Post by babyara on Oct 1, 2006 22:06:56 GMT 1
Ewan suonò insistentemente il citofono, ancora stupito per la telefonata di Hayden.
Era abbastanza curioso di vedere il nuovo gatto del ragazzo, però si chiedeva per quale assurdo motivo Hayden lo avesse chiamato di sera, quando avevano passato insieme tutto il giorno. Non sarebbe stato meglio forse fermarsi da lui alla fine delle riprese?
Quando sentì la serratura del cancello scattare, entrò e percorse il vialetto fino a trovarsi di fronte alla porta d'ingresso. Bussò, aspettando una risposta dall’interno che sperò arrivasse presto. Non era riuscito a parcheggiare la macchina vicino alla villetta, così era bagnato da capo a piedi; si sentiva abbastanza stupido, ma odiava portare ombrelli, li aveva sempre evitati… ed ora i jeans gli si erano appiccicati alla pelle, così come la camicia leggera, che indossava.
I capelli, il viso… avrebbe allagato casa ad Hayden.
Non che al summenzionato sarebbe poi importato molto. Anzi, probabilmente non se ne sarebbe nemmeno accorto, da quanto era nervoso.
- Arrivo! – gridò, mentre metteva giù la pentola che aveva in mano e usciva di corsa dalla cucina, strofinandosi al contempo le mani sporche di farina sui jeans. Ne aveva un po’ dappertutto, perfino la guancia sinistra era ornata da uno sbaffo bianco, e, naturalmente, non ci aveva fatto caso.
- Eccomi… -
Hayden prese un grosso respiro, contò fino a tre e aprì la porta. – Ciao… ah, ma piove? -
Ewan osservò il ragazzo con un’espressione stupita in volto. Avvicinò la mano al suo viso e con un gesto delicato lo pulì dalla farina, poi si decise a sorridergli.
- Sì, fuori piove, ma qui che succede, Hayden? Nevica? -
- Cosa? Non…. – Hayden s’interrupe per un attimo, spaesato, poi si strinse nelle spalle – Ah, no. No, è farina, sto...hm, facendo esperimenti in cucina. Però ti posso raccontare anche dopo… entra, – disse, facendo un gesto con la mano verso l’interno della casa.
- In questo stato bagnerò ovunque… - rispose Ewan, indicandosi i vestiti.
- E allora? I pavimenti si asciugano. Dai, entra, prima di prenderti un malanno -
L’uomo sorrise ed entrò nella villetta. Si guardò un attimo intorno, rendendosi conto che l’unica cosa che era cambiata rispetto all’ultima volta che ci aveva messo piede, era la mancanza degli scatoloni.
La sua attenzione venne poi catturata dal divano, quello stesso su cui, tempo addietro, aveva baciato Hayden per la prima volta… Ewan chiuse gli occhi, sapeva bene che rivangare il passato non serviva a nulla.
Sentì un brivido attraversargli la schiena, stava morendo di freddo, ma uno strano odore gli arrivò sotto il naso.
- Hayden, c’è qualcosa che brucia… -
Il più giovane si girò di scatto, poi nascose il viso contro il palmo della mano. – Sai che novità. Sarebbe la terza volta, stasera. – Hayden trattenne un sospiro. – Aspetta, vado a vedere se, per caso, riesco a salvare qualcosa. E anche a procurarti un asciugamano. –
Dopodiché si avviò verso la cucina, irritato con se stesso. Che idea grandiosa che aveva avuto, proprio lui che era capace di far bruciare anche l’acqua nel tentativo di farla bollire.
“Non era meglio invitarlo fuori a cena? No. Io e le mie idee grandiose.”
Ewan lo seguì in cucina e restò fermo sull’uscio, poi scosse la testa, sorridendo e guardandosi intorno. - E pensare che io ero venuto per vedere un gatto… - Fece qualche passo, avvicinandosi ad Hayden per arruffargli i capelli.
- Probabilmente l’ho appena trovato… ora fai una cosa, vai a prendermi davvero qualcosa di asciutto o mi prenderò un malanno sul serio, e poi George chi lo sente? Poi, magari, mi spieghi anche che stavi facendo, e io ti do una mano a finirlo… ci stai? –
- Io… oh, va bene. Dammi due minuti. Il bagno sai dov’è, l’ultima porta in fondo al corridoio. – Hayden gli sorrise di rimando, poi filò su per le scale, diretto in camera sua.
L’altro si avviò verso il bagno, aprì la porta ed entrò, senza chiuderla. Si tolse la camicia e la maglietta che aveva sotto, appoggiandole sulla vasca, poi si sfilò i pantaloni e prese un asciugamano, iniziando ad asciugarsi.
- Ewan? –
- Sono in bagno. –
- Ok, ci sono.-
Una sensazione di deja-vu avvolse Hayden quando si affacciò alla porta del bagno, facendolo ritornare a quella famosa sera di qualche mese prima, quando aveva visto per la prima volta Ewan senza niente addosso. Questa volta Hayden si comportò meglio però, perché fece finta di niente e appoggiò dei vestiti sulla lavatrice.
- Ti ho trovato una maglia e un paio di jeans. Spero non ti spiaccia camminare scalzo, però -
L’uomo girò la testa per guardare il ragazzo e gli sorrise. - Tranquillo, nessun problema. Ora vai in cucina ed aspettami, arrivo subito, – disse, mentre iniziava a vestirsi.
Hayden annuì e fece dietrofront, lasciando il suo ospite da solo. Non aveva reagito in modo inconsulto, ma ciò non voleva dire che Ewan non gli facesse più nessun effetto. Anzi. Gliene faceva fin troppo, era questo il problema.
“Smettila e va a vedere a che punto è la roba che hai lasciato nel forno.”
Spesso e volentieri, la sua parte razionale era molto più saggia di lui.
Ewan uscì dal bagno dopo qualche minuto, indossando gli occhiali. Entrò un cucina, avvicinandosi ad Hayden e al forno. – Allora, si può salvare qualcosa? Il gatto nuovo, magari? –
- Eh… - Hayden sollevò la testa, un’aria leggermente colpevole dipinta sul volto. – Veramente… se devo essere sincero, non c’è nessun gatto. Non nuovo, almeno. -
L’uomo si appoggiò al lavabo e guardò Hayden, socchiudendo gli occhi. Attraverso le lenti, sembravano ancora più chiari e più belli.
- Sul fatto che non ci fosse nessun altro gatto non avevo dubbi, mi chiedo solo perché mi hai fatto venire fin qui sotto il diluvio… ma, mentre mi spieghi, passami una pentola. Ti va un po’ di pasta? –
- Sì, certo che mi va. –
Hayden fece come gli era stato chiesto, recuperandone una che, miracolosamente, era ancora pulita. Non disse una parola fino a quando non l’ebbe riempita di acqua e messa sul gas, tormentandosi il labbro inferiore con i denti. Solo dopo si decise ad ammettere il vero motivo del suo invito.
– Oggi è il tuo compleanno. Non volevo lo passassi da solo. Mi spiaceva. -
Ewan si era spostato di fronte ad un mobiletto su cui dei barattoli contenenti sale, zucchero e spezie facevano bella mostra di sé, ma alle parole del ragazzo sentì qualcosa spezzarsi dentro.
Appoggiò le mani sul bancone e strinse i pugni… Liam era partito senza quasi avvertirlo. e non si era nemmeno degnato di telefonargli per gli auguri… mentre lui, lui aveva fatto tutto questo! Un vero e proprio disastro, era innegabile, ma aveva avuto un pensiero così dolce, che Ewan si sentì improvvisamente sollevato e felice.
Rialzò la testa, mentre una sola lacrima gli rigava il volto e si avvicinò ad Hayden, mettendosi di fronte a lui. Lo guardò e gli mise una mano sulla spalla.
- Grazie, davvero… è da tanto che qualcuno non fa una cosa del genere per me… mi fa sentire… bene, tutto questo intendo… – disse, indicando la cucina.
- Allora perché piangi? – Hayden allungò una mano e gli asciugò quella lacrima solitaria con il pollice. – Io dovrei piangere, se penso al fatto che poi mi toccherà pulire tutto. A te farà sta bene, ma a me fa venire i capelli bianchi. Comunque, non devi ringraziarmi. Alla fin fine non ho fatto niente, a parte un po’ di casino. Normale amministrazione, – concluse, appoggiando la mano su quella di Ewan e stringendogliela brevemente. Poi si girò, dandogli la schiena.
Ewan si avvicinò un po’ ad Hayden e gli mise entrambe le mani sulle spalle.
- Smettila di dire che non devo ringraziarti… comunque, ora prepariamo la cena, poi dopo ti aiuto a sistemare. Mi dispiace, ma non ce lo vedo proprio Anakin con i capelli bianchi. –
- Onestamente, nemmeno io. -
Ewan sorrise, poi, arruffandogli ancora i capelli, disse, - ed ora prendi la pasta che l’acqua bolle, io preparo il sugo… pomodoro ti va bene? –
- Benissimo. Questo è un campo in cui lascio volentieri decidere agli altri, a me basta aver qualcosa nel piatto. Qualsiasi cosa, basta che non sia cucinato da me. -
Hayden ridacchiò sommessamente mentre si sedeva a gambe incrociate sul pavimento, e iniziava a passare in rassegna quanto era rimasto in casa di commestibile. “Non molto, ma non importa.”
- Fatto, capitano, – annunciò con un sorrisetto, dopo aver svuotato mezza scatola di pasta nell’acqua bollente.
- Perfetto. – Ewan rispose al sorriso di Hayden, poi incominciò a dedicarsi al suo sugo. - Prepari il tavolo? – chiese dopo un pò.
- Hm, io preferisco mangiare sul divano. Non è chic, ma è più comodo. Comunque, facciamo come vuoi tu, è il tuo compleanno, non il mio. –
- Sul divano va benissimo, anzi, molto meglio. direi… solo che sai, non ci sono abituato, a me piace molto, ma a Liam no, e allora… - Ewan si concentrò a mescolare. - Il divano è perfetto, Hayden. –
Si erano rabbuiati entrambi. Possibile che lo spettro di Liam fosse sempre tra loro, pronto a rovinare qualsiasi cosa? Per un istante, Hayden fu tentato di informare Ewan di quello che pensava del suo compagno, senza mezze misure, chiedendogli anche perché ci stesse ancora insieme, ma, in qualche modo, riuscì a restare in silenzio.
Quelli non erano affari suoi. Ewan non avrebbe sicuramente gradito un’invasione così sfrontata della sua privacy. – Va bene. Intanto prendo da bere, preferenze? -
- Quello che vuoi, basta che non sia alcolico, lo sai… - Detto questo si diede dello stupido. Hayden sapeva benissimo, molto meglio di Liam… guardò il ragazzo e si strinse nelle spalle. - Lo so… lo sai… ed ora voglio godermi questa serata… voglio lasciare tutto il mondo fuori da quella porta, ed ho bisogno di te per farlo… mi aiuterai? –
- Certo. A questo servono gli amici, no? - Non c’era la minima traccia di esitazione nella voce di Hayden. – Acqua, allora. Non bevo nemmeno io. O meglio, lo faccio di rado e non a casa. –
Ewan annuì mentre finiva i preparativi, poi quando tutto fu pronto si voltò verso il canadese.
- Hayden, mi passi i piatti? –
- Sono dietro di te. Aspetta. – Hayden diede un calcio allo sportello del frigo per richiuderlo, poi s’incuneò nel poco spazio rimasto tra Ewan e il mobile. – Presi. Ora abbassa la testa, prima che ti arrivi una gomitata in faccia. –
- Hayden, tu sei un gigante, ma se stai attento, dovresti riuscire a non farmi un occhio nero, – rispose Ewan ridendo. Prese in mano il piatto che il ragazzo gli stava passando e sentì il suo corpo sfiorare quello dell’altro, un brivido lungo la schiena… la stessa sensazione che provava ogni qual volta ripensava a quel bacio che si erano scambiati...
Doveva smetterla di pensare ad Hayden in modo diverso che come ad un amico, ma l'averlo così a stretto contatto gli faceva provare sensazioni che ormai credeva di non poter provare più.
Per Hayden funzionava più o meno allo stesso modo. La vicinanza di Ewan gli faceva mancare il fiato e aumentare il battito cardiaco a dismisura, nonostante quella non fosse certo la prima volta che si toccavano. Capitava fin troppo spesso sul set, e poi c’era stata la famosa sera… era così familiare, ma al contempo nuovo, sotto tanti punti di vista, e lui non sapeva bene come comportarsi.
L’unica cosa di cui era certo era che gli occhi di Ewan, ora leggermente ingranditi dalle lenti, erano i più belli che avesse mai visto.
- Io… -
Hayden sbatté le palpebre. Da quanto tempo stava fissando Ewan… e da quanto Ewan stava osservando Hayden?
Lo scozzese prese il piatto dalle mani del ragazzo e lo mise sul ripiano della cucina, poi si girò, appoggiando le mani ai due lati dei fornelli, e chiuse un attimo gli occhi. Dopo, facendo finta di nulla, nonostante le mani gli tremassero, mise la pasta nel piatto.
- Passami l’altro. –
- Tieni. – Anche le mani di Hayden tremavano, così come la sua voce.
“Ah, sembro un tredicenne alla sua prima cotta…”
- Tieni, – ripeté in tono leggermente più fermo.
Ewan prese anche l’altro piatto dalle sue mani, cercando di evitare il contatto, cosa del tutto impossibile vista la situazione. Lo riempì, poi si girò a guardare Hayden.
- La cena è servita, signore. –
Gli sorrise.
*****
- Dammi, vado a buttare tutto nella lavastoviglie. -
In piedi vicino al divano, Hayden aveva il braccio sinistro teso verso Ewan. – Vuoi del gelato? Ce n’è ancora un po’ nel freezer, mi sembra. -
Ewan passò il piatto vuoto ad Hayden, sbuffò, poi scoppiò a ridere, facendogli una linguaccia. - Sì grazie… certo che potevi almeno fare la torta con le candeline… -
- Lasciamo perdere. Se proprio ci tieni, posso metterti le candeline sul gelato, – replicò lui, poi gli restituì la linguaccia e scappò in cucina. Stava ancora ridendo quando tornò indietro, reggendo due coppe piene di gelato. – Voilà. Cioccolato per me, tutto il resto per te. –
Invece che riprendere il suo posto sul divano, Hayden si sedette sul tappeto, passando ad Ewan la sua porzione. L’uomo la prese, sbuffando un’altra volta.
- Non ci sono le candeline… sei cattivo! Però ti perdono, perché sei stato un tesoro ad organizzare questa serata, da molto tempo non stavo così bene, – disse, allungando una mano per arruffargli i capelli.
- Guarda che hai fatto tutto tu, – rispose Hayden, con tre quarti di cucchiaino già infilati in bocca. – Io ho solo messo a disposizione la casa e raccontato una balla terrificante. Non mi è davvero venuto in mente nulla di meglio. -
- Sì, hai ragione, mi sono fatto compagnia da solo. Sono unico, vero? – Ewan gli diede un lieve calcio sulla coscia. - Smettila di fare lo stupido, Hayden… sai di aver fatto tanto per me, stasera e se non lo sai… cosa devo fare per fartelo capire? –
Ewan mise il cucchiaino nel gelato e si passò una mano tra i capelli biondi. Un modo per ringraziarlo lui lo aveva anche in mente, ma… deglutì a fatica, si sarebbe dovuto prendere a schiaffi da solo… era giunto il momento di uscire da quella casa.
Durante tutta la cena, con Hayden seduto al suo fianco, aveva sentito la sua gamba sfregare la propria, provocandogli brividi caldi in tutto il corpo. Ed ora il vederlo lì, seduto a mangiare quel gelato, di certo non contribuiva alla sua salvezza mentale.
Ewan finì la sua porzione in fretta ed appoggiò la coppa vuota sul tavolino. - Bene, - disse – ora dovrei togliere il disturbo… -
- Non mi stai disturbando. – Improvvisamente, le decorazioni sulla parte esterna della coppa erano diventate terribilmente interessanti. Ma proprio tanto. Hayden ne seguì le curve con la punta del cucchiaino, riuscendo perfino ad apparire concentrato in quello che stava facendo. Possibile che la serata fosse già finita? E soprattutto, possibile che…
“Basta, smettila!”
- Comunque sono già le undici, sì… non me n’ero nemmeno accorto… che fosse così tardi, intendo… -
Ewan sorrise e si mise a sedere sul bordo del divano. Guardò Hayden ed allungò una mano per accarezzargli ancora i capelli, ma la ritrasse subito e la chiuse a pugno sulla sua gamba, quasi come se avesse avuto paura di scottarsi.
- Bene... allora, visto che s'è fatto tardi, ti lascio... -
Hayden si girò per metà a guardarlo. – Va bene. – Questo fu tutto quello che riuscì ad articolare con la voce. "Devi proprio?" era invece quello che aveva scritto in faccia, a caratteri cubitali.
Per l'ennesima volta, Ewan si passò una mano tra i capelli. Doveva andarsene di lì, sì, lo doveva fare... per via di quello che stava leggendo sul volto di Hayden.
- Perché pensi una cosa e ne dici un'altra, Hayden? -
- Perché tu fai lo stesso. -
Ewan allungò di nuovo il braccio verso di lui e prese tra le dita il mento del ragazzo, girandogli il volto verso di lui. Senza staccare gli occhi dai suoi, si inginocchiò di fronte a lui e lentamente gli si avvicinò.
- Cosa….? -
- Non ce la faccio, Hayden... perdonami se puoi... non me ne posso andare... –
Con tutta la dolcezza di cui fu capace, Ewan appoggiò le labbra su quelle di Hayden, chiudendo gli occhi... sentì qualcosa scattare dentro di lui, sentì di desiderare quel ragazzo come non aveva mai desiderato nessuno prima di quel momento.
Gli appoggiò l'altra mano sul collo, disegnando cerchi invisibili, mentre le dita di Hayden si aprivano, lasciando cadere la coppa che teneva ancora in mano. Quella rotolò indisturbata sotto il tavolino e lì rimase, il suo proprietario era troppo impegnato per poter prestare attenzione a qualunque cosa non fosse Ewan.
Si spinse leggermente in avanti, facendogli scivolare entrambe le braccia intorno alle spalle. – E io non voglio….che tu te ne vada, – mormorò prima di aprire la bocca, permettendo a Ewan di baciarlo come si doveva, come entrambi desideravano.
Quando le loro lingue si incontrarono, Ewan tolse la mano dal viso di Hayden e gliela fece scendere sul fianco, cercando di tirarlo più vicino a sé. Voleva sentirlo... voleva sentire il suo corpo stretto al suo.
Si staccò da quella bocca per riprendere fiato, lo guardò negli occhi e si alzò, poi, respirando ancora affannosamente, allungò una mano verso Hayden.
Era abbastanza curioso di vedere il nuovo gatto del ragazzo, però si chiedeva per quale assurdo motivo Hayden lo avesse chiamato di sera, quando avevano passato insieme tutto il giorno. Non sarebbe stato meglio forse fermarsi da lui alla fine delle riprese?
Quando sentì la serratura del cancello scattare, entrò e percorse il vialetto fino a trovarsi di fronte alla porta d'ingresso. Bussò, aspettando una risposta dall’interno che sperò arrivasse presto. Non era riuscito a parcheggiare la macchina vicino alla villetta, così era bagnato da capo a piedi; si sentiva abbastanza stupido, ma odiava portare ombrelli, li aveva sempre evitati… ed ora i jeans gli si erano appiccicati alla pelle, così come la camicia leggera, che indossava.
I capelli, il viso… avrebbe allagato casa ad Hayden.
Non che al summenzionato sarebbe poi importato molto. Anzi, probabilmente non se ne sarebbe nemmeno accorto, da quanto era nervoso.
- Arrivo! – gridò, mentre metteva giù la pentola che aveva in mano e usciva di corsa dalla cucina, strofinandosi al contempo le mani sporche di farina sui jeans. Ne aveva un po’ dappertutto, perfino la guancia sinistra era ornata da uno sbaffo bianco, e, naturalmente, non ci aveva fatto caso.
- Eccomi… -
Hayden prese un grosso respiro, contò fino a tre e aprì la porta. – Ciao… ah, ma piove? -
Ewan osservò il ragazzo con un’espressione stupita in volto. Avvicinò la mano al suo viso e con un gesto delicato lo pulì dalla farina, poi si decise a sorridergli.
- Sì, fuori piove, ma qui che succede, Hayden? Nevica? -
- Cosa? Non…. – Hayden s’interrupe per un attimo, spaesato, poi si strinse nelle spalle – Ah, no. No, è farina, sto...hm, facendo esperimenti in cucina. Però ti posso raccontare anche dopo… entra, – disse, facendo un gesto con la mano verso l’interno della casa.
- In questo stato bagnerò ovunque… - rispose Ewan, indicandosi i vestiti.
- E allora? I pavimenti si asciugano. Dai, entra, prima di prenderti un malanno -
L’uomo sorrise ed entrò nella villetta. Si guardò un attimo intorno, rendendosi conto che l’unica cosa che era cambiata rispetto all’ultima volta che ci aveva messo piede, era la mancanza degli scatoloni.
La sua attenzione venne poi catturata dal divano, quello stesso su cui, tempo addietro, aveva baciato Hayden per la prima volta… Ewan chiuse gli occhi, sapeva bene che rivangare il passato non serviva a nulla.
Sentì un brivido attraversargli la schiena, stava morendo di freddo, ma uno strano odore gli arrivò sotto il naso.
- Hayden, c’è qualcosa che brucia… -
Il più giovane si girò di scatto, poi nascose il viso contro il palmo della mano. – Sai che novità. Sarebbe la terza volta, stasera. – Hayden trattenne un sospiro. – Aspetta, vado a vedere se, per caso, riesco a salvare qualcosa. E anche a procurarti un asciugamano. –
Dopodiché si avviò verso la cucina, irritato con se stesso. Che idea grandiosa che aveva avuto, proprio lui che era capace di far bruciare anche l’acqua nel tentativo di farla bollire.
“Non era meglio invitarlo fuori a cena? No. Io e le mie idee grandiose.”
Ewan lo seguì in cucina e restò fermo sull’uscio, poi scosse la testa, sorridendo e guardandosi intorno. - E pensare che io ero venuto per vedere un gatto… - Fece qualche passo, avvicinandosi ad Hayden per arruffargli i capelli.
- Probabilmente l’ho appena trovato… ora fai una cosa, vai a prendermi davvero qualcosa di asciutto o mi prenderò un malanno sul serio, e poi George chi lo sente? Poi, magari, mi spieghi anche che stavi facendo, e io ti do una mano a finirlo… ci stai? –
- Io… oh, va bene. Dammi due minuti. Il bagno sai dov’è, l’ultima porta in fondo al corridoio. – Hayden gli sorrise di rimando, poi filò su per le scale, diretto in camera sua.
L’altro si avviò verso il bagno, aprì la porta ed entrò, senza chiuderla. Si tolse la camicia e la maglietta che aveva sotto, appoggiandole sulla vasca, poi si sfilò i pantaloni e prese un asciugamano, iniziando ad asciugarsi.
- Ewan? –
- Sono in bagno. –
- Ok, ci sono.-
Una sensazione di deja-vu avvolse Hayden quando si affacciò alla porta del bagno, facendolo ritornare a quella famosa sera di qualche mese prima, quando aveva visto per la prima volta Ewan senza niente addosso. Questa volta Hayden si comportò meglio però, perché fece finta di niente e appoggiò dei vestiti sulla lavatrice.
- Ti ho trovato una maglia e un paio di jeans. Spero non ti spiaccia camminare scalzo, però -
L’uomo girò la testa per guardare il ragazzo e gli sorrise. - Tranquillo, nessun problema. Ora vai in cucina ed aspettami, arrivo subito, – disse, mentre iniziava a vestirsi.
Hayden annuì e fece dietrofront, lasciando il suo ospite da solo. Non aveva reagito in modo inconsulto, ma ciò non voleva dire che Ewan non gli facesse più nessun effetto. Anzi. Gliene faceva fin troppo, era questo il problema.
“Smettila e va a vedere a che punto è la roba che hai lasciato nel forno.”
Spesso e volentieri, la sua parte razionale era molto più saggia di lui.
Ewan uscì dal bagno dopo qualche minuto, indossando gli occhiali. Entrò un cucina, avvicinandosi ad Hayden e al forno. – Allora, si può salvare qualcosa? Il gatto nuovo, magari? –
- Eh… - Hayden sollevò la testa, un’aria leggermente colpevole dipinta sul volto. – Veramente… se devo essere sincero, non c’è nessun gatto. Non nuovo, almeno. -
L’uomo si appoggiò al lavabo e guardò Hayden, socchiudendo gli occhi. Attraverso le lenti, sembravano ancora più chiari e più belli.
- Sul fatto che non ci fosse nessun altro gatto non avevo dubbi, mi chiedo solo perché mi hai fatto venire fin qui sotto il diluvio… ma, mentre mi spieghi, passami una pentola. Ti va un po’ di pasta? –
- Sì, certo che mi va. –
Hayden fece come gli era stato chiesto, recuperandone una che, miracolosamente, era ancora pulita. Non disse una parola fino a quando non l’ebbe riempita di acqua e messa sul gas, tormentandosi il labbro inferiore con i denti. Solo dopo si decise ad ammettere il vero motivo del suo invito.
– Oggi è il tuo compleanno. Non volevo lo passassi da solo. Mi spiaceva. -
Ewan si era spostato di fronte ad un mobiletto su cui dei barattoli contenenti sale, zucchero e spezie facevano bella mostra di sé, ma alle parole del ragazzo sentì qualcosa spezzarsi dentro.
Appoggiò le mani sul bancone e strinse i pugni… Liam era partito senza quasi avvertirlo. e non si era nemmeno degnato di telefonargli per gli auguri… mentre lui, lui aveva fatto tutto questo! Un vero e proprio disastro, era innegabile, ma aveva avuto un pensiero così dolce, che Ewan si sentì improvvisamente sollevato e felice.
Rialzò la testa, mentre una sola lacrima gli rigava il volto e si avvicinò ad Hayden, mettendosi di fronte a lui. Lo guardò e gli mise una mano sulla spalla.
- Grazie, davvero… è da tanto che qualcuno non fa una cosa del genere per me… mi fa sentire… bene, tutto questo intendo… – disse, indicando la cucina.
- Allora perché piangi? – Hayden allungò una mano e gli asciugò quella lacrima solitaria con il pollice. – Io dovrei piangere, se penso al fatto che poi mi toccherà pulire tutto. A te farà sta bene, ma a me fa venire i capelli bianchi. Comunque, non devi ringraziarmi. Alla fin fine non ho fatto niente, a parte un po’ di casino. Normale amministrazione, – concluse, appoggiando la mano su quella di Ewan e stringendogliela brevemente. Poi si girò, dandogli la schiena.
Ewan si avvicinò un po’ ad Hayden e gli mise entrambe le mani sulle spalle.
- Smettila di dire che non devo ringraziarti… comunque, ora prepariamo la cena, poi dopo ti aiuto a sistemare. Mi dispiace, ma non ce lo vedo proprio Anakin con i capelli bianchi. –
- Onestamente, nemmeno io. -
Ewan sorrise, poi, arruffandogli ancora i capelli, disse, - ed ora prendi la pasta che l’acqua bolle, io preparo il sugo… pomodoro ti va bene? –
- Benissimo. Questo è un campo in cui lascio volentieri decidere agli altri, a me basta aver qualcosa nel piatto. Qualsiasi cosa, basta che non sia cucinato da me. -
Hayden ridacchiò sommessamente mentre si sedeva a gambe incrociate sul pavimento, e iniziava a passare in rassegna quanto era rimasto in casa di commestibile. “Non molto, ma non importa.”
- Fatto, capitano, – annunciò con un sorrisetto, dopo aver svuotato mezza scatola di pasta nell’acqua bollente.
- Perfetto. – Ewan rispose al sorriso di Hayden, poi incominciò a dedicarsi al suo sugo. - Prepari il tavolo? – chiese dopo un pò.
- Hm, io preferisco mangiare sul divano. Non è chic, ma è più comodo. Comunque, facciamo come vuoi tu, è il tuo compleanno, non il mio. –
- Sul divano va benissimo, anzi, molto meglio. direi… solo che sai, non ci sono abituato, a me piace molto, ma a Liam no, e allora… - Ewan si concentrò a mescolare. - Il divano è perfetto, Hayden. –
Si erano rabbuiati entrambi. Possibile che lo spettro di Liam fosse sempre tra loro, pronto a rovinare qualsiasi cosa? Per un istante, Hayden fu tentato di informare Ewan di quello che pensava del suo compagno, senza mezze misure, chiedendogli anche perché ci stesse ancora insieme, ma, in qualche modo, riuscì a restare in silenzio.
Quelli non erano affari suoi. Ewan non avrebbe sicuramente gradito un’invasione così sfrontata della sua privacy. – Va bene. Intanto prendo da bere, preferenze? -
- Quello che vuoi, basta che non sia alcolico, lo sai… - Detto questo si diede dello stupido. Hayden sapeva benissimo, molto meglio di Liam… guardò il ragazzo e si strinse nelle spalle. - Lo so… lo sai… ed ora voglio godermi questa serata… voglio lasciare tutto il mondo fuori da quella porta, ed ho bisogno di te per farlo… mi aiuterai? –
- Certo. A questo servono gli amici, no? - Non c’era la minima traccia di esitazione nella voce di Hayden. – Acqua, allora. Non bevo nemmeno io. O meglio, lo faccio di rado e non a casa. –
Ewan annuì mentre finiva i preparativi, poi quando tutto fu pronto si voltò verso il canadese.
- Hayden, mi passi i piatti? –
- Sono dietro di te. Aspetta. – Hayden diede un calcio allo sportello del frigo per richiuderlo, poi s’incuneò nel poco spazio rimasto tra Ewan e il mobile. – Presi. Ora abbassa la testa, prima che ti arrivi una gomitata in faccia. –
- Hayden, tu sei un gigante, ma se stai attento, dovresti riuscire a non farmi un occhio nero, – rispose Ewan ridendo. Prese in mano il piatto che il ragazzo gli stava passando e sentì il suo corpo sfiorare quello dell’altro, un brivido lungo la schiena… la stessa sensazione che provava ogni qual volta ripensava a quel bacio che si erano scambiati...
Doveva smetterla di pensare ad Hayden in modo diverso che come ad un amico, ma l'averlo così a stretto contatto gli faceva provare sensazioni che ormai credeva di non poter provare più.
Per Hayden funzionava più o meno allo stesso modo. La vicinanza di Ewan gli faceva mancare il fiato e aumentare il battito cardiaco a dismisura, nonostante quella non fosse certo la prima volta che si toccavano. Capitava fin troppo spesso sul set, e poi c’era stata la famosa sera… era così familiare, ma al contempo nuovo, sotto tanti punti di vista, e lui non sapeva bene come comportarsi.
L’unica cosa di cui era certo era che gli occhi di Ewan, ora leggermente ingranditi dalle lenti, erano i più belli che avesse mai visto.
- Io… -
Hayden sbatté le palpebre. Da quanto tempo stava fissando Ewan… e da quanto Ewan stava osservando Hayden?
Lo scozzese prese il piatto dalle mani del ragazzo e lo mise sul ripiano della cucina, poi si girò, appoggiando le mani ai due lati dei fornelli, e chiuse un attimo gli occhi. Dopo, facendo finta di nulla, nonostante le mani gli tremassero, mise la pasta nel piatto.
- Passami l’altro. –
- Tieni. – Anche le mani di Hayden tremavano, così come la sua voce.
“Ah, sembro un tredicenne alla sua prima cotta…”
- Tieni, – ripeté in tono leggermente più fermo.
Ewan prese anche l’altro piatto dalle sue mani, cercando di evitare il contatto, cosa del tutto impossibile vista la situazione. Lo riempì, poi si girò a guardare Hayden.
- La cena è servita, signore. –
Gli sorrise.
*****
- Dammi, vado a buttare tutto nella lavastoviglie. -
In piedi vicino al divano, Hayden aveva il braccio sinistro teso verso Ewan. – Vuoi del gelato? Ce n’è ancora un po’ nel freezer, mi sembra. -
Ewan passò il piatto vuoto ad Hayden, sbuffò, poi scoppiò a ridere, facendogli una linguaccia. - Sì grazie… certo che potevi almeno fare la torta con le candeline… -
- Lasciamo perdere. Se proprio ci tieni, posso metterti le candeline sul gelato, – replicò lui, poi gli restituì la linguaccia e scappò in cucina. Stava ancora ridendo quando tornò indietro, reggendo due coppe piene di gelato. – Voilà. Cioccolato per me, tutto il resto per te. –
Invece che riprendere il suo posto sul divano, Hayden si sedette sul tappeto, passando ad Ewan la sua porzione. L’uomo la prese, sbuffando un’altra volta.
- Non ci sono le candeline… sei cattivo! Però ti perdono, perché sei stato un tesoro ad organizzare questa serata, da molto tempo non stavo così bene, – disse, allungando una mano per arruffargli i capelli.
- Guarda che hai fatto tutto tu, – rispose Hayden, con tre quarti di cucchiaino già infilati in bocca. – Io ho solo messo a disposizione la casa e raccontato una balla terrificante. Non mi è davvero venuto in mente nulla di meglio. -
- Sì, hai ragione, mi sono fatto compagnia da solo. Sono unico, vero? – Ewan gli diede un lieve calcio sulla coscia. - Smettila di fare lo stupido, Hayden… sai di aver fatto tanto per me, stasera e se non lo sai… cosa devo fare per fartelo capire? –
Ewan mise il cucchiaino nel gelato e si passò una mano tra i capelli biondi. Un modo per ringraziarlo lui lo aveva anche in mente, ma… deglutì a fatica, si sarebbe dovuto prendere a schiaffi da solo… era giunto il momento di uscire da quella casa.
Durante tutta la cena, con Hayden seduto al suo fianco, aveva sentito la sua gamba sfregare la propria, provocandogli brividi caldi in tutto il corpo. Ed ora il vederlo lì, seduto a mangiare quel gelato, di certo non contribuiva alla sua salvezza mentale.
Ewan finì la sua porzione in fretta ed appoggiò la coppa vuota sul tavolino. - Bene, - disse – ora dovrei togliere il disturbo… -
- Non mi stai disturbando. – Improvvisamente, le decorazioni sulla parte esterna della coppa erano diventate terribilmente interessanti. Ma proprio tanto. Hayden ne seguì le curve con la punta del cucchiaino, riuscendo perfino ad apparire concentrato in quello che stava facendo. Possibile che la serata fosse già finita? E soprattutto, possibile che…
“Basta, smettila!”
- Comunque sono già le undici, sì… non me n’ero nemmeno accorto… che fosse così tardi, intendo… -
Ewan sorrise e si mise a sedere sul bordo del divano. Guardò Hayden ed allungò una mano per accarezzargli ancora i capelli, ma la ritrasse subito e la chiuse a pugno sulla sua gamba, quasi come se avesse avuto paura di scottarsi.
- Bene... allora, visto che s'è fatto tardi, ti lascio... -
Hayden si girò per metà a guardarlo. – Va bene. – Questo fu tutto quello che riuscì ad articolare con la voce. "Devi proprio?" era invece quello che aveva scritto in faccia, a caratteri cubitali.
Per l'ennesima volta, Ewan si passò una mano tra i capelli. Doveva andarsene di lì, sì, lo doveva fare... per via di quello che stava leggendo sul volto di Hayden.
- Perché pensi una cosa e ne dici un'altra, Hayden? -
- Perché tu fai lo stesso. -
Ewan allungò di nuovo il braccio verso di lui e prese tra le dita il mento del ragazzo, girandogli il volto verso di lui. Senza staccare gli occhi dai suoi, si inginocchiò di fronte a lui e lentamente gli si avvicinò.
- Cosa….? -
- Non ce la faccio, Hayden... perdonami se puoi... non me ne posso andare... –
Con tutta la dolcezza di cui fu capace, Ewan appoggiò le labbra su quelle di Hayden, chiudendo gli occhi... sentì qualcosa scattare dentro di lui, sentì di desiderare quel ragazzo come non aveva mai desiderato nessuno prima di quel momento.
Gli appoggiò l'altra mano sul collo, disegnando cerchi invisibili, mentre le dita di Hayden si aprivano, lasciando cadere la coppa che teneva ancora in mano. Quella rotolò indisturbata sotto il tavolino e lì rimase, il suo proprietario era troppo impegnato per poter prestare attenzione a qualunque cosa non fosse Ewan.
Si spinse leggermente in avanti, facendogli scivolare entrambe le braccia intorno alle spalle. – E io non voglio….che tu te ne vada, – mormorò prima di aprire la bocca, permettendo a Ewan di baciarlo come si doveva, come entrambi desideravano.
Quando le loro lingue si incontrarono, Ewan tolse la mano dal viso di Hayden e gliela fece scendere sul fianco, cercando di tirarlo più vicino a sé. Voleva sentirlo... voleva sentire il suo corpo stretto al suo.
Si staccò da quella bocca per riprendere fiato, lo guardò negli occhi e si alzò, poi, respirando ancora affannosamente, allungò una mano verso Hayden.