ad eccitarlo quanto un bel ragazzo.
- Oggi dobbiamo festeggiare, ragazzo mio. Abbiamo vinto di nuovo, – continuò, accarezzando maliziosamente una guancia di Shannon, che lo guardò negli occhi mentre gli prendeva la mano, portandosi un dito di Sean alla bocca ed iniziando a leccarlo senza perdere il contatto visivo.
- Dimmi Sean, - gli disse poi, – cosa abbiamo vinto? La lotteria? –
- No, meglio, – il sorriso del produttore diventò ancora più grande, pensando alla sorpresa che aveva in serbo per Shannon, – ho un regalo per te che spero ti piaccia. Anzi, sono sicuro che ti piacerà molto. –
Si portò il bicchiere alle labbra e ne bevve un lungo sorso, prima di continuare.
- Mio caro, tu hai vinto l’opportunità di essere il primo uomo a scopare Colin Farrell! -
Shannon scoppiò in una fragorosa risata sentendo le parole dell’uomo.
- Io lo avevo detto che era vergine l’attore di Hollywood. Dimmi un po’ Sean, come l’ha presa quando gli hai detto che sarò io il primo uomo con cui farà sesso? Non credo di essergli risultato molto simpatico. –
Contagiato da Shannon, anche Sean scoppiò a ridere. Posò il bicchiere sulla scrivania e si mise alle spalle
dell’uomo, abbracciandolo stretto.
- Me lo racconterai tu come la prenderà perché non gliel’ho detto. Gli ho promesso che gli avrei mandato un uomo affascinante e delicato e ho pensato a te, – appoggiò le labbra all’orecchio per un piccolo bacio, – contento? Avrai finalmente un verginello da educare. -
- Mmmm ti adoro quando sei così perfido. Credo che Farrell ti adorerà di meno, Sean. Ora fammi vedere fino a quanto sai essere perfido, tesoro, – gli rispose Shannon stringendosi di più a lui.
*****
Il tempo è strano: quando hai un appuntamento, sembra che non passi mai; quando invece devi fare una cosa sgradevole, è troppo veloce.
Per Colin era così, in quel momento. Non avrebbe mai voluto che arrivasse il pomeriggio, ma ormai erano le tre passate e lui aveva lo stesso umore di un condannato a morte che aspetta l’esecuzione.
Esecuzione che fu annunciata puntualmente da un suono di campanello. Con il cuore in gola, l’attore andò ad aprire, sperando che Sean avesse mantenuto la promessa: magari ad aspettarlo c’era un uomo dolce e carino che sarebbe stato gentile con lui.
Quando il suo sguardo si posò su Shannon, però, tutte le sue illusioni crollarono in un attimo.
- Buon pomeriggio, Colin. Dalla tua espressione noto con piacere che sei molto felice di vedermi. Ho qui il tuo contratto, ma sai benissimo cosa devi fare prima di firmarlo, – il tono di Shan era canzonatorio, non voleva risparmiare niente a quell’individuo.
Era inutile, non lo sopportava. Quel Colin dalla vita aveva avuto tutto e cosa aveva fatto? Aveva buttato tutto all’aria per una scopata. Per un uomo come Shannon, costretto fin da giovane a battere la strada, questa era una cosa del tutto inconcepibile.
- Shannon… - riuscì a mormorare Colin, quando si fu ripreso dalla sorpresa, – cosa ci fai qui? C’è un errore, Sean mi aveva promesso… -
- Di mandarti uno dei suoi attori per fare sesso con te. Eccomi qui, Colin, – gli rispose Shannon tranquillamente.
L’uomo chiuse gli occhi sconvolto. Era uno scherzo, non poteva essere vero. Sean non poteva essere stato così bastardo da… Invece lo era stato e ora non poteva tirarsi indietro.
- Entra, – sussurrò, facendosi da parte. Anche se non era proprio sicuro di averlo detto: la sua voce era così bassa che neanche lui riusciva a sentirsi.
Shannon entrò, fermandosi un attimo ad osservare l’appartamento. Per lo meno Colin non faceva di tutto per far vedere le sue ricchezze, se ancora gliene erano rimaste dopo il processo. Ma Shannon era certo di sì.
- Allora, Colin, dove lo vuoi fare? Sul divano? Sul tavolo della cucina? Sul pavimento? In camera da letto? – gli chiese trattenendo una risatina, si divertiva a provocarlo.
- Dove…? – Colin rimase in silenzio per qualche minuto, fissando la porta aperta come un ebete. Fuori la vita continuava a scorrere serena, come se non esistessero problemi.
Prese un profondo respiro e la chiuse.
“Ormai è tardi, devo andare fino in fondo. Sarà meglio finire tutto in fretta”
- Non so, Shannon. Dove lo fanno solitamente gli attori porno? – chiese, cercando di dare alla sua voce un tono ironico che nascondesse la paura.
Shannon si avvicinò a lui, passandosi la lingua sulle labbra. Una volta che gli fu di fronte sfiorò con un dito quelle di Colin, sorridendo sensualmente.
- Dove vuole il copione. Ovunque si può fare sesso. Ascolta Colin, facilitiamoci le cose, d’accordo? Sono qui per esaudire tutti i tuoi desideri. Dimmi cosa vuoi che ti faccia, dove, tutto ciò che desideri, ed io lo farò. –
Non avrebbe voluto dare quella nota dolce al suo tono di voce, ma o lo faceva o quel benedetto uomo non si sarebbe mai eccitato. Malgrado gli sforzi di Shannon, quell’uomo era ben lontano dall’eccitarsi. Certo, quel dito sulle sue labbra non era passato inosservato, ma Colin, in quel momento, provava un insieme confuso di sensazioni, alle quali non sapeva dare un ordine.
- L’unica cosa che vorrei è che te ne andassi, ma non puoi e io non posso cacciarti, quindi affrettiamo le cose, – rispose, sospirando, – penso che la camera sia il luogo migliore, – continuò, facendogli strada lungo il corridoio.
Shannon lo seguì in silenzio ed una volta nella stanza gli diede una breve occhiata, del tutto disinteressato all’arredamento. Tolse dalle tasche un tubetto di lubrificante ed un preservativo andando ad appoggiarli sul comodino, poi si tolse la giacca buttandola su una poltrona.
Era rimasto con dei semplici jeans ed una canottiera attillata, ed ora si trovava di nuovo di fronte a Colin.
- Dimmi, come lo vuoi? Dolce o aggressivo? Non sono una donna Colin, ma prova a pensare a come ti piace farlo con loro. –
Colin aveva seguito ogni gesto di Shannon con apprensione: quando aveva visto il lubrificante e il preservativo appoggiati sul comodino, gli era mancato il respiro, ma poi aveva cercato di controllarsi. Ce la poteva fare.
- Solitamente le donne mi piacciono dolci, ma solitamente sto sopra io. Fai come vuoi, cerca solo di farmi il minor male possibile. -
Shannon si avvicinò a lui, costringendo l’uomo ad arretrare fino a che non lo bloccò con le spalle al muro. Appoggiò le mani ai lati del viso del Colin, mentre con il suo corpo aderiva a quello dell’altro.
- Mi spiace, Colin, ma non posso prometterti di non farti male, te ne farò. E’ una cosa normale. Ora, però, aiutami. Cerca di rilassarti oppure da qui non usciamo più. –
L’altro cercò di obbedire, ma non ci riuscì: gli occhi di Shannon e il suo corpo, così vicino da poterne individuare le forme perfette dei muscoli, gli provocavano delle emozioni troppo forti che non riusciva a gestire.
Tentò di abbandonarsi, chiudendo gli occhi e aprendo un po’ la bocca, invitando Shannon a baciarlo come aveva fatto qualche giorno prima.
L’uomo non si lasciò sfuggire quell’invito, appoggiando subito la bocca su quella dell’altro e spingendo la lingua al suo interno, cercando quella di Colin. Nonostante l’avesse trovata, però, l’altro non dava il minimo segno di voler partecipare.
Per Shannon quello era veramente troppo. Si staccò dal muro, gli occhi colmi di rabbia, mentre istintivamente alzava un braccio, dando un sonoro schiaffo a Colin.
- Bimbo, stammi a sentire. Datti una svegliata. Oggi io ti scoperò e non solo tu parteciperai, ma vedrai di godere. Se non lo farai, io me ne andrò di qui con il tuo fottuto contratto non firmato, sono stato chiaro? –
- Sì… chiaro… - rispose intimorito Colin, massaggiandosi la guancia. Avrebbe voluto incazzarsi, ma l’atteggiamento di Shannon lo bloccava. E poi aveva veramente paura che se ne andasse: doveva lavorare, ne aveva bisogno.
“Coraggio, Colin. Centinaia di uomini hanno fatto sesso con altri uomini e non sono morti per questo,” si disse per farsi forza.
- Scusami, ti prego. Parteciperò, fammi riprovare. -
Shannon lo afferrò per il collo della camicia, spingendosi ancora contro di lui e, mentre gli ficcava di nuovo con forza la lingua in bocca, iniziò a muovere il bacino contro quello di Colin.
Colin gemette a causa dell’irruenza di Shannon, ma pian piano cercò di lasciarsi andare. La sua lingua sfiorò timidamente quella dell’altro, mentre le sue mani scendevano ad accarezzare i fianchi di Shannon.
Soddisfatto dall’iniziativa presa da Colin, Shannon allentò un poco la pressione, dando al bacio un ritmo più dolce e regolare, ma senza smettere di muoversi contro il corpo dell’irlandese. Quel movimento stava dando vita a qualcosa di inaspettato: i sensi di Colin, lasciati inattivi dopo mesi di autoimposta castità, causata dallo shock della denuncia per stupro, si stavano a poco a poco risvegliando. Così il secondo gemito che gli sfuggì dalle labbra non fu di dolore, ma di piacere.
Shannon sorrise tra sé mentre, dopo aver liberato le labbra di Colin da quel bacio, scese a baciargli il collo. Senza tante cerimonie lo staccò dal muro appoggiando le mani sulle sue natiche per costringerlo ad aderire ancora di più al suo corpo.
- Ti farò impazzire di piacere, Colin. –
L’attore si limitò a gemere di nuovo. Ogni suo timore sembrava essere stato messo da parte; l’unica cosa cui riusciva a pensare era quel corpo caldo e sensuale, premuto contro il suo.
- Baciami, ti prego. Baciami ancora… dappertutto… -
A quelle parole Shannon si staccò da lui, annuendo soddisfatto.
- Vado che comincia a piacerti. Bene, – mormorò, allungando le mani per iniziare a slacciare la camicia di Colin.
- No, non mi piace, – Colin arrossì, spostando lo sguardo, – sto fingendo come ogni bravo attore sa fare. -
A tradirlo non era solo il suo rossore, però; le sue mani stavano ancora accarezzando i fianchi di Shannon con movimenti lenti e delicati.
Shannon rise, poi finì di slacciare la camicia di Colin, sfilandogliela dai jeans.
- Non ti piace? Sicuro di ciò che dici? – mormorò, facendogli scivolare l’indumento dalle spalle.
Poi appoggiò le mani, i palmi aperti, sul petto di Colin, massaggiandolo piano.
- Cosa devo fare ora, Farrell? Posso smetterla di farti provare qualcosa, limitarmi a scoparti… o vuoi sentirmi davvero prima? –
Colin si morse le labbra per impedirsi di gemere di nuovo. Quelle mani sul suo corpo lo stavano facendo impazzire.
- Smettere adesso? – sorrise, tentando di mostrarsi sfrontato, – oh, andiamo! Sono sicuro che Shannon Leto è più bravo di così. Perché non mi fai vedere cosa sei capace di fare? O hai paura che impari tutti i tuoi trucchi? -
Lentamente Shannon lo spinse indietro, rimandandolo con la schiena contro il muro. Gli passò le mani sulle spalle, poi tornò sul suo petto, fino a fermarsi sui suoi fianchi.
- Ma tu devi imparare i miei trucchi, Colin. Solo così diventerai un ottimo attore. E un’altra cosa: gemi pure liberamente, mi piace sentire il mio compagno provare piacere sotto le mie mani. Se continui a morderti il labbro, finirai per rovinarlo. Sei un testone Farrell, non puoi non ammettere che ciò che ti sto facendo ti piace… e ti piace molto. –
Nuovamente Colin obbedì e gemette; non poteva dimostrare in modo migliore a Shannon quanto avesse ragione. Gli stava piacendo, molto.
- Allora fammeli vedere i tuoi trucchi, – disse, guardandolo negli occhi.
- Mi dispiace deluderti, ma non ci sono trucchi, – gli rispose Shannon, mentre con la lingua lasciava una scia di saliva sul petto di Colin, fino all’ombelico. Poi risalì, iniziando a giocare con i capezzoli dell’uomo. Uno con la lingua, l’altro con le dita.
Non doveva dargli tregua; si staccò da lui solo un attimo, il tempo di sfilarsi la canottiera, per poi tornare a leccarlo, senza fretta, godendo dei sussulti del corpo dell’irlandese, che ormai ansimava senza controllo.
- Anch’io… voglio darti piacere, – mormorò, accarezzando la schiena di Shannon senza sapere cosa fare. Con le donne era più semplice, sapeva esattamente come doveva comportarsi.
Shannon risalì baciandogli il collo, per poi tornare su quelle labbra che avevano il potere di farlo impazzire. Sì, voleva sentirle su di sé. Lentamente invertì le parti, appoggiandosi lui questa volta con la schiena contro il muro. Mise una mano tra i capelli di Colin, accarezzandoli.
- Sono tutto tuo, Colin. Fai del mio corpo ciò che vuoi… fammi godere, irlandese. –
Con timore, Colin accostò le labbra sul collo di Shannon, dandogli una serie di baci lungo la spalla. Poi l’odore acre dell’uomo, così diverso da quello dolce delle donne, lo rese più audace e scese a baciarlo con maggior ardore lungo il petto.
Quando arrivo all’altezza del capezzolo, lo leccò, divertendosi a giocarci con la punta della lingua.
Gemendo di piacere e soddisfazione, Shannon chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare dalle sensazioni. La sua mano, ferma tra i capelli dell’uomo, era lì per guidarlo, per incitarlo a non fermarsi.
Quel giorno Sean era l’espressione stessa della felicità e non faceva niente per nasconderlo. Il suo miglior completo Armani indosso, sorriso sulla faccia, bicchiere di costoso champagne in mano: sembrava che il produttore stesse per sposarsi. Solo che il giorno del suo matrimonio, Sean non era stato così contento; non era un caso se aveva divorziato dopo pochi anni, precisamente quando si era accorto che sua moglie non riusciva ad eccitarlo quanto un bel ragazzo.
- Oggi dobbiamo festeggiare, ragazzo mio. Abbiamo vinto di nuovo, – continuò, accarezzando maliziosamente una guancia di Shannon, che lo guardò negli occhi mentre gli prendeva la mano, portandosi un dito di Sean alla bocca ed iniziando a leccarlo senza perdere il contatto visivo.
- Dimmi Sean, - gli disse poi, – cosa abbiamo vinto? La lotteria? –
- No, meglio, – il sorriso del produttore diventò ancora più grande, pensando alla sorpresa che aveva in serbo per Shannon, – ho un regalo per te che spero ti piaccia. Anzi, sono sicuro che ti piacerà molto. –
Si portò il bicchiere alle labbra e ne bevve un lungo sorso, prima di continuare.
- Mio caro, tu hai vinto l’opportunità di essere il primo uomo a scopare Colin Farrell! -
Shannon scoppiò in una fragorosa risata sentendo le parole dell’uomo.
- Io lo avevo detto che era vergine l’attore di Hollywood. Dimmi un po’ Sean, come l’ha presa quando gli hai detto che sarò io il primo uomo con cui farà sesso? Non credo di essergli risultato molto simpatico. –
Contagiato da Shannon, anche Sean scoppiò a ridere. Posò il bicchiere sulla scrivania e si mise alle spalle
dell’uomo, abbracciandolo stretto.
- Me lo racconterai tu come la prenderà perché non gliel’ho detto. Gli ho promesso che gli avrei mandato un uomo affascinante e delicato e ho pensato a te, – appoggiò le labbra all’orecchio per un piccolo bacio, – contento? Avrai finalmente un verginello da educare. -
- Mmmm ti adoro quando sei così perfido. Credo che Farrell ti adorerà di meno, Sean. Ora fammi vedere fino a quanto sai essere perfido, tesoro, – gli rispose Shannon stringendosi di più a lui.
*****
Il tempo è strano: quando hai un appuntamento, sembra che non passi mai; quando invece devi fare una cosa sgradevole, è troppo veloce.
Per Colin era così, in quel momento. Non avrebbe mai voluto che arrivasse il pomeriggio, ma ormai erano le tre passate e lui aveva lo stesso umore di un condannato a morte che aspetta l’esecuzione.
Esecuzione che fu annunciata puntualmente da un suono di campanello. Con il cuore in gola, l’attore andò ad aprire, sperando che Sean avesse mantenuto la promessa: magari ad aspettarlo c’era un uomo dolce e carino che sarebbe stato gentile con lui.
Quando il suo sguardo si posò su Shannon, però, tutte le sue illusioni crollarono in un attimo.
- Buon pomeriggio, Colin. Dalla tua espressione noto con piacere che sei molto felice di vedermi. Ho qui il tuo contratto, ma sai benissimo cosa devi fare prima di firmarlo, – il tono di Shan era canzonatorio, non voleva risparmiare niente a quell’individuo.
Era inutile, non lo sopportava. Quel Colin dalla vita aveva avuto tutto e cosa aveva fatto? Aveva buttato tutto all’aria per una scopata. Per un uomo come Shannon, costretto fin da giovane a battere la strada, questa era una cosa del tutto inconcepibile.
- Shannon… - riuscì a mormorare Colin, quando si fu ripreso dalla sorpresa, – cosa ci fai qui? C’è un errore, Sean mi aveva promesso… -
- Di mandarti uno dei suoi attori per fare sesso con te. Eccomi qui, Colin, – gli rispose Shannon tranquillamente.
L’uomo chiuse gli occhi sconvolto. Era uno scherzo, non poteva essere vero. Sean non poteva essere stato così bastardo da… Invece lo era stato e ora non poteva tirarsi indietro.
- Entra, – sussurrò, facendosi da parte. Anche se non era proprio sicuro di averlo detto: la sua voce era così bassa che neanche lui riusciva a sentirsi.
Shannon entrò, fermandosi un attimo ad osservare l’appartamento. Per lo meno Colin non faceva di tutto per far vedere le sue ricchezze, se ancora gliene erano rimaste dopo il processo. Ma Shannon era certo di sì.
- Allora, Colin, dove lo vuoi fare? Sul divano? Sul tavolo della cucina? Sul pavimento? In camera da letto? – gli chiese trattenendo una risatina, si divertiva a provocarlo.
- Dove…? – Colin rimase in silenzio per qualche minuto, fissando la porta aperta come un ebete. Fuori la vita continuava a scorrere serena, come se non esistessero problemi.
Prese un profondo respiro e la chiuse.
“Ormai è tardi, devo andare fino in fondo. Sarà meglio finire tutto in fretta”
- Non so, Shannon. Dove lo fanno solitamente gli attori porno? – chiese, cercando di dare alla sua voce un tono ironico che nascondesse la paura.
Shannon si avvicinò a lui, passandosi la lingua sulle labbra. Una volta che gli fu di fronte sfiorò con un dito quelle di Colin, sorridendo sensualmente.
- Dove vuole il copione. Ovunque si può fare sesso. Ascolta Colin, facilitiamoci le cose, d’accordo? Sono qui per esaudire tutti i tuoi desideri. Dimmi cosa vuoi che ti faccia, dove, tutto ciò che desideri, ed io lo farò. –
Non avrebbe voluto dare quella nota dolce al suo tono di voce, ma o lo faceva o quel benedetto uomo non si sarebbe mai eccitato. Malgrado gli sforzi di Shannon, quell’uomo era ben lontano dall’eccitarsi. Certo, quel dito sulle sue labbra non era passato inosservato, ma Colin, in quel momento, provava un insieme confuso di sensazioni, alle quali non sapeva dare un ordine.
- L’unica cosa che vorrei è che te ne andassi, ma non puoi e io non posso cacciarti, quindi affrettiamo le cose, – rispose, sospirando, – penso che la camera sia il luogo migliore, – continuò, facendogli strada lungo il corridoio.
Shannon lo seguì in silenzio ed una volta nella stanza gli diede una breve occhiata, del tutto disinteressato all’arredamento. Tolse dalle tasche un tubetto di lubrificante ed un preservativo andando ad appoggiarli sul comodino, poi si tolse la giacca buttandola su una poltrona.
Era rimasto con dei semplici jeans ed una canottiera attillata, ed ora si trovava di nuovo di fronte a Colin.
- Dimmi, come lo vuoi? Dolce o aggressivo? Non sono una donna Colin, ma prova a pensare a come ti piace farlo con loro. –
Colin aveva seguito ogni gesto di Shannon con apprensione: quando aveva visto il lubrificante e il preservativo appoggiati sul comodino, gli era mancato il respiro, ma poi aveva cercato di controllarsi. Ce la poteva fare.
- Solitamente le donne mi piacciono dolci, ma solitamente sto sopra io. Fai come vuoi, cerca solo di farmi il minor male possibile. -
Shannon si avvicinò a lui, costringendo l’uomo ad arretrare fino a che non lo bloccò con le spalle al muro. Appoggiò le mani ai lati del viso del Colin, mentre con il suo corpo aderiva a quello dell’altro.
- Mi spiace, Colin, ma non posso prometterti di non farti male, te ne farò. E’ una cosa normale. Ora, però, aiutami. Cerca di rilassarti oppure da qui non usciamo più. –
L’altro cercò di obbedire, ma non ci riuscì: gli occhi di Shannon e il suo corpo, così vicino da poterne individuare le forme perfette dei muscoli, gli provocavano delle emozioni troppo forti che non riusciva a gestire.
Tentò di abbandonarsi, chiudendo gli occhi e aprendo un po’ la bocca, invitando Shannon a baciarlo come aveva fatto qualche giorno prima.
L’uomo non si lasciò sfuggire quell’invito, appoggiando subito la bocca su quella dell’altro e spingendo la lingua al suo interno, cercando quella di Colin. Nonostante l’avesse trovata, però, l’altro non dava il minimo segno di voler partecipare.
Per Shannon quello era veramente troppo. Si staccò dal muro, gli occhi colmi di rabbia, mentre istintivamente alzava un braccio, dando un sonoro schiaffo a Colin.
- Bimbo, stammi a sentire. Datti una svegliata. Oggi io ti scoperò e non solo tu parteciperai, ma vedrai di godere. Se non lo farai, io me ne andrò di qui con il tuo fottuto contratto non firmato, sono stato chiaro? –
- Sì… chiaro… - rispose intimorito Colin, massaggiandosi la guancia. Avrebbe voluto incazzarsi, ma l’atteggiamento di Shannon lo bloccava. E poi aveva veramente paura che se ne andasse: doveva lavorare, ne aveva bisogno.
“Coraggio, Colin. Centinaia di uomini hanno fatto sesso con altri uomini e non sono morti per questo,” si disse per farsi forza.
- Scusami, ti prego. Parteciperò, fammi riprovare. -
Shannon lo afferrò per il collo della camicia, spingendosi ancora contro di lui e, mentre gli ficcava di nuovo con forza la lingua in bocca, iniziò a muovere il bacino contro quello di Colin.
Colin gemette a causa dell’irruenza di Shannon, ma pian piano cercò di lasciarsi andare. La sua lingua sfiorò timidamente quella dell’altro, mentre le sue mani scendevano ad accarezzare i fianchi di Shannon.
Soddisfatto dall’iniziativa presa da Colin, Shannon allentò un poco la pressione, dando al bacio un ritmo più dolce e regolare, ma senza smettere di muoversi contro il corpo dell’irlandese. Quel movimento stava dando vita a qualcosa di inaspettato: i sensi di Colin, lasciati inattivi dopo mesi di autoimposta castità, causata dallo shock della denuncia per stupro, si stavano a poco a poco risvegliando. Così il secondo gemito che gli sfuggì dalle labbra non fu di dolore, ma di piacere.
Shannon sorrise tra sé mentre, dopo aver liberato le labbra di Colin da quel bacio, scese a baciargli il collo. Senza tante cerimonie lo staccò dal muro appoggiando le mani sulle sue natiche per costringerlo ad aderire ancora di più al suo corpo.
- Ti farò impazzire di piacere, Colin. –
L’attore si limitò a gemere di nuovo. Ogni suo timore sembrava essere stato messo da parte; l’unica cosa cui riusciva a pensare era quel corpo caldo e sensuale, premuto contro il suo.
- Baciami, ti prego. Baciami ancora… dappertutto… -
A quelle parole Shannon si staccò da lui, annuendo soddisfatto.
- Vado che comincia a piacerti. Bene, – mormorò, allungando le mani per iniziare a slacciare la camicia di Colin.
- No, non mi piace, – Colin arrossì, spostando lo sguardo, – sto fingendo come ogni bravo attore sa fare. -
A tradirlo non era solo il suo rossore, però; le sue mani stavano ancora accarezzando i fianchi di Shannon con movimenti lenti e delicati.
Shannon rise, poi finì di slacciare la camicia di Colin, sfilandogliela dai jeans.
- Non ti piace? Sicuro di ciò che dici? – mormorò, facendogli scivolare l’indumento dalle spalle.
Poi appoggiò le mani, i palmi aperti, sul petto di Colin, massaggiandolo piano.
- Cosa devo fare ora, Farrell? Posso smetterla di farti provare qualcosa, limitarmi a scoparti… o vuoi sentirmi davvero prima? –
Colin si morse le labbra per impedirsi di gemere di nuovo. Quelle mani sul suo corpo lo stavano facendo impazzire.
- Smettere adesso? – sorrise, tentando di mostrarsi sfrontato, – oh, andiamo! Sono sicuro che Shannon Leto è più bravo di così. Perché non mi fai vedere cosa sei capace di fare? O hai paura che impari tutti i tuoi trucchi? -
Lentamente Shannon lo spinse indietro, rimandandolo con la schiena contro il muro. Gli passò le mani sulle spalle, poi tornò sul suo petto, fino a fermarsi sui suoi fianchi.
- Ma tu devi imparare i miei trucchi, Colin. Solo così diventerai un ottimo attore. E un’altra cosa: gemi pure liberamente, mi piace sentire il mio compagno provare piacere sotto le mie mani. Se continui a morderti il labbro, finirai per rovinarlo. Sei un testone Farrell, non puoi non ammettere che ciò che ti sto facendo ti piace… e ti piace molto. –
Nuovamente Colin obbedì e gemette; non poteva dimostrare in modo migliore a Shannon quanto avesse ragione. Gli stava piacendo, molto.
- Allora fammeli vedere i tuoi trucchi, – disse, guardandolo negli occhi.
- Mi dispiace deluderti, ma non ci sono trucchi, – gli rispose Shannon, mentre con la lingua lasciava una scia di saliva sul petto di Colin, fino all’ombelico. Poi risalì, iniziando a giocare con i capezzoli dell’uomo. Uno con la lingua, l’altro con le dita.
Non doveva dargli tregua; si staccò da lui solo un attimo, il tempo di sfilarsi la canottiera, per poi tornare a leccarlo, senza fretta, godendo dei sussulti del corpo dell’irlandese, che ormai ansimava senza controllo.
- Anch’io… voglio darti piacere, – mormorò, accarezzando la schiena di Shannon senza sapere cosa fare. Con le donne era più semplice, sapeva esattamente come doveva comportarsi.
Shannon risalì baciandogli il collo, per poi tornare su quelle labbra che avevano il potere di farlo impazzire. Sì, voleva sentirle su di sé. Lentamente invertì le parti, appoggiandosi lui questa volta con la schiena contro il muro. Mise una mano tra i capelli di Colin, accarezzandoli.
- Sono tutto tuo, Colin. Fai del mio corpo ciò che vuoi… fammi godere, irlandese. –
Con timore, Colin accostò le labbra sul collo di Shannon, dandogli una serie di baci lungo la spalla. Poi l’odore acre dell’uomo, così diverso da quello dolce delle donne, lo rese più audace e scese a baciarlo con maggior ardore lungo il petto.
Quando arrivo all’altezza del capezzolo, lo leccò, divertendosi a giocarci con la punta della lingua.
Gemendo di piacere e soddisfazione, Shannon chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare dalle sensazioni. La sua mano, ferma tra i capelli dell’uomo, era lì per guidarlo, per incitarlo a non fermarsi.