Post by babyara on Oct 2, 2006 21:55:12 GMT 1
Sorridere non era difficile, scherzare lo era ancora meno, in fin dei conti, ormai, ci era abituato. Da quando avevano iniziato il tour, un giorno sì ed uno no, erano ospiti di trasmissioni televisive, subivano interviste a raffica, prima e dopo i concerti, a volte troppo stanchi anche per pensare coerentemente.
Shannon rispose ad una domanda della ragazza, dando un colpetto amichevole al ginocchio di Tomo, quel ragazzo aveva seri problemi con le telecamere, questo era indubbio.
Davanti a lui Jared era seduto vicino a Matt, e, come sempre, suo fratello stava dando il massimo.
“Un po’ troppo oggi a dire il vero…” pensò Shannon osservando il braccio di Jared posarsi sulle spalle di Matt.
“Imbecille!” pensò, e un’espressione contrariata gli si dipinse sul volto.
Un colpetto leggero alla spalla gli fece capire che Tomo se ne era accorto, sul suo volto era dipinta una muta domanda. Shannon gli sorrise, cercando di fargli capire che andava tutto bene.
“Ma va tutto bene!” pensò “Cosa me ne importa di quello che fa Jared? Non sono la sua cazzo di balia! Sono solo suo fratello!”
Ed ancora sorridere…
Jared si stava chiedendo se baciare Matt sarebbe stato esagerato. Forse sì. Non era proprio il caso si illuderlo ancora di più. Sapeva che il bassista provava qualcosa per lui. Ci avevano sempre scherzato sopra, ma Jared sapeva dove fermarsi, di solito.
Meglio evitare, decise.
Si limitò a passargli un braccio dietro la schiena e ad accarezzarlo. Gli sorrise, quindi riprese a parlare del loro nuovo album.
Sentiva lo sguardo di Shannon su di sé. Come sempre.
Non glielo aveva mai confessato, ma questo lo rassicurava. Avere Shannon accanto era una certezza. Sapeva sempre dove trovarlo. Poteva sempre cercare i suoi occhi per avere una risposta ai suoi dubbi.
"Basta pensare a Shannon!"
“Se gli do un calcio, sarebbe controproducente vero?” si chiese Shannon, scuotendo immediatamente la testa.
- E ci dica, Shannon, com’è lavorare con suo fratello? –
La voce della giornalista lo riportò alla realtà.
“Ma domande più intelligenti no, vero? Sempre la solita storia…” era inutile, quel giorno l’uomo non aveva voglia di fingere, di fare il falso davanti alle telecamere, ma, per amore del gruppo, sapeva di doverlo fare.
Si costrinse a sorridere.
- Lavorare con Jared ha i suoi lati positivi. Primo fra tutti il fatto che in questo modo posso sempre tenerlo d’occhio evitando che combini qualche guaio. – rise.
- Inoltre, altro dato positivo, ci conosciamo così bene, che ognuno ragiona con la mente dell’altro. Cosa molto utile quando si scrive, si suona, si vive insieme. –
Era sempre la stessa, la risposta che dava a questa domanda, ma in fin dei conti sapeva perfettamente che non ce n’erano altre. Quella era la verità. Lui e Jared, da sempre, si compensavano alla perfezione.
“Se solo la smettessi di fare l’idiota con Matt.”
Shannon aveva espresso in poche parole tutto il loro rapporto. O quasi: c'era qualcosa che non si poteva far capire agli altri, un lato del loro rapporto che non si poteva spiegare. Nemmeno loro riuscivano a coglierlo del tutto, era più una sensazione. Sentire l'altro come un parte di sé. Questa era la definizione migliore che si poteva dare. Ma ancora non era sufficiente a spiegarlo.
Jared riprese la parola.
- Ogni tanto litighiamo – disse – Come è normale, tra fratelli. Ci picchiamo anche. Questo è il bello… voglio dire, non litigare, ma potersi prendere la libertà di tirare un pugno all'altro –
Si spostò i capelli dagli occhi, quindi continuò. - Non potrei mai picchiare Matt, per esempio… - Stava per spiegare perché, ma si interruppe. Sapeva che ora Shannon se ne sarebbe uscito con qualche battuta sul fatto che non si picchiano le donne e voleva lasciargli quei secondi di pausa per inserirsi. In interviste precedenti avevano finito per parlare in due, o anche in tre contemporaneamente. Era meglio evitare: si faceva fatica a capire quello che stavano dicendo.
“Figurati… picchiare Matt…”
- Che poi mi chiedo sempre perché non lo picchi un po’… in fin dei conti ogni tanto se le merita anche lui. – aggiunse invece Shannon, con un sorrisino angelico.
“Ed ora sbrigatela tu, grandissimo idiota!”
Che bello sarebbe stato, poterglielo dire davvero, e prima o poi lo avrebbe fatto. Di nuovo sentì la pressione della mano di Tomo sul suo ginocchio, sapeva che l’amico si stava domandando cosa stesse combinando, ma questa volta non si girò a guardarlo. Era stufo di dare rassicurazioni a tutti.
Era grande abbastanza per decidere da solo cosa dire in un’intervista, senza dover rendere conto a nessuno di loro, tanto meno a Jared.
Matt rise. Per lui era un battuta come un'altra. Scherzavano spesso tra loro. Jared invece aveva sentito qualcosa nel tono del fratello… c'era qualcosa che non andava. Non era un semplice commento, non stava esattamente scherzando.
Decise comunque di proseguire come se fosse tutto normale. Poteva sempre chiedergli se c’era qualche problema quando l'intervista fosse finita.
- Picchiare te dà più soddisfazioni. Sai com'è, vecchie abitudini… - disse quindi, girandosi verso di lui. Lo colpì leggermente sul ginocchio, per fargli capire che scherzava.
Rivolse uno sguardo di supplica alla conduttrice del programma. Un'altra domanda. Cambiamo discorso. Per favore.
- Parlando del passato… c'è qualche aneddoto di quando eravate ragazzi che volete condividere con noi? – chiese lei.
"Cazzo, no!" pensò Jared. A parte il fatto che erano lì come band, non come Fratelli Leto, e queste domande escludevano Tomo e Matt dalla conversazione, ma non aveva forse precisato prima di iniziare che odiava le domande personali? Dannazione.
Spostò di nuovo lo sguardo su Shannon, come per consultarsi su cosa raccontare.
"Ti prego, Shan, spara qualche cazzata. Qualsiasi. Non voglio rispondere a questa domanda!"
I motivi per cui odiava parlare del passato erano tanti. Primo tra tutti il fatto che raccontare qualcosa a chiunque fosse in ascolto in quel momento, gli sembrava come togliergli ogni valore. C'erano cose che voleva tenere solo per sé. Ricordi che non voleva condividere con migliaia di persone. Voleva avere qualcosa che fosse solo suo e di Shannon. Di famiglia.
E questo almeno Shannon lo capì.
- Mi creda, la nostra infanzia è talmente banale… giocavamo tutto il giorno con i soldatini, sai che noia. – disse scoppiando a ridere, seguito a ruota da Tomo al suo fianco.
E per la prima volta da che era iniziata l’intervista anche il quarto membro della band parlò.
- Dovevate essere uno spettacolo, i piccoli Leto e i loro soldatini. –
La battuta di Tomo scatenò una risata generale nello studio, Shannon era arrivato esattamente dove voleva arrivare. Alla prossima domanda personale a lui o a Jared avrebbe fatto una strage.
E questo la donna parve capirlo.
- Bene Jared, che ci dici del nuovo album? –
“Eh Jared… che ci dici?” pensò Shannon scuotendo la testa.
- Abbiamo scritto i testi e le musiche per le canzoni di 'A Beautiful Lie' in cinque stati diversi, attraversando quattro continenti – iniziò Jared. Fortunatamente erano tornati alle domande standard. Noioso, sì, ma almeno sapeva perfettamente cosa rispondere.
- È stato un viaggio davvero fantastico. Amo questi ragazzi – continuò, sorridendo, mentre si girava per indicarli con un gesto della mano. – Shannon e io suoniamo insieme da una vita, e non credevo avrei mai trovato qualcuno con cui formare una band così. Perché Thirty Seconds to Mars, non è solo un gruppo di persone che suonano insieme. C'è qualcosa di più. Amicizia, innanzitutto. E comprensione reciproca –
Shannon appoggiò una mano dietro di sé mettendosi comodo. Quando Jared iniziava a parlare del gruppo, era una faccenda lunga, molto lunga.
Con le dita iniziò a giocare con gli strappi nei jeans, e solo in quel momento si rese conto di quanto era stanco.
Passò un tempo che parve interminabile, ma quando la voce della giornalista annunciò la fine dell’intervista, Shannon parve riprendere vita.
“Sia ringraziato il cielo.” Pensò.
**
Jared raggiunse il fratello appena fuori dagli studi di registrazione.
C'era qualcosa che non andava e aveva intenzione di scoprire cosa. Shannon si stava comportando in modo strano. Non avrebbe saputo dire cosa esattamente non era come al solito. Era più una sensazione.
E poi… c'era quella frase sul picchiare Matt.
Perché diavolo Shannon voleva che lui picchiasse Matt? Cosa gli aveva fatto?
- Shan? – lo chiamò. Era il momento di chiarire le cose.
Quando sentì la voce di Jared, Shannon alzò gli occhi al cielo.
L’ultima cosa che voleva in quel momento era parlare con lui.
Fece finta di non sentirlo e si allontanò di qualche passo accendendosi una sigaretta, poi, quando i passi si fecero più vicini si girò incontrando gli occhi di Jared.
- Che c’è? – gli chiese bruscamente.
- Ok, ora ho la conferma che qualcosa non va. Cosa cazzo ti succede, Animal? –
Jared si mise davanti a lui, per poterlo guardare negli occhi. Odiava parlare con qualcuno che non poteva vedere in faccia.
- Jared lasciami respirare. – rispose il fratello allontanandosi di qualche passo da lui.
Possibile che Jared non capisse che non aveva voglia di parlare? Soprattutto con lui? Doveva continuare a sopportare il suo terzo grado?
Era veramente stanco, troppa tensione, troppo caos, aveva bisogno di starsene da solo in un angolo a riflettere, e quello lo seguiva come un’ombra.
- Non sono la tua cazzo di balia! – sbottò di colpo tornando a girargli le spalle.
- Se fossi la mia balia ti eviterei. Invece sei mio fratello, quindi vorrei sapere cosa ti passa per la testa. Ti sei comportato in modo strano durante l'intervista, e mi piacerebbe proprio sapere perché. – rispose Jared, cercando ancora di mantenersi calmo, nonostante il comportamento di Shannon lo stesse facendo andare decisamente fuori di testa.
Se aveva un problema, perché non gliene parlava? Avevano sempre fatto così. E se non c'era nessun problema, perché cazzo era arrabbiato con il mondo?
- Sì Jared, va bene Jared, è proprio come dici tu Jared… avrei dovuto dire questo durante l’intervista? Se lo avessi fatto saresti più contento e sereno Jared? Sono stufo di darti sempre ragione! – sbottò Shannon.
- Vaffanculo. Non è questo che voglio e lo sai dannatamente bene – gli ripose il fratello.
Un'altra risposta del genere da parte di Shannon e sarebbero arrivati alle mani. Lo stava decisamente facendo incazzare.
Shannon si girò a fronteggiare di nuovo il fratello.
- E allora smettila di rompermi le palle Jared! Lasciami per i cazzi miei! Sono stufo marcio, cosa cazzo devo fare per fartelo capire? –
- Prova a dire 'Sono stanco' la prossima volta. Ci riesci? - Non avrebbe dovuto rispondergli così. Quel tour era un inferno, si spostavano continuamente e appena avevano qualche giorno libero correvano in uno studio televisivo per rilasciare interviste e pubblicizzare l'album. Era comprensibile che fossero stanchi.
- Stanco? No, non sono stanco. Sono dannatamente stufo del tuo atteggiamento da prima donna. – gli urlò contro Shannon.
Sapeva perfettamente che si stava comportando in modo irrazionale, ma le parole gli uscirono di getto, quasi volesse volontariamente ferire il fratello.
Alla fine era proprio quello che stava facendo e, la cosa più brutta, era che ne era pienamente consapevole e mai, prima di allora, si era comportato così con lui.
- Credevo che il mio atteggiamento da primadonna fosse molto da rock star. Eri stato tu a dirmelo, no? Perchè ora improvvisamente non ti va più bene? - Jared, per la prima volta in vita sua, si rese conto di non riuscire a capire Shannon. C'era qualcosa tra loro che impediva quella comunicazione immediata che c'era sempre stata.
- Ed invece ora mi hai rotto, Jared. Basta. Fanculo. – gli urlò in faccia.
Poi gli girò le spalle e, senza aggiungere una sola parola se ne andò. Mentre saliva sul pullman, sentiva la rabbia sfumare e, dopo essersi preso una birra si disse che, se non la sera stessa il giorno dopo, avrebbe dovuto chiedere scusa a Jared.
In fin dei conti non poteva far pagare il suo cattivo umore a suo fratello.
Jared fece un respiro profondo per calmarsi. Quindi decise che la cosa migliore era cercare Matt e Tomo e non pensarci. Avrebbe risolto con Shannon in un altro momento, ora non era proprio dell'umore giusto.
*****
- Cazzo che palle, inizio ad essere stufo di questi viaggi in pullman. – borbottò Matt, all’indirizzo di tutti e nessuno. Era una serata fiacca, Shannon era di umore nero, Jared cercava di avviare una conversazione ma nessuno gli dava retta e Tomo, come sempre, si faceva i fatti suoi.
- Ragazzi un po’ di vita avanti. – continuò, cercando di attirare l’attenzione di qualcuno. Il suo scopo era quello di attirare quella di Jared, ma non pareva avere successo.
- Matt, perché non ti metti anche tu a farti i cazzi tuoi anziché rompere agli altri? – ribatté Shannon, assai stufo del continuo ciarlare dell’amico.
- Shannon, perché non ti dai una calmata? –
- Perché tu continui a rompere le palle! –
- Se c’è qualcuno che rompe quello sei tu stasera! – urlò ancora Matt.
Shannon però, decise di ignorarlo, sapeva che quella era una delle cose che davano più fastidio all’uomo.
Matt gli lanciò un ultimo sguardo, furioso.
- Fanculo Shan. –
Jared, in quel momento, smise di parlare con Tomo e lo lasciò finalmente guidare tranquillo. Si rivolse agli altri due amici.
- La volete finire tutti e due? - sbottò. - Che siamo stanchi e nervosi si è capito, ma non c'è bisogno di litigare. Shannon, vieni al mio posto, così puoi stare in silenzio insieme a Tomo e io parlo con Matt. Tanto difficile? -
L'occhiata che Shannon lanciò a Jared era di quelle cattive. Che vada a sedersi vicino al suo amichetto se gli piace così tanto, pensò e, senza nemmeno rispondergli si alzò, aspettando che il fratello lasciasse libero il posto.
- Vai pure a parlare con il tuo amichetto. - disse ironicamente.
Jared si spostò vicino a Matt.
- Si può sapere cosa cazzo ti prende, Shannon? - chiese, esasperato.
Shannon, che nel frattempo si era seduto accanto a Tomo, non si prese nemmeno la briga di girarsi a guardarlo né, tanto meno, si degnò di rispondergli.
- Grazie al cielo ci sei tu Tomo, - disse mettendo una braccio sulle spalle dell’altro, ignorando volutamente il fatto che stesse guidando – che capisci quando uno vuole starsene in pace senza nessuno a rompergli le palle. –
- Questo significa che non posso chiederti perchè avete litigato, vero? - Tomo sorrise appena, senza distogliere lo sguardo dalla strada.
- Non abbiamo litigato, - rispose Shannon assorto, - oggi mi sta sulle palle. Lo so è una cazzata non me lo dire tesoro, solo, ah fanculo! Non lo so nemmeno io che mi prende. -
Jared e Matt, intanto, parlavano del prossimo concerto e dell'idea di truccarsi tutti allo stesso modo, magari con qualche dettaglio strano.
- Stelle sugli occhi? O, che ne dici di qualcosa di più appariscente stile i Kiss? – Matt lo chiese a Jared sorridendogli allegro.
- Sì, così sembreremo un branco di pagliacci! – gli rispose però Shannon.
- Qualcuno ha chiesto il tuo parere? - ribatté Jared - Non volevi stare zitto a farti i cazzi tuoi? Hai già cambiato idea per caso? -
Tomo, approfittando della sosta a un semaforo, lanciò uno sguardo a Matt, come per chiedergli cosa stava succedendo tra i due fratelli.
Per tutta risposta Matt alzò le spalle e, quando sentì la risposta di Shannon scosse il capo sconsolato. Era la prima volta che li vedeva comportarsi in quel modo. Certo era capitato altre volte di assistere a dei piccoli litigi tra di loro, ma quella sera Shannon stava passando il limite.
- Oh, il piccolino si arrabbia, - mormorò Shannon – ma vai a farti fottere Jared! –
- Magari. Almeno mi divertirei con qualcuno invece di doverti sopportare! –
Shannon continuava a guardare fisso di fronte a sé.
- Guarda, non ti occorre andare lontano, c’è Matt lì vicino che non aspetta altro. –
Matt strinse le mani a pugni.
- Shannon, hai proprio così voglia di prendere un calcio in culo stasera? –
- Oh che paura che mi fai. –
- Quanto sei stronzo. – continuò Matt sibilando, poi si girò verso Jared.
- Lascialo perdere. –
Jared, pur sapendo che Shannon aveva ragione sul fatto che Matt non avrebbe certo detto di no a una scopata con lui, decise di cambiare discorso. Almeno per il momento. Poteva sempre chiedergli poi di raggiungerlo a letto.
- Meglio. Sembra che non riusciamo a fare altro che litigare oggi... –
Per il resto del viaggio, prima che Tomo si decidesse a fermare il pullman per mettersi a dormire, Shannon era stato sulle sue.
Quando Jared non aveva risposto alle sue ultime provocazioni, aveva avuto la certezza di aver colto nel segno.
Appena furono fermi si alzò stiracchiandosi e sorridendo a Tomo. Erano soliti dormire a due a due, nelle cuccette preparate apposta sulla loro “casa ambulante” come amavano definirla. Jared e Shannon dormivano insieme e, nell’altra cuccetta Tomo e Matt.
Quella sera però, di tutto aveva voglia il più vecchio dei Leto tranne che di dormire con il fratello. Appoggiò una mano sulla spalla di Tomo.
- Dormi con me stanotte per favore? –
- Certo, nessun problema per me... devi solo chiedere a Matt se riesce a stare senza di me per una notte. È un ragazzo forte, probabilmente riuscirà a sopportare la perdita - scherzò Tomo, cercando di spezzare la tensione.
- Lo consolerò io - si intromise Jared, fingendosi indifferente all'idea che suo fratello non volesse dormire con lui. In realtà, la cosa lo feriva, anche se non avrebbe saputo dire perchè: in fondo, avevano litigato, era ovvio che Shannon non volesse dormire con lui.
Lo sguardo che Shannon lanciò a Jared era molto eloquente, tanto quanto era falso il sorriso che gli regalò.
- Di sicuro a Matt non dispiacerà. –
- Esatto Shannon, non mi dispiacerà. – rispose quest’ultimo mettendo un braccio sulle spalle di Jared.
- Direi che è perfetto allora. Se a Tomo non dispiace dormire con te... ma si sa che Tomo è il più paziente qui dentro - rispose Jared, chiedendosi nel frattempo perchè improvvisamente se la stava prendendo con Shannon. Avevano litigato, e allora? Che bisogno c'era di compotarsi in quel modo? Non potevano semplicemente ignorarsi?
Shannon scosse la testa mentre si avviava verso il suo posto, chiedendosi perché accidenti tutta quella storia gli dava così fastidio. In fin dei conti se lo era meritato, era stato lui ad attaccare stupidamente Jared e sempre lui aveva tirato in mezzo Tomo e Matt.
Si sdraiò, mettendo un braccio dietro la testa, gli occhi aperti a fissare il tettuccio dell’autobus. Il giorno dopo doveva chiedere scusa a Jared? Ma perché poi? In fin dei conti non poteva dire “No, non voglio dormire con Matt?”… Shannon scosse il capo chiudendo gli occhi, pensando che, con chi dormiva suo fratello, non dovevano essere fatti suoi.
Tomo si stese al suo fianco, gli rivolse un'occhiata veloce e decise che era meglio evitare di augurargli la buonanotte se non voleva rischiare di essere sbranato.
Chiuse gli occhi e si augurò che il giorno successivo i due fratelli facessero pace. Erano decisamente insopportabili, in particolare quando tiravano in mezzo lui e Matt. Beh, certo, a Matt non dispiaceva affatto quella situazione visto che gli dava la possibilità di provarci finalmente con Jared. Però a lui seccava.
Nonostante i pensieri di Tomo fossero più che esatti, Matt decise di non fare assolutamente nulla. Si limitò a sdraiarsi accanto a Jared e, dopo essersi girato verso di lui gli chiese semplicemente:
- Come ti senti? – per poi sentirsi stupido un attimo dopo, come doveva sentirsi con quella specie di cane rabbioso che non aveva fatto altro che attaccarlo per tutto il viaggio?
- Stanco. Ho bisogno di una pausa, altrimenti finirò per impazzire - Non era abitudine di Jared lamentarsi, ma aveva bisogno di sfogarsi. - Hai visto cos'è successo prima, no? Voglio dire, non litighiamo così di solito... -
- Già, mi chiedo cosa gli sia preso, ma non pensarci ora, cerca di riposare… - gli disse Matt accarezzandogli una guancia.
Shannon aprì gli occhi, iniziando a tamburellare con le dita sul finestrino.
- Cosa che vorremmo fare anche noi se tu te ne stessi un po’ zitto. – mormorò.
Matt decise di ignorarlo, non aveva voglia di litigare di nuovo con lui, sperava solo che il giorno dopo si sarebbe svegliato di umore migliore, oppure sarebbero stati problemi per tutti.
*****
Quando Jared si svegliò, gli altri erano già usciti per fare colazione in un bar o per fumare una sigaretta. Normalmente uscivano insieme, ma, vista l'atmosfera della sera precedente, Matt e Tomo avevano probabilmente preferito fuggire, prima di essere coinvolti di nuovo in un litigio tra i due fratelli. In quanto a Shannon... poteva essere ovunque. Fuori ad aspettarlo per chiarire oppure con gli altri due, per dimostrargli che non aveva bisogno di lui.
Si stiracchiò e si alzò per vestirsi.
Shannon era seduto sull’ultimo gradino dell’autobus, intento a godersi una sigaretta. Aveva rifiutato l’invito di Tomo di andare con lui e Matt a fare colazione al bar, l’idea di stare chiuso in un locale pubblico con l’uomo che aveva dormito con suo fratello, non sapeva perché, lo mandava in bestia.
Era ancora nervoso, come succedeva sempre quando dormiva male. Quando buttò il mozzicone a terra sentì dei movimenti sull’autobus e capì che Jared si era finalmente svegliato.
Salì le scalette e si appoggiò al sedile del guidatore.
- Noto con piacere che sua maestà si è svegliato. – non era sua intenzione usare un tono così sarcastico, o forse sì?
- Ehi, qual è il problema? Tanto non abbiamo un cazzo da fare fino a questa sera - Jared ignorò volutamente il 'Sua Maestà'. Finì di vestirsi, quindi si girò verso il fratello.
Shannon andò a sedersi su uno dei sedili e prese una delle sue bacchette che, in mezzo a quel caos, era stata dimenticata lì.
Iniziò a tamburellare contro il poggia testa, ignorando per un attimo Jared. Cercò di calmarsi, ma, quando parlò, il suo tono non era minimamente cambiato.
- Dormito bene con Matt? –
- Shannon, mi spieghi qual è il problema? Sei geloso di Matt per caso? - chiese Jared, appoggiandosi all'unica parete libera dell'autobus.
Shannon guardò il fratello inarcando un sopracciglio.
- Io geloso di Matt? No, non direi, non ne ho motivo. Solo che non so per quale motivo, mi diverto tantissimo a farti incazzare. –
La cosa più divertente di tutta l’intera faccenda era che, se ci pensava bene, Shannon si rendeva conto che un fondo di verità c’era nella sue parole. La sera prima era più una rabbia isterica, quella mattina solo uno stupido modo di stuzzicare Jared.
Almeno… in parte.
- Ti conviene smettere prima che ti metta le mani addosso - suggerì Jared. Se Shannon voleva prenderle, doveva solo continuare a rispondergli in quel modo.
- Al momento ho veramente tanta paura di te, non immagini quanto Jared... non farmi male fratellino avanti... -
Shannon era consapevole che, il sorriso che aveva sulle labbra, era una vera e propria presa in giro.
Se c'era un cosa che Jared non riusciva ad ignorare erano le provocazioni. In quel momento, poi, era decisamente nervoso. Quindi, scattò immediatamente contro Shannon e lo spinse indietro, costringendolo a sdraiarsi sull'altro sedile.
Era sempre stato così: litigavano e finivano picchiandosi. Quando erano più piccoli era sempre Jared ad avere la peggio sul fratello maggiore, ma con il tempo il confronto era diventato sempre più equilibrato.
- Non voglio farti paura, voglio solo darti un pugno e farti capire che sei un idiota –
Quella mattina però, Shannon aveva voglia di tutto, tranne che di prendersi un cazzotto in faccia dal fratello. Gli prese i polsi stringendoli, poi con un gesto deciso lo spinse indietro.
Subito si alzò schiacciando Jared contro il lato del sedile, proprio dove era andato a sbattere.
- Se c'è un idiota mio caro, quello sei solo tu. - mormorò.
Poi, senza fermarsi a pensare a quello che stava facendo, gli diede un pugno allo stomaco. Se ne pentì quasi subito, ma ormai il danno era fatto.
Si allontanò di qualche passo da lui, guardandolo e continuando a darsi mentalmente dello stupido.
- Fanculo. - mormorò a denti stretti.
- Bastardo - mormorò Jared, non appena riuscì a riprendere fiato. Rimase per qualche istante piagato in avanti per il dolore, quindi si rialzò e tornò a fronteggiare Shannon, che però, in quel momento, era veramente stanco di tutta quella storia.
Era capitato altre volte che litigassero, ma in quei due giorni stavano decisamente esagerando, ed il sapere che era colpa sua, non lo aiutava a ragionare in maniera lucida e razionale.
- Senti Jared diamoci un taglio ok? Facciamola finita qui o rischiamo di fare un casino. Basta. -
- Chiedimi scusa e ammetti di essere stato un idiota prima - rispose l'altro. Come ogni fratello minore che si rispetti, non cedeva mai.
Inoltre, sapeva fin troppo bene che quando lui e Shannon avevano una questione in sospeso era meglio risolverla subito. Non riuscivano a comportarsi in modo normale fino a quando non si erano chiariti.
Shannon lo guardò abbozzando un sorriso. Alzò le mani in segno di resa, in fin dei conti, era giusto così. Era stato lui ad iniziare tutto.
- Va bene, hai vinto tu. Scusami Jared. –
A quelle parole, Jared si rilassò e andò a sedersi sul letto. C'era sempre qualcosa che non andava, ma almeno ora c'era una sorta di tregua.
"Ancora pochi concerti, poi due settimane di pausa. Ne ho proprio bisogno..."
Continua…
Shannon rispose ad una domanda della ragazza, dando un colpetto amichevole al ginocchio di Tomo, quel ragazzo aveva seri problemi con le telecamere, questo era indubbio.
Davanti a lui Jared era seduto vicino a Matt, e, come sempre, suo fratello stava dando il massimo.
“Un po’ troppo oggi a dire il vero…” pensò Shannon osservando il braccio di Jared posarsi sulle spalle di Matt.
“Imbecille!” pensò, e un’espressione contrariata gli si dipinse sul volto.
Un colpetto leggero alla spalla gli fece capire che Tomo se ne era accorto, sul suo volto era dipinta una muta domanda. Shannon gli sorrise, cercando di fargli capire che andava tutto bene.
“Ma va tutto bene!” pensò “Cosa me ne importa di quello che fa Jared? Non sono la sua cazzo di balia! Sono solo suo fratello!”
Ed ancora sorridere…
Jared si stava chiedendo se baciare Matt sarebbe stato esagerato. Forse sì. Non era proprio il caso si illuderlo ancora di più. Sapeva che il bassista provava qualcosa per lui. Ci avevano sempre scherzato sopra, ma Jared sapeva dove fermarsi, di solito.
Meglio evitare, decise.
Si limitò a passargli un braccio dietro la schiena e ad accarezzarlo. Gli sorrise, quindi riprese a parlare del loro nuovo album.
Sentiva lo sguardo di Shannon su di sé. Come sempre.
Non glielo aveva mai confessato, ma questo lo rassicurava. Avere Shannon accanto era una certezza. Sapeva sempre dove trovarlo. Poteva sempre cercare i suoi occhi per avere una risposta ai suoi dubbi.
"Basta pensare a Shannon!"
“Se gli do un calcio, sarebbe controproducente vero?” si chiese Shannon, scuotendo immediatamente la testa.
- E ci dica, Shannon, com’è lavorare con suo fratello? –
La voce della giornalista lo riportò alla realtà.
“Ma domande più intelligenti no, vero? Sempre la solita storia…” era inutile, quel giorno l’uomo non aveva voglia di fingere, di fare il falso davanti alle telecamere, ma, per amore del gruppo, sapeva di doverlo fare.
Si costrinse a sorridere.
- Lavorare con Jared ha i suoi lati positivi. Primo fra tutti il fatto che in questo modo posso sempre tenerlo d’occhio evitando che combini qualche guaio. – rise.
- Inoltre, altro dato positivo, ci conosciamo così bene, che ognuno ragiona con la mente dell’altro. Cosa molto utile quando si scrive, si suona, si vive insieme. –
Era sempre la stessa, la risposta che dava a questa domanda, ma in fin dei conti sapeva perfettamente che non ce n’erano altre. Quella era la verità. Lui e Jared, da sempre, si compensavano alla perfezione.
“Se solo la smettessi di fare l’idiota con Matt.”
Shannon aveva espresso in poche parole tutto il loro rapporto. O quasi: c'era qualcosa che non si poteva far capire agli altri, un lato del loro rapporto che non si poteva spiegare. Nemmeno loro riuscivano a coglierlo del tutto, era più una sensazione. Sentire l'altro come un parte di sé. Questa era la definizione migliore che si poteva dare. Ma ancora non era sufficiente a spiegarlo.
Jared riprese la parola.
- Ogni tanto litighiamo – disse – Come è normale, tra fratelli. Ci picchiamo anche. Questo è il bello… voglio dire, non litigare, ma potersi prendere la libertà di tirare un pugno all'altro –
Si spostò i capelli dagli occhi, quindi continuò. - Non potrei mai picchiare Matt, per esempio… - Stava per spiegare perché, ma si interruppe. Sapeva che ora Shannon se ne sarebbe uscito con qualche battuta sul fatto che non si picchiano le donne e voleva lasciargli quei secondi di pausa per inserirsi. In interviste precedenti avevano finito per parlare in due, o anche in tre contemporaneamente. Era meglio evitare: si faceva fatica a capire quello che stavano dicendo.
“Figurati… picchiare Matt…”
- Che poi mi chiedo sempre perché non lo picchi un po’… in fin dei conti ogni tanto se le merita anche lui. – aggiunse invece Shannon, con un sorrisino angelico.
“Ed ora sbrigatela tu, grandissimo idiota!”
Che bello sarebbe stato, poterglielo dire davvero, e prima o poi lo avrebbe fatto. Di nuovo sentì la pressione della mano di Tomo sul suo ginocchio, sapeva che l’amico si stava domandando cosa stesse combinando, ma questa volta non si girò a guardarlo. Era stufo di dare rassicurazioni a tutti.
Era grande abbastanza per decidere da solo cosa dire in un’intervista, senza dover rendere conto a nessuno di loro, tanto meno a Jared.
Matt rise. Per lui era un battuta come un'altra. Scherzavano spesso tra loro. Jared invece aveva sentito qualcosa nel tono del fratello… c'era qualcosa che non andava. Non era un semplice commento, non stava esattamente scherzando.
Decise comunque di proseguire come se fosse tutto normale. Poteva sempre chiedergli se c’era qualche problema quando l'intervista fosse finita.
- Picchiare te dà più soddisfazioni. Sai com'è, vecchie abitudini… - disse quindi, girandosi verso di lui. Lo colpì leggermente sul ginocchio, per fargli capire che scherzava.
Rivolse uno sguardo di supplica alla conduttrice del programma. Un'altra domanda. Cambiamo discorso. Per favore.
- Parlando del passato… c'è qualche aneddoto di quando eravate ragazzi che volete condividere con noi? – chiese lei.
"Cazzo, no!" pensò Jared. A parte il fatto che erano lì come band, non come Fratelli Leto, e queste domande escludevano Tomo e Matt dalla conversazione, ma non aveva forse precisato prima di iniziare che odiava le domande personali? Dannazione.
Spostò di nuovo lo sguardo su Shannon, come per consultarsi su cosa raccontare.
"Ti prego, Shan, spara qualche cazzata. Qualsiasi. Non voglio rispondere a questa domanda!"
I motivi per cui odiava parlare del passato erano tanti. Primo tra tutti il fatto che raccontare qualcosa a chiunque fosse in ascolto in quel momento, gli sembrava come togliergli ogni valore. C'erano cose che voleva tenere solo per sé. Ricordi che non voleva condividere con migliaia di persone. Voleva avere qualcosa che fosse solo suo e di Shannon. Di famiglia.
E questo almeno Shannon lo capì.
- Mi creda, la nostra infanzia è talmente banale… giocavamo tutto il giorno con i soldatini, sai che noia. – disse scoppiando a ridere, seguito a ruota da Tomo al suo fianco.
E per la prima volta da che era iniziata l’intervista anche il quarto membro della band parlò.
- Dovevate essere uno spettacolo, i piccoli Leto e i loro soldatini. –
La battuta di Tomo scatenò una risata generale nello studio, Shannon era arrivato esattamente dove voleva arrivare. Alla prossima domanda personale a lui o a Jared avrebbe fatto una strage.
E questo la donna parve capirlo.
- Bene Jared, che ci dici del nuovo album? –
“Eh Jared… che ci dici?” pensò Shannon scuotendo la testa.
- Abbiamo scritto i testi e le musiche per le canzoni di 'A Beautiful Lie' in cinque stati diversi, attraversando quattro continenti – iniziò Jared. Fortunatamente erano tornati alle domande standard. Noioso, sì, ma almeno sapeva perfettamente cosa rispondere.
- È stato un viaggio davvero fantastico. Amo questi ragazzi – continuò, sorridendo, mentre si girava per indicarli con un gesto della mano. – Shannon e io suoniamo insieme da una vita, e non credevo avrei mai trovato qualcuno con cui formare una band così. Perché Thirty Seconds to Mars, non è solo un gruppo di persone che suonano insieme. C'è qualcosa di più. Amicizia, innanzitutto. E comprensione reciproca –
Shannon appoggiò una mano dietro di sé mettendosi comodo. Quando Jared iniziava a parlare del gruppo, era una faccenda lunga, molto lunga.
Con le dita iniziò a giocare con gli strappi nei jeans, e solo in quel momento si rese conto di quanto era stanco.
Passò un tempo che parve interminabile, ma quando la voce della giornalista annunciò la fine dell’intervista, Shannon parve riprendere vita.
“Sia ringraziato il cielo.” Pensò.
**
Jared raggiunse il fratello appena fuori dagli studi di registrazione.
C'era qualcosa che non andava e aveva intenzione di scoprire cosa. Shannon si stava comportando in modo strano. Non avrebbe saputo dire cosa esattamente non era come al solito. Era più una sensazione.
E poi… c'era quella frase sul picchiare Matt.
Perché diavolo Shannon voleva che lui picchiasse Matt? Cosa gli aveva fatto?
- Shan? – lo chiamò. Era il momento di chiarire le cose.
Quando sentì la voce di Jared, Shannon alzò gli occhi al cielo.
L’ultima cosa che voleva in quel momento era parlare con lui.
Fece finta di non sentirlo e si allontanò di qualche passo accendendosi una sigaretta, poi, quando i passi si fecero più vicini si girò incontrando gli occhi di Jared.
- Che c’è? – gli chiese bruscamente.
- Ok, ora ho la conferma che qualcosa non va. Cosa cazzo ti succede, Animal? –
Jared si mise davanti a lui, per poterlo guardare negli occhi. Odiava parlare con qualcuno che non poteva vedere in faccia.
- Jared lasciami respirare. – rispose il fratello allontanandosi di qualche passo da lui.
Possibile che Jared non capisse che non aveva voglia di parlare? Soprattutto con lui? Doveva continuare a sopportare il suo terzo grado?
Era veramente stanco, troppa tensione, troppo caos, aveva bisogno di starsene da solo in un angolo a riflettere, e quello lo seguiva come un’ombra.
- Non sono la tua cazzo di balia! – sbottò di colpo tornando a girargli le spalle.
- Se fossi la mia balia ti eviterei. Invece sei mio fratello, quindi vorrei sapere cosa ti passa per la testa. Ti sei comportato in modo strano durante l'intervista, e mi piacerebbe proprio sapere perché. – rispose Jared, cercando ancora di mantenersi calmo, nonostante il comportamento di Shannon lo stesse facendo andare decisamente fuori di testa.
Se aveva un problema, perché non gliene parlava? Avevano sempre fatto così. E se non c'era nessun problema, perché cazzo era arrabbiato con il mondo?
- Sì Jared, va bene Jared, è proprio come dici tu Jared… avrei dovuto dire questo durante l’intervista? Se lo avessi fatto saresti più contento e sereno Jared? Sono stufo di darti sempre ragione! – sbottò Shannon.
- Vaffanculo. Non è questo che voglio e lo sai dannatamente bene – gli ripose il fratello.
Un'altra risposta del genere da parte di Shannon e sarebbero arrivati alle mani. Lo stava decisamente facendo incazzare.
Shannon si girò a fronteggiare di nuovo il fratello.
- E allora smettila di rompermi le palle Jared! Lasciami per i cazzi miei! Sono stufo marcio, cosa cazzo devo fare per fartelo capire? –
- Prova a dire 'Sono stanco' la prossima volta. Ci riesci? - Non avrebbe dovuto rispondergli così. Quel tour era un inferno, si spostavano continuamente e appena avevano qualche giorno libero correvano in uno studio televisivo per rilasciare interviste e pubblicizzare l'album. Era comprensibile che fossero stanchi.
- Stanco? No, non sono stanco. Sono dannatamente stufo del tuo atteggiamento da prima donna. – gli urlò contro Shannon.
Sapeva perfettamente che si stava comportando in modo irrazionale, ma le parole gli uscirono di getto, quasi volesse volontariamente ferire il fratello.
Alla fine era proprio quello che stava facendo e, la cosa più brutta, era che ne era pienamente consapevole e mai, prima di allora, si era comportato così con lui.
- Credevo che il mio atteggiamento da primadonna fosse molto da rock star. Eri stato tu a dirmelo, no? Perchè ora improvvisamente non ti va più bene? - Jared, per la prima volta in vita sua, si rese conto di non riuscire a capire Shannon. C'era qualcosa tra loro che impediva quella comunicazione immediata che c'era sempre stata.
- Ed invece ora mi hai rotto, Jared. Basta. Fanculo. – gli urlò in faccia.
Poi gli girò le spalle e, senza aggiungere una sola parola se ne andò. Mentre saliva sul pullman, sentiva la rabbia sfumare e, dopo essersi preso una birra si disse che, se non la sera stessa il giorno dopo, avrebbe dovuto chiedere scusa a Jared.
In fin dei conti non poteva far pagare il suo cattivo umore a suo fratello.
Jared fece un respiro profondo per calmarsi. Quindi decise che la cosa migliore era cercare Matt e Tomo e non pensarci. Avrebbe risolto con Shannon in un altro momento, ora non era proprio dell'umore giusto.
*****
- Cazzo che palle, inizio ad essere stufo di questi viaggi in pullman. – borbottò Matt, all’indirizzo di tutti e nessuno. Era una serata fiacca, Shannon era di umore nero, Jared cercava di avviare una conversazione ma nessuno gli dava retta e Tomo, come sempre, si faceva i fatti suoi.
- Ragazzi un po’ di vita avanti. – continuò, cercando di attirare l’attenzione di qualcuno. Il suo scopo era quello di attirare quella di Jared, ma non pareva avere successo.
- Matt, perché non ti metti anche tu a farti i cazzi tuoi anziché rompere agli altri? – ribatté Shannon, assai stufo del continuo ciarlare dell’amico.
- Shannon, perché non ti dai una calmata? –
- Perché tu continui a rompere le palle! –
- Se c’è qualcuno che rompe quello sei tu stasera! – urlò ancora Matt.
Shannon però, decise di ignorarlo, sapeva che quella era una delle cose che davano più fastidio all’uomo.
Matt gli lanciò un ultimo sguardo, furioso.
- Fanculo Shan. –
Jared, in quel momento, smise di parlare con Tomo e lo lasciò finalmente guidare tranquillo. Si rivolse agli altri due amici.
- La volete finire tutti e due? - sbottò. - Che siamo stanchi e nervosi si è capito, ma non c'è bisogno di litigare. Shannon, vieni al mio posto, così puoi stare in silenzio insieme a Tomo e io parlo con Matt. Tanto difficile? -
L'occhiata che Shannon lanciò a Jared era di quelle cattive. Che vada a sedersi vicino al suo amichetto se gli piace così tanto, pensò e, senza nemmeno rispondergli si alzò, aspettando che il fratello lasciasse libero il posto.
- Vai pure a parlare con il tuo amichetto. - disse ironicamente.
Jared si spostò vicino a Matt.
- Si può sapere cosa cazzo ti prende, Shannon? - chiese, esasperato.
Shannon, che nel frattempo si era seduto accanto a Tomo, non si prese nemmeno la briga di girarsi a guardarlo né, tanto meno, si degnò di rispondergli.
- Grazie al cielo ci sei tu Tomo, - disse mettendo una braccio sulle spalle dell’altro, ignorando volutamente il fatto che stesse guidando – che capisci quando uno vuole starsene in pace senza nessuno a rompergli le palle. –
- Questo significa che non posso chiederti perchè avete litigato, vero? - Tomo sorrise appena, senza distogliere lo sguardo dalla strada.
- Non abbiamo litigato, - rispose Shannon assorto, - oggi mi sta sulle palle. Lo so è una cazzata non me lo dire tesoro, solo, ah fanculo! Non lo so nemmeno io che mi prende. -
Jared e Matt, intanto, parlavano del prossimo concerto e dell'idea di truccarsi tutti allo stesso modo, magari con qualche dettaglio strano.
- Stelle sugli occhi? O, che ne dici di qualcosa di più appariscente stile i Kiss? – Matt lo chiese a Jared sorridendogli allegro.
- Sì, così sembreremo un branco di pagliacci! – gli rispose però Shannon.
- Qualcuno ha chiesto il tuo parere? - ribatté Jared - Non volevi stare zitto a farti i cazzi tuoi? Hai già cambiato idea per caso? -
Tomo, approfittando della sosta a un semaforo, lanciò uno sguardo a Matt, come per chiedergli cosa stava succedendo tra i due fratelli.
Per tutta risposta Matt alzò le spalle e, quando sentì la risposta di Shannon scosse il capo sconsolato. Era la prima volta che li vedeva comportarsi in quel modo. Certo era capitato altre volte di assistere a dei piccoli litigi tra di loro, ma quella sera Shannon stava passando il limite.
- Oh, il piccolino si arrabbia, - mormorò Shannon – ma vai a farti fottere Jared! –
- Magari. Almeno mi divertirei con qualcuno invece di doverti sopportare! –
Shannon continuava a guardare fisso di fronte a sé.
- Guarda, non ti occorre andare lontano, c’è Matt lì vicino che non aspetta altro. –
Matt strinse le mani a pugni.
- Shannon, hai proprio così voglia di prendere un calcio in culo stasera? –
- Oh che paura che mi fai. –
- Quanto sei stronzo. – continuò Matt sibilando, poi si girò verso Jared.
- Lascialo perdere. –
Jared, pur sapendo che Shannon aveva ragione sul fatto che Matt non avrebbe certo detto di no a una scopata con lui, decise di cambiare discorso. Almeno per il momento. Poteva sempre chiedergli poi di raggiungerlo a letto.
- Meglio. Sembra che non riusciamo a fare altro che litigare oggi... –
Per il resto del viaggio, prima che Tomo si decidesse a fermare il pullman per mettersi a dormire, Shannon era stato sulle sue.
Quando Jared non aveva risposto alle sue ultime provocazioni, aveva avuto la certezza di aver colto nel segno.
Appena furono fermi si alzò stiracchiandosi e sorridendo a Tomo. Erano soliti dormire a due a due, nelle cuccette preparate apposta sulla loro “casa ambulante” come amavano definirla. Jared e Shannon dormivano insieme e, nell’altra cuccetta Tomo e Matt.
Quella sera però, di tutto aveva voglia il più vecchio dei Leto tranne che di dormire con il fratello. Appoggiò una mano sulla spalla di Tomo.
- Dormi con me stanotte per favore? –
- Certo, nessun problema per me... devi solo chiedere a Matt se riesce a stare senza di me per una notte. È un ragazzo forte, probabilmente riuscirà a sopportare la perdita - scherzò Tomo, cercando di spezzare la tensione.
- Lo consolerò io - si intromise Jared, fingendosi indifferente all'idea che suo fratello non volesse dormire con lui. In realtà, la cosa lo feriva, anche se non avrebbe saputo dire perchè: in fondo, avevano litigato, era ovvio che Shannon non volesse dormire con lui.
Lo sguardo che Shannon lanciò a Jared era molto eloquente, tanto quanto era falso il sorriso che gli regalò.
- Di sicuro a Matt non dispiacerà. –
- Esatto Shannon, non mi dispiacerà. – rispose quest’ultimo mettendo un braccio sulle spalle di Jared.
- Direi che è perfetto allora. Se a Tomo non dispiace dormire con te... ma si sa che Tomo è il più paziente qui dentro - rispose Jared, chiedendosi nel frattempo perchè improvvisamente se la stava prendendo con Shannon. Avevano litigato, e allora? Che bisogno c'era di compotarsi in quel modo? Non potevano semplicemente ignorarsi?
Shannon scosse la testa mentre si avviava verso il suo posto, chiedendosi perché accidenti tutta quella storia gli dava così fastidio. In fin dei conti se lo era meritato, era stato lui ad attaccare stupidamente Jared e sempre lui aveva tirato in mezzo Tomo e Matt.
Si sdraiò, mettendo un braccio dietro la testa, gli occhi aperti a fissare il tettuccio dell’autobus. Il giorno dopo doveva chiedere scusa a Jared? Ma perché poi? In fin dei conti non poteva dire “No, non voglio dormire con Matt?”… Shannon scosse il capo chiudendo gli occhi, pensando che, con chi dormiva suo fratello, non dovevano essere fatti suoi.
Tomo si stese al suo fianco, gli rivolse un'occhiata veloce e decise che era meglio evitare di augurargli la buonanotte se non voleva rischiare di essere sbranato.
Chiuse gli occhi e si augurò che il giorno successivo i due fratelli facessero pace. Erano decisamente insopportabili, in particolare quando tiravano in mezzo lui e Matt. Beh, certo, a Matt non dispiaceva affatto quella situazione visto che gli dava la possibilità di provarci finalmente con Jared. Però a lui seccava.
Nonostante i pensieri di Tomo fossero più che esatti, Matt decise di non fare assolutamente nulla. Si limitò a sdraiarsi accanto a Jared e, dopo essersi girato verso di lui gli chiese semplicemente:
- Come ti senti? – per poi sentirsi stupido un attimo dopo, come doveva sentirsi con quella specie di cane rabbioso che non aveva fatto altro che attaccarlo per tutto il viaggio?
- Stanco. Ho bisogno di una pausa, altrimenti finirò per impazzire - Non era abitudine di Jared lamentarsi, ma aveva bisogno di sfogarsi. - Hai visto cos'è successo prima, no? Voglio dire, non litighiamo così di solito... -
- Già, mi chiedo cosa gli sia preso, ma non pensarci ora, cerca di riposare… - gli disse Matt accarezzandogli una guancia.
Shannon aprì gli occhi, iniziando a tamburellare con le dita sul finestrino.
- Cosa che vorremmo fare anche noi se tu te ne stessi un po’ zitto. – mormorò.
Matt decise di ignorarlo, non aveva voglia di litigare di nuovo con lui, sperava solo che il giorno dopo si sarebbe svegliato di umore migliore, oppure sarebbero stati problemi per tutti.
*****
Quando Jared si svegliò, gli altri erano già usciti per fare colazione in un bar o per fumare una sigaretta. Normalmente uscivano insieme, ma, vista l'atmosfera della sera precedente, Matt e Tomo avevano probabilmente preferito fuggire, prima di essere coinvolti di nuovo in un litigio tra i due fratelli. In quanto a Shannon... poteva essere ovunque. Fuori ad aspettarlo per chiarire oppure con gli altri due, per dimostrargli che non aveva bisogno di lui.
Si stiracchiò e si alzò per vestirsi.
Shannon era seduto sull’ultimo gradino dell’autobus, intento a godersi una sigaretta. Aveva rifiutato l’invito di Tomo di andare con lui e Matt a fare colazione al bar, l’idea di stare chiuso in un locale pubblico con l’uomo che aveva dormito con suo fratello, non sapeva perché, lo mandava in bestia.
Era ancora nervoso, come succedeva sempre quando dormiva male. Quando buttò il mozzicone a terra sentì dei movimenti sull’autobus e capì che Jared si era finalmente svegliato.
Salì le scalette e si appoggiò al sedile del guidatore.
- Noto con piacere che sua maestà si è svegliato. – non era sua intenzione usare un tono così sarcastico, o forse sì?
- Ehi, qual è il problema? Tanto non abbiamo un cazzo da fare fino a questa sera - Jared ignorò volutamente il 'Sua Maestà'. Finì di vestirsi, quindi si girò verso il fratello.
Shannon andò a sedersi su uno dei sedili e prese una delle sue bacchette che, in mezzo a quel caos, era stata dimenticata lì.
Iniziò a tamburellare contro il poggia testa, ignorando per un attimo Jared. Cercò di calmarsi, ma, quando parlò, il suo tono non era minimamente cambiato.
- Dormito bene con Matt? –
- Shannon, mi spieghi qual è il problema? Sei geloso di Matt per caso? - chiese Jared, appoggiandosi all'unica parete libera dell'autobus.
Shannon guardò il fratello inarcando un sopracciglio.
- Io geloso di Matt? No, non direi, non ne ho motivo. Solo che non so per quale motivo, mi diverto tantissimo a farti incazzare. –
La cosa più divertente di tutta l’intera faccenda era che, se ci pensava bene, Shannon si rendeva conto che un fondo di verità c’era nella sue parole. La sera prima era più una rabbia isterica, quella mattina solo uno stupido modo di stuzzicare Jared.
Almeno… in parte.
- Ti conviene smettere prima che ti metta le mani addosso - suggerì Jared. Se Shannon voleva prenderle, doveva solo continuare a rispondergli in quel modo.
- Al momento ho veramente tanta paura di te, non immagini quanto Jared... non farmi male fratellino avanti... -
Shannon era consapevole che, il sorriso che aveva sulle labbra, era una vera e propria presa in giro.
Se c'era un cosa che Jared non riusciva ad ignorare erano le provocazioni. In quel momento, poi, era decisamente nervoso. Quindi, scattò immediatamente contro Shannon e lo spinse indietro, costringendolo a sdraiarsi sull'altro sedile.
Era sempre stato così: litigavano e finivano picchiandosi. Quando erano più piccoli era sempre Jared ad avere la peggio sul fratello maggiore, ma con il tempo il confronto era diventato sempre più equilibrato.
- Non voglio farti paura, voglio solo darti un pugno e farti capire che sei un idiota –
Quella mattina però, Shannon aveva voglia di tutto, tranne che di prendersi un cazzotto in faccia dal fratello. Gli prese i polsi stringendoli, poi con un gesto deciso lo spinse indietro.
Subito si alzò schiacciando Jared contro il lato del sedile, proprio dove era andato a sbattere.
- Se c'è un idiota mio caro, quello sei solo tu. - mormorò.
Poi, senza fermarsi a pensare a quello che stava facendo, gli diede un pugno allo stomaco. Se ne pentì quasi subito, ma ormai il danno era fatto.
Si allontanò di qualche passo da lui, guardandolo e continuando a darsi mentalmente dello stupido.
- Fanculo. - mormorò a denti stretti.
- Bastardo - mormorò Jared, non appena riuscì a riprendere fiato. Rimase per qualche istante piagato in avanti per il dolore, quindi si rialzò e tornò a fronteggiare Shannon, che però, in quel momento, era veramente stanco di tutta quella storia.
Era capitato altre volte che litigassero, ma in quei due giorni stavano decisamente esagerando, ed il sapere che era colpa sua, non lo aiutava a ragionare in maniera lucida e razionale.
- Senti Jared diamoci un taglio ok? Facciamola finita qui o rischiamo di fare un casino. Basta. -
- Chiedimi scusa e ammetti di essere stato un idiota prima - rispose l'altro. Come ogni fratello minore che si rispetti, non cedeva mai.
Inoltre, sapeva fin troppo bene che quando lui e Shannon avevano una questione in sospeso era meglio risolverla subito. Non riuscivano a comportarsi in modo normale fino a quando non si erano chiariti.
Shannon lo guardò abbozzando un sorriso. Alzò le mani in segno di resa, in fin dei conti, era giusto così. Era stato lui ad iniziare tutto.
- Va bene, hai vinto tu. Scusami Jared. –
A quelle parole, Jared si rilassò e andò a sedersi sul letto. C'era sempre qualcosa che non andava, ma almeno ora c'era una sorta di tregua.
"Ancora pochi concerti, poi due settimane di pausa. Ne ho proprio bisogno..."
Continua…